CronacaPrimo Piano

Scandalo Amap: silenzi per non perdere 20 milioni di euro

Maxisequestro dell'azienda di via Volturno e coinvolge l'amministratore unico

Scandalo all’Amap: silenzi per non perdere 20 milioni di euro

 

L’inchiesta sulla gestione dell’Amap, l’azienda pubblica responsabile del servizio idrico a Palermo e in diversi centri della provincia, ha rivelato gravi omissioni e silenzi da parte dei vertici aziendali per non compromettere un prestito di 20 milioni di euro erogato dalla Banca europea degli investimenti.

Le indagini condotte dalla Procura europea e dalla guardia di finanza hanno ricostruito gli eventi legati al commissariamento dell’Amap nel giugno 2021, focalizzandosi sul funzionamento dei depuratori. Come risultato dell’inchiesta, l’azienda, insieme a sei dei suoi responsabili, è stata rinviata a giudizio.

 

Il caso ha portato a un maxisequestro dell’azienda di via Volturno e coinvolge l’amministratore unico Maria Prestigiacomo, il suo successore Alessandro Di Martino e il direttore generale Giuseppe Ragonese. I tre sono accusati di indebita percezione di erogazioni pubbliche in qualità di incaricati di pubblico servizio. Il giudice Angela Lo Piparo, che ha emesso il provvedimento, ha respinto la richiesta dei pubblici ministeri di sospendere gli indagati dai pubblici uffici per un anno. Nel suo provvedimento, il giudice ha parlato di “comportamenti omissivi e fraudolenti tenuti dagli amministratori di Amap in relazione a numerosi aspetti fondamentali del contratto di prestito”. Tali comportamenti hanno consentito all’azienda di ricevere l’assistenza senza sospensioni o revoca delle contribuzioni,

 

Il prestito da 20 milioni di euro è stato erogato in due tranches, a febbraio e dicembre 2020, con l’obiettivo di finanziare un programma per la produzione di acqua potabile e il trattamento dei reflui. L’Amap ha segnalato in modo generico l’esistenza di “condizioni di emergenza” dovute allo stato precario delle infrastrutture, ammettendo una conoscenza limitata e dati di affidabilità relativa. Le indagini parallele hanno rivelato il malfunzionamento dei depuratori di Balestrate, Acqua dei Corsari, Carini e Trappeto, che erano anche oggetto del finanziamento.

 

Secondo il giudice, si è violata la volontà della pubblica amministrazione, che ha erogato la risorsa economica senza essere a conoscenza di elementi cruciali che l’Amap era obbligata a comunicare tempestivamente. Viene sottolineato il “mancato rispetto di una serie di obblighi di comunicazione previsti dal contratto, che avrebbero potuto portare la Banca europea degli investimenti a revocare il prestito agevolato”. Inoltre, le ispezioni ordinate dal commissario nominato dal giudice hanno rivelato che non erano state effettuate le ordinarie opere di manutenzione nei depuratore.

Articoli Correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
WP Twitter Auto Publish Powered By : XYZScripts.com