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Agroalimentare Palermo, Chiriaco: pochi ristori e molti disastri

Palermo, la sezione Agroalimentare: pochi ristori e molti disastri
Crollo degli ordini e microimprese a rischio chiusura

Palermo, 13 novembre 2020 – “Un settore dimezzato, un circuito economico al collasso”. La sezione Agroalimentare di Sicindustria Palermo, guidata da Annibale Chiriaco, lancia l’allarme: “Assistiamo a un’emergenza senza precedenti: il crollo degli ordini e il dramma delle microimprese della filiera produttiva e di distribuzione agroalimentare che oggi si trovano di fronte al rischio di chiusura. Al disastro della pandemia – con effetti devastanti su tutto il sistema HoReCa (Hotel, Restaurant, Caffè) e su tutta la filiera collegata agroalimentare – si è aggiunta la falcidie dei provvedimenti restrittivi e delle chiusure. Né il governo è riuscito a offrire un panno caldo per lenire le ferite delle imprese. O almeno non di tutte”.

Il decreto Ristori e il Ristori Bis garantiscono alcuni settori produttivi e di distribuzione, ma lasciano fuori la stragrande maggioranza della filiera che c’è a valle. Il riferimento è per esempio a tutti i fornitori e grossisti che sono strettamente collegati ai pubblici esercizi. Un fatto su tutti: se bar e ristoranti sono costretti a ridurre drasticamente la loro attività, altrettanto drastica sarà la contrazione per la filiera di produzione agroalimentare.
“In un momento così critico per il Paese è fondamentale che il Governo affronti il tema dei ristori in maniera completa e che tuteli tutte le realtà produttive locali che riforniscono in generale il sistema Horeca e tutta la filiera agroalimentare connessa, colpiti in maniera straordinaria dalle ultime restrizioni”.

Chiriaco si riallaccia alla posizione espressa proprio ieri dalla sezione Alimentari di Confindustria Catania che ha sollevato il dramma del calo degli ordini per tutto il settore del food and beverage, sotto accusa – per i colleghi catanesi – l’esclusione dei codici Ateco “dimenticati” dai provvedimenti del Governo e dal Bonus Sicilia. Tutta la filiera dei fornitori delle attività sospese, infatti, rimane al momento ingiustamente privata di qualsiasi supporto economico straordinario.

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