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Palermo, Sangiorgi “riprende” il Direttore dello Svimez Luca Bianchi

Alla Cortese Attenzione
del Direttore dello Svimez
Associazione per lo​ Sviluppo
dell’Industria nel​ Mezzogiorno
Dr. Luca Bianchi

Buonasera Direttore,
mi scusi se disturbo, ma volevo portare alla Sua cortese attenzione il mio totale disappunto, su alcune dichiarazioni rilasciate, da autorevoli esponenti della Vostra organizzazione, attraverso i mezzi d’informazione.

Mi riferisco in particolar modo, al Presidente Giannola, già evidenziate con una mia precedente email (sotto riportata), e dal Suo vice direttore, nonché Ministro per il Mezzogiorno Dr. Giuseppe Provenzano, in materia di mancato sviluppo del Sud e sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina.

Dichiarazioni dal contenuto politico più che tecnico, già trite e ritrite e riconducibili ad una certa area; cioè quell’area politica che di fatto ha fallito, visti i risultati in materia di sviluppo del Meridione; con l’aggravante che si continua a perseverare negli stessi errori, assumendo quell’atteggiamento spocchioso e superficiale, tipico della sinistra italiana.

Delle dichiarazioni rilasciate da esponenti di organizzazioni private, come lo Svimez, indipendentemente dal valore del contenuto o dall’appartenza politica, mi interessa poco, anche perché da liberale, credo fermamente nella libertà di opinione, ma mi interessa nella misura in cui l’organizzazione vive di contributi pubblici.

Tenuto conto che tra i soci sostenitori pubblici dello Svimez, risulta la regione dove sono nato e risiedo,​ desidero conoscere cortesemente in che misura finanziariamente la Regione Siciliana è intervenuta sia con le quote ordinarie, che con le eventuali elargizioni straordinarie dal 2010 alla data di oggi, comprese quelle relative al periodo in cui abbiamo avuto il piacere di averlo nel ruolo istituzionale di Assessore al Bilancio “tecnico calato dall’alto”, nell’incommentabile Governo Crocetta.

Concludo col dirle che noi, io, il Ministro Provenzano e tanti altri ancora, che proveniamo da zone depresse di aree depresse dell’entroterra, corriamo il rischio di rimanere nella vita, con una visione provinciale, pur ricoprendo importanti ruoli sia istituzionali che professionali.

Quella visione e quella cultura fortemente ideologizzata, di vedere in piccolo le cose, senza prospettiva e molto vicino al proprio naso, che ha avuto il grande merito di avere frenato e continua a frenare la Sicilia e il nostro Paese.
Rimango in attesa e porgo cordiali saluti.
Giuseppe Sangiorgi

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