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Il CBD può davvero trattare insonnia e ansia? Ecco cosa dicono gli esperti

Insonnia e ansia: le potenzialità del cannabidiolo per il trattamento di questi disturbi

(di redazione) Il cannabidiolo è oggetto di numerosi studi, e da quello che è emerso negli ultimi anni pare possa trattare patologie come insonnia e ansia.

Proprio per le sue interessanti potenzialità, ad oggi sempre più persone decidono di acquistare prodotti a base di CBD come l’hash legale su Justbob, e-commerce di riferimento del settore.

Ma tornando al dunque, è davvero possibile curare queste patologie?

In questo articolo si cercherà di rispondere alla domanda, mettendo in evidenza i risultati di alcuni studi in merito.

Insonnia e ansia: le potenzialità del cannabidiolo per il trattamento di questi disturbi

Il ruolo del CBD nel migliorare i sintomi dell’insonnia

Sono state condotte numerose ricerche che hanno dato prova delle potenzialità del cannabidiolo per uso medico.

In particolare, pare che una dose limitata di CBD possa migliorare la qualità del sonno e combattere l’insonnia. Nello specifico, alcuni scienziati hanno monitorato il sonno di quattrocento pazienti che assumevano CBD e altri cannabinoidi attraverso un’applicazione.

Cosa ne è emerso?

Il CBD si è rivelato l’elemento della cannabis più efficace nella riduzione dei sintomi dell’insonnia. Inoltre, la sua assunzione non sembra aver alterato il ciclo sonno-veglia dei volontari, il che rende il CBD un valido alleato anche per patologie come ansia e depressione.

Infatti, disturbi d’ansia e del sonno sono strettamente correlati, in quanto i primi possono alterare i secondi. In altre parole, chi soffre d’ansia fa spesso fatica a riposare a sufficienza, oltre ad avere difficoltà a prendere sonno.

Dato che abbiamo detto che il CBD non sembra alterare le varie fasi di riposo, vediamo di capire in che modo questo cannabinoide potrebbe aiutare i pazienti affetti da ansia e altri disturbi simili.

In che modo il CBD può contribuire a ridurre i disturbi d’ansia

Sappiamo che soffrire di patologie come l’ansia cronica può provocare stress per il corpo, in particolare per il sistema nervoso, cardiovascolare, digestivo, immunitario e respiratorio.

In questo, il CBD potrebbe avere delle ripercussioni positivamente sorprendenti.

Secondo i ricercatori, l’assunzione di cannabidiolo potrebbe agevolare i pazienti che soffrono di varie forme d’ansia, il che lo renderebbe un ansiolitico naturale.

In particolare, nel 2011 sono stati messi a confronto i risultati di due gruppi di partecipanti: il primo soffriva del disturbo d’ansia sociale generalizzato (SAD), il secondo era un gruppo di volontari che si è sottoposto a una simulazione.

I risultati ottenuti sono stati molto interessanti: infatti, è emerso che i pazienti con SAD hanno ridotto notevolmente il loro stato di ansia, raggiungendo livelli molto simili a quelli dei volontari del secondo gruppo.

Nel 2019 invece, altri ricercatori hanno deciso di concentrarsi sugli effetti di diverse dosi di CBD.

C’è stato uno studio clinico che ha provato a somministrare dosi pari a 25, 50 e 75 milligrammi ai pazienti, scegliendo livelli così bassi per due motivi:

  1. erano convinti che un dosaggio basso sarebbe stato comunque efficace;
  2. dosi limitate sono economicamente meno dispendiose per i partecipanti, nel caso in cui volessero continuare ad assumere CBD.

Dopo circa trenta giorni, la maggior parte dei volontari ha sperimentato una notevole riduzione dell’ansia.

Altri studi, invece, hanno testato le differenze tra il placebo e tre dosi nettamente maggiori: 150, 300 e 600 milligrammi.

Che cosa ne è emerso?

Sorprendentemente, solo la dose da 300 milligrammi si è rivelata efficace per lo scopo, a riprova del fatto che non è necessario un dosaggio particolarmente elevato per diminuire il livello di ansia.

Inoltre, è interessante notare come il CBD abbia garantito risultati promettenti anche per altre patologie.

Vediamo di approfondire.

Queste le potenzialità del CBD per altre patologie legate all’ansia

Nel 2019 è stato condotto uno studio su undici volontari affetti dal disturbo da stress post traumatico (PTSD) ed è emerso che, assumendo il CBD per via orale assieme ai medicinali di routine, c’è stata una notevole riduzione della sintomatologia.

Un anno dopo, un altro studio condotto su quasi 400 volontari ha evidenziato come il CBD abbia ridotto significativamente i livelli di ansia e depressione nei pazienti con disturbi legati alla salute mentale; inoltre, i partecipanti hanno affermato di riuscire a portare a compimento le attività giornaliere più facilmente e con maggiore serenità.

Infine, altre ricerche hanno messo in luce le potenzialità di una possibile interazione tra CBD e THC. In effetti, pare che insieme diano via al cosiddetto ‘effetto entourage’, un fenomeno per cui il CBD mitiga gli effetti dello psicotropo e il THC potenzia quelli del cannabidiolo.

Conclusioni

In questo articolo si è cercato di evidenziare alcuni studi condotti sul CBD che ne attestano l’efficacia contro l’insonnia e l’ansia.

Come si è visto, il cannabidiolo sembra effettivamente migliorare la qualità del sonno, ma senza alterare i cicli di sonno-veglia. E poiché il riposo è strettamente correlato ai disturbi di ansia, si è visto come il CBD riesca a ridurre la sensazione di disagio nei pazienti.

Ad ogni modo, abbiamo sottolineato che il dosaggio di questo cannabinoide gioca un ruolo rilevante nella mitigazione dei vari sintomi e che, per questo motivo, sono necessari ulteriori studi in merito.

Infine, si è visto come l’interazione tra CBD e THC possa aiutare i pazienti grazie all’effetto entourage, che permette di beneficiare degli aspetti positivi di entrambe le sostanze e di mitigare quelli più forti del THC.

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