Variante inglese del coronavirus: picco di casi nel Regno Unito
PALERMO COVID - Molte le domande, ecco alcune risposte
Variante inglese del coronavirus: picco di casi nel Regno Unito
Molte le domande. Questioni essenziali sulla reale efficacia del vaccino, alla vigilia del prossimo 27 dicembre, dove si inizierà la distribuzione anche in Italia. In cosa consiste questa ulteriore mutazione “inglese” del Covid19? Segnerà il passo sulla reale efficacia del vaccino? Ma soprattutto, potrebbe diminuire la convinzione a farlo?
Parliamone con:
Antonio Cascio – Professore ordinario e Direttore dell’U.O.C. di Malattie Infettive del Policlinico di Palermo“Ad essere mutato è il SARS-CoV-2 responsabile della Covid-19. Le mutazioni sono eventi comunissimii per i virus soprattutto per quelli ad RNA. La mutazione è stata identificata nel Regno Unito questo mese ed è per questo che è stata chiamata SARS-CoV-2 VUI 202012/01 (Variant Under Investigation, anno 2020, mese 12, variante 01). Nelle ultime settimane, il Regno Unito si è assistito ad un significativo aumento dei casi soprattutto nel sud-est dell’Inghilterra. Dalle indagini epidemiologiche e virologiche è stata evidenziata questa nuova variante che stava prendendo il sopravvento rispetto al virus originale. Tale variante è caratterizzata da una serie mutazioni di cui la più importante è la N501Y nella proteina spike che il virus utilizza per legarsi al recettore ACE2 umano. I cambiamenti in questa parte della proteina spike possono, in teoria, far sì che il virus diventi più infettivo e si diffonda più facilmente tra le persone. Tuttavia, i vaccini producono anticorpi contro molte regioni della proteina spike, quindi è molto improbabile che un singolo cambiamento renderà il vaccino meno efficace o renderà meno efficienti gli attuali sistemi diagnostici. La prudenza deve essere comunque tanta anche perché tale variante sembra essere molto più contagiosa. Fortunatamente non sembra causare una forma più grave di Covid-19 e molto verosimilmente al contrario potrà essere in grado di determinare un maggior numero di forma asintomatiche o paucisintomatiche.”
I vaccini producono anticorpi contro molte regioni della proteina spike, quindi è molto improbabile che un singolo cambiamento renderà il vaccino meno efficace, le aziende farmaceutiche stanno già comunque verificando se la risposta immunitaria elicitata dal vaccino sia protettiva nei confronti di tale nuova variante.
Il rischio c’è. Gli scettici, gli antivaccinisti e gli esitanti probabilmente useranno tale novità per sentire rafforzate le loro posizioni. Bisogna però avere le idee chiare: solo la vaccinazione potrà arginare tale pandemia e chi non si vaccinerà potrà più facilmente contagiarsi e manifestare forme severe di Covid-19″
“Innanzitutto si conferma il fatto che questo virus è complesso e misterioso e sembra essere sempre un passo avanti a noi che cerchiamo di bloccarlo. Certo che la questione della mutazione aumenterà l’incertezza generale rispetto alla pandemia ma, se non vi saranno altre novità nelle prossime settimane non credo che modificherà in maniera significativa la scelta di chi, già da mesi, aveva deciso di fare il vaccino. Piuttosto mi continua a stupire il modo poco accorto di comunicare di esperti e rappresentanti istituzionali perché affermare che questa variante del virus è completamente fuori controllo come ha fatto il ministro della salute inglese, genera ansie e timori in maniera gratuita.”
Massimo Midiri – Professore ordinario e Direttore dell’U.O.C. di Diagnostica per Immagini del Policlinico di Palermo
“La mutazione genetica non interessa la produzione della proteina spike che determina l’aggancio del virus alle cellulari umane. Ne deriva che il vaccino dovrebbe funzionare bene anche sul ceppo mutato. Il problema è che con tutte queste replicazioni può venire una nuova mutazione che potrebbe rendere inefficace la vaccinazione. Personalmente spero di essere tra i primi a farlo.”