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Stupro a Palermo: Schifani propone riforme su custodia cautelare per reati di allarme sociale

Schifani propone riforme su custodia cautelare per reati di allarme sociale – riflessioni sullo stupro di gruppo a Palermo

Il Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, suggerisce l’allungamento dei termini di custodia cautelare per reati di grande impatto sociale, in seguito allo scioccante caso di stupro di gruppo a Palermo.

PALERMO, 19 agosto 2023 – Nel mezzo del dibattito suscitato dal recente caso di stupro di gruppo su una giovane diciannovenne a Palermo, il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha sollevato una proposta di riforma della custodia cautelare per reati che generano allarme sociale.

Nel corso di un’intervista a TgCom24,

Schifani ha espresso la sua posizione sulla gestione dei casi di violenza che scuotono la comunità. “La mia posizione garantista è ben nota agli italiani,” ha dichiarato Schifani, “ma ritengo che in situazioni come questa, in cui le prove sono incontrovertibili, sia opportuno allungare o raddoppiare i termini della carcerazione preventiva.” Ha inoltre sottolineato che le prove raccolte includono documenti e intercettazioni di conversazioni tra i giovani prima dell’arresto, elogiando l’operato delle forze dell’ordine.

«Io sono un garantista,  – ha detto Schifani – la mia posizione liberale è nota agli italiani, ma ritengo che in presenza di reati di allarme sociale in cui la prova è acquisita in modo inoppugnabile, sia sotto il profilo documentale sia sotto quello delle intercettazioni delle conversazioni tra questi ragazzi prima di essere ascoltati dalla forze dell’ordine, a cui va il mio totale plauso, occorrerebbe allungare o raddoppiare i termini della carcerazione preventiva. Lo dico assumendomi la piena responsabilità. Così si impedirebbe che con la scadenza dei termini possano essere presto rimessi fuori e magari ripetere così efferati comportamenti che sono esecrabili e offendono non solo la dignità di una persona, ma anche di una città, di una regione e di un un intero paese». 

Schifani ha giustificato la sua proposta con l’obiettivo di prevenire che gli accusati, una volta scaduti i termini di custodia cautelare, possano essere rilasciati e potenzialmente ripetere tali atroci comportamenti. “Questi atti sono esecrabili e offendono non solo la dignità di una persona, ma anche di una città, di una regione e di un intero paese,” ha sottolineato.

Sempre nel corso di un’intervista a TgCom24

 

«Ieri ho preso atto di quanto accaduto – ha continuato il governatore – e la costituzione di parte civile credo sia naturale per una Regione che si è data obiettivi di rigore e trasparenza, in particolar modo nei confronti di reati di allarme sociale come questo, per i quali in passato il governo Berlusconi ha aumentato l’entità della pena. Vorrei aggiungere una riflessione su due aspetti. Da un lato, sui tentativi di chiedere aiuto da parte di questa povera ragazza, a cui va la mia totale solidarietà così come ai genitori: bisogna capire se siano stati ignorati o non siano stati compresi. Questo sul piano sociale più che penale. Dall’altro lato – ha aggiunto Schifani – oggi mi ha colpito molto l’intervento del procuratore dei minori di Palermo, dottoressa Caramanna, che ha fondato l’analisi sull’aspetto sociale: si tratta di ragazzi provenienti non da famiglie poco benestanti, da condizioni di indigenza o di semi delinquenza, ma dalla media borghesia. Sono ragazzi a cui manca qualcosa sul piano educativo, dei valori e dei comportamenti»

Il governatore ha inoltre evidenziato l’importanza della costituzione di parte civile da parte della Regione Siciliana e ha richiamato l’attenzione su due aspetti cruciali. Primo, ha sollevato interrogativi su eventuali tentativi di richiesta di aiuto da parte della vittima, sottolineando la necessità di comprendere se siano stati ignorati o non compresi dalla società. Secondo, ha affrontato l’intervento della dottoressa Caramanna, procuratrice dei minori di Palermo, che ha focalizzato l’analisi sull’aspetto sociale, evidenziando come i giovani coinvolti non provengano da sfondi economici svantaggiati, ma da famiglie medio-borghesi. Schifani ha concluso sottolineando la mancanza di educazione e valori nei comportamenti dei giovani, auspicando una riflessione su come affrontare questa carenza.

La proposta di Schifani è destinata a generare ulteriori dibattiti sulla giustizia penale, sulla custodia cautelare e sulla protezione delle vittime di reati di questo genere. L’intera comunità osserva con attenzione mentre le autorità cercano di equilibrare la giustizia con la presunzione di innocenza e l’urgenza di prevenire futuri episodi di violenza.

 

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