Attualità

La Sete

Riceviamo e pubblichiamo il racconto breve di M. La Blatta

Palermo 30 luglio 2025. Il cielo sopra la città era arancione, Bellolampo aveva di nuovo preso fuoco. L’aria era irrespirabile, la gente aveva rimesso le mascherine come ai tempi del Covid.

  • Sindaco, la cosa sta diventando grave. C’è una folla inferocita sotto il palazzo. Ieri sera hanno picchiato sotto casa il nuovo Presidente dell’Amap, quello che avevamo nominato 6 mesi fa. Eppure era un professore di ingegneria stimato. Ora non troveremo nemmeno un idraulico che lo voglia fare. Siamo a razionamento quindicinale per quartiere. Ma anche così le riserve si stanno esaurendo.
  • Ma che ci posso fare! Ho pure messo a disposizione le mie dimissioni, ma i partiti mi hanno lasciato il cerino in mano. Nemmeno l’esercito ci riesce a calmare la folla, abbiamo messo quella nave dissalatrice al porto ma oltre a consumarci il bilancio fa poco o nulla. Se non piove, non piove.
  • Ho un’idea! Disse un assessore facendosi un selfie. Diciamo che invitiamo tutta la popolazione ad un pellegrinaggio a piedi nudi per il sentiero di Monte Pellegrino, con giunta e Sindaco in testa. Invochiamo la Santa Patrona, S.Rosalia. magari non piove ma la popolazione si stringerà in preghiera con noi.
  • Si, è poi ci strozza! Disse un assessore originario dell’interno un po’ più avveduto. La strada per Monte Pellegrino non è stata messa in sicurezza da anni, ed è a rischio frana, se poi cade un masso sulla folla veniamo impalati.
  • Ma la Regione che fa? Mica ci può lasciare così nella merda. Siamo assediati dagli incendi, la munnizza è in strada da un mese tra roghi e ratti. C’è un rischio pandemico. Dov’è la Regione!
  • Ma tu non sei dello stesso partito del presidente della Regione? Ed a noi ci chiedi che mischia fa la Regione?
  • Ha parlato quella amica e compagna di partito della Premier. E Roma allora? Ci hanno mandato 10 milioni dalla Protezione civile, con la solita spocchia catanese, la birra ci compriamo con 10 mln, sono finiti a giugno in bettoline d’acqua napoletane.
  • Ma che dobbiamo fare? disse un assessore continuando a farsi selfie.
  • Abbiamo detto di non usare il rubinetto, ma una scodella da riusare per lavarsi i denti? E di tirare lo sciacquone solo due volte al giorno? Lo abbiamo detto?
  • Si, si! Lo abbiamo detto. Uff! Ma non potevo ricandidarmi a Rettore? All’università non c’è l’obbligo del saper fare, per questo il proverbio dice che chi non sa fare insegna.
  • Ma intanto con quelli qua sotto? Sono centinaia! Chiamiamo il Questore e li facciamo sgomberare con gli idranti?
  • Ma che minchia dici che non c’è acqua per gli idranti. Li possiamo disperdere con la coca-cola, si vende a meno prezzo dell’acqua Geraci, la Sabrinella è a 40 euro la cassa da un litro e mezzo.
  • Io mi dimetto! Urla un assessore.
  • E smettila che lo hai minacciato sei volte solo sto mese! E basta.
  • E allora che facciamo, non possiamo nemmeno uscire dal retro ci hanno circondati!
  • Rimaniamo qua. Non c’è altro da fare. Ma in bagno ci si va a turno e niente sciacquone.
  • Ma io ho la diarrea!
  • Allora tu ti puoi dimettere! disse il Sindaco. Anzi ti ritiro le deleghe perché sciupi troppa acqua! Finalmente abbiamo trovato un capro espiatorio. Commessi! Lanciatelo dal balcone in pasto alla folla, e speriamo che si calmino.

    

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