Anastasio Carrà (Lega): “Questo governo vuole curare l’Italia svuotando le carceri e liberando i mafiosi”

 

 “Incredibile quanto il governo ha stabilito con l’articolo 123 del decreto Cura Italia. Devono spiegare come vogliono curare l’Italia e gli italiani adesso. Svuotando le carceri e liberando i mafiosi?”

Lo sottolinea Anastasio Carrà, commissario provinciale della Lega di Catania.

“L’elenco di quelli che tra poco potrebbero beneficiare di questa folle scelta – spiega Carrà – è impressionante: Leoluca Bagarella, i Bellocco di Rosarno, Pippo Calò, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Teresa Gallico, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Benedetto Santapaola, solo per citarne alcuni degli oltre settanta che adesso potrebbero avere i requisiti per ritornare a casa. Come è noto, Francesco Bonura, già colonnello di Binnu Provenzano ha da pochissimo ottenuto i domiciliari.

“Sono deluso e amareggiato, perché – prosegue il commissario provinciale della Lega di Catania – prima che uomo politico, sono un carabiniere e queste scelte sono non solo incomprensibili, ma anche irrispettose sia verso i familiari delle vittime, sia verso tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine che hanno anche perso la loro vita nella lotta contro la mafia e anche verso tutti i cittadini che così comprendono solo un messaggio e cioè che non c’è da fidarsi dello Stato che è incapace di tutelare gli onesti e coniugare il diritto alla salute con la certezza della pena e perciò in questo caso della detenzione. A questo governo restano solamente tre cose da fare: la prima è chiedere scusa per quanto scritto nel decreto, la seconda è rimediare all’errore fatto e la terza è andare immediatamente a casa e lasciare agli italiani la possibilità di ripartire senza avere tra i piedi un governo composto da incompetenti e inconcludenti che coi loro provvedimenti offendono la memoria di eroi veri come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.

“Speriamo di non dover vedere tra poco – conclude – gli stessi ministri a celebrare le giornate in ricordo di quelli che con queste scelte sono stati uccisi una seconda volta”.

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