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Il convegno dell’ANSMI sulla Diversabilità: “un messaggio positivo pregnante dì speranza e operatività”.

Si è svolto ieri, presso Villa delle Ginestre a Palermo il convegno “Diversabilità sanità pubblica e sanità militare” organizzato dall’ANSMI, l’Associazione Nazionale Sanità Militare Italiana. Tra gli ospiti intervenuti il Comandante del CME Sicilia, Generale di Divisione, Maurizio Angelo Scardino che ha voluto sottolineare che “è l’unica Associazione d’Arma che ha titolo giuridico a rappresentare, nel mondo delle Associazioni, la Sanità Militare Italiana”.  Per il Presidente della Sezione di Palermo, il Ten. me (ris.) Dr. Giuseppe Genovese, “l’individuazione della sede è stata volutamente scelta in quel luogo nel quale competenza professionale e umanizzazione della cura hanno trovato sinergia e attenzione finalizzata alla presa in carico di una problematica gravosa sotto il profilo sanitario ma principalmente sociale e familiare in una cura rivolta alla centralità della persona in quanto unica e globale”.

Il Presidente dell’ANSMI Sezione di Palermo, Ten. me (ris.) Dr. Giuseppe Genovese foto Fabio Gigante

Partendo proprio da questa prospettiva – ha continuato il presidente Genovese – la nostra nobile e prestigiosa associazione di sanità militare ha voluto argomentare, con l’organizzazione di questo convegno, su una problematica che per i suoi risvolti assistenziali e sociali sì impone prioritariamente in una sanità moderna ed orientata a percepire i bisogni della collettività”. Fitto il programma del convegno e vasto il parterre di esperti e specialisti intervenuti. Il Presidente Genovese ha spiegato il perché è stato utilizzato il sostantivo Diversabilità. “La scelta del titolo ha voluto introdurre un sostantivo poco utilizzato ma che in se contiene anche il senso di un messaggio positivo pregnante dì speranza e operatività. In questa interpretazione la disabilità – continua Genovese – diviene una prospettiva dalla quale interpretare un problema ma non il problema. La disabilità così intesa può rappresentare un’opportunità proiettando verso la riscoperta di un reinterpretazione della propria esistenza”.

Fabio Gigante

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