Piloti dell’Ethiopian Airlines si addormentano in volo e mancano l’atterraggio
Un episodio analogo era successo ad aprile ai piloti di Ita Airways poi licenziati
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Due piloti di un 737/800 di Ethiopian si sono addormentati in volo a 11 mila metri di altezza nei cieli dell’Etiopia e hanno mancato l’atterraggio programmato all’aeroporto di Addis Abeba. Secondo quanto riportato dalle testate The Aviation Herald e The Aviation Safety Network , la torre di controllo dello scalo etiope ha tentato varie volte di contattare l’equipaggio, ma i due non hanno risposto.
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Sorvolata la pista, l’autopilota del Boeing 737 dell’Ethiopian Airlines si e’ disconnesso attivando un allarme che ha svegliato i due piloti, i quali hanno riportato il velivolo verso la capitale etiope, come documentato dal radar del portale flightradar24.com che evidenzia la rotta a forma di 8 nei dintorni dell’aeroporto di destinazione. Il volo partito dallo scalo sudanese di Khartum (ET343) verso l’1 e 30 UTC di notte è dunque arrivato a destinazione alle 3 e 15 UTC, circa 25 minuti dopo aver sorvolato la pista per la prima volta.
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L’episodio a lieto fine ha messo in allarme il comparto dell’aviazione civile che nelle ultime ore – da quando è venuto a galla il fuoriprogramma ad alta quota avvenuto il 15 agosto – ha iniziato a interrogarsi sulle possibili cause. L’accaduto “profondamente preoccupante” ha coinvolto “la piu’ grande compagnia aerea africana“, ha fatto notare su Twitter l’esperto di aviazione Alex Macheras. “La stanchezza dei piloti non è una novità e continua a rappresentare una delle minacce più significative alla sicurezza aerea a livello internazionale”, ha aggiunto Macheras, il quale ha poi ricordato una recente protesta dei piloti britannici contro la compagnia aerea low cost Jet2 ritenuta colpevole, a detta del sindacato Balpa, di “non riconoscere” il problema dei ritmi di lavoro troppo stressanti e faticosi per gli equipaggi.
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Un episodio analogo era successo il 20 aprile al volo 609 di Ita Airways mentre si trovava nei cieli della Francia. L’aereo partito da New York alle 16 e 37 (ora locale) e diretto a Roma Fiumicino, non aveva risposto per diversi minuti alle chiamate del centro radar di Marsiglia, cosa che solitamente accade solo in situazioni eccezionali di pericolo, come un dirottamento o un attacco terroristico. L’allarme era scattato immediatamente, con due caccia militari pronti ad affiancare il velivolo e verificare cosa stesse avvenendo all’interno della cabina di pilotaggio. Ma dopo qualche minuto l’aereo aveva ripreso le comunicazioni, atterrando a Roma Fiumicino alle 6.31 (ora italiana) come stabilito. Secondo le ricostruzioni, il primo ufficiale del volo di Ita si era legittimamente addormentato in base a un protocollo chiamato “controlled rest”, che consente a un pilota di riposare a un orario concordato se il collega rimane sveglio.
Fabio Gigante