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NON SO SE MI VA…di fare il Sindaco. (di G. Pizzo)

NON SO SE MI VA

 

La frase non è mia ma è stata pronunciata ieri dal Presidente dell’Assemblea regionale, Gianfranco Miccichè, ad un giornalista di Repubblica che gli ha chiesto chi potesse candidarsi a Sindaco di Palermo. “Potrei io, ma non so se mi va”. Ora al netto di smentite da parte dell’interessato questa è la tipica frase di Micciché. Lui in questo non fa tatticismi, è autentico.

Come molti, non tutti si spera, borghesi ben nati a Palermo, che si alzano non certo all’alba, e pensano, dopo aver abbondantemente sbadigliato, ‘oggi che mi va di fare? O di mangiare. Mi andrebbero delle milinciane ammuttunate ed un bianco, secco, freddo al punto giusto? ’.

Ad altre latitudini l’etica del dovere e del lavoro non producono frasi di questo tipo. A Milano una frase del genere sarebbe esecrabile. Ma a Palermo per chi è dalla parte giusta, a suo avviso, tutto è possibile anche di rappresentare l’impegno politico come capriccio del volere personale.

Ora capiamo perché ci tiene incatenati ad un altro anno di Orlando, non facendo votare ai suoi la sfiducia al Sindaco. Lui ancora non sa se gli va di farlo lui. Forse gli “abbutta” pure, anche perché non si tratterebbe di fare il maestro di cerimonie in un Palazzo Reale circondato da commessi e valletti. Qui ci sarebbe da faticare parecchio, portare la croce di un dissesto complessivo, cosa non adatta ai ben nati.

E mentre lui scioglie questo dilemma se gli va di farlo, come fosse andare allo stadio o farsi un giro in barca, noi palermitani aspettiamo come ebeti lo scioglimento del rebus, tra cumuli di immondizia crescenti, disordine pubblico, strade dissestate, degrado, percolato, topi e blatte.

Onestamente la frase non è il massimo dell’etica politica, non assomiglia ad alcuna frase di Sturzo o della militanza di sinistra da cui ha sempre dichiarato di provenire.

Assomiglia di più alle frasi dei figli di papà, che non hanno molta voglia di studiare, di impegnarsi in un lavoro vero, che preferiscono il divertimento alla fatica.

Si è chiesto il Presidente Miccichè se ai palermitani “gli va” di votare uno che ragiona così?

Giovanni Pizzo

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