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Inaugurata a Palazzo Sclafani la mostra audiovisiva sulle stragi nazifasciste nella Guerra di liberazione 1943-1945

E’ stata presentata e inaugurata ieri mattina, nel Salone delle Bifore a Palazzo Sclafani di Palermo la mostra audiovisiva “Nonostante il lungo tempo trascorso… Le stragi nazifasciste nella guerra di liberazione 1943-1945”. Un progetto espositivo itinerante per illustrare il lungo e doloroso percorso di costruzione della Repubblica Italiana promosso e prodotto dallo Stato Maggiore Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello. La mostra è organizzata dallo Stato Maggiore dalla Difesa e dalla Procura Generale Militare presso la Corte Militare di Appello sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con la sinergia interistituzionale del Comando Militare Esercito “Sicilia” e della Fondazione Federico II.

Attraverso fotografie, pannelli grafici, postazioni video interattive e documenti, la mostra si propone di illustrare e far conoscere in modo semplice e diretto una delle vicende più complesse e dolorose della nostra storia nazionale: quella relativa ai crimini nazifascisti commessi in Italia e all’estero sulla popolazione civile e sui militari italiani dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Uno dei punti di forza della mostra, è quella di far conoscere il sacrificio dei meridionali e dei siciliani. “I meridionali e i siciliani – ha ribadito Marco De Paolis, Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare di Appello, nonché curatore dell’esposizione – hanno dato un contributo importante durante la guerra di liberazione nelle formazioni del neo costituito Esercito Italiano e hanno anche sopportato l’occupazione nazista dopo l’8 settembre. Hanno avuto un ruolo fondamentale nella liberazione del nostro Paese”.

Marco De Paolis, Procuratore Generale Militare presso la Corte Militare di Appello foto Fabio Gigante

Il progetto presenta questa triste e delicata pagina di crimini dall’angolazione di chi li ha tenacemente perseguiti sul versante giudiziario, anch’esso complesso e ricco di episodi poco noti o addirittura sconosciuti: i processi penali militari delle Corti Alleate e dei Tribunali Militari Italiani. Presente all’inaugurazione anche Patrizia Monterosso, Direttore Generale della Fondazione Federico II. “Dobbiamo essere testimoni oculari – ha detto – volti, quasi un alito che respira addosso durante la fruizione della mostra che ricorda che in tutto il mondo, anche nel Sud dell’Italia, tante vittime hanno dato un sacrificio enorme per una liberazione che ci riguarda tutti quanti. La testimonianza e la storia diventano così memoria collettiva e memoria culturale. E questa iniziativa, fuori calendario, ci dà una forza enorme per difenderci dall’oblio. Lo stesso oblio che ha dato vita a quello che è ‘l’armadio della vergogna’, dove più di 900 fascicoli giudiziari contro carnefici sono stati dimenticati per un lungo periodo”. E dall’Esercito provenivano molti partigiani italiani che hanno dato la loro vita per giungere alla liberazione.

Il Generale di Divisione Maurizio Angelo Scardino Comandante Militare dell’Esercito in Sicilia foto Fabio Gigante

Un aspetto sottolineato dal Generale di Divisione Maurizio Angelo Scardino, Comandante Militare dell’Esercito in Sicilia:Questa iniziativa, che la Difesa ha fortemente supportato, è un evento speciale che ci consente di arrivare ad un obiettivo, cioè la platea dei giovani. Dobbiamo portare avanti il culto della memoria, mettere i giovani a contatto con informazioni che devono essere tramandate. I giovani saranno le future classi dirigenti, devono sapere e capire quello che è successo. In maniera che non si ripetano gli stessi errori, e che si continui ad andare verso un futuro sempre più prospero, di pace e di sicurezza”.

Fabio Gigante

 

 

 

 

 

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