Villa Deliella, protetto il fantasma di Basile: vincolo sull’area dello scempio
La notte che Palermo perse un pezzo di sé, sessantacinque anni dopo arriva il vincolo

Sessantacinque anni dopo quella notte del 28 novembre 1959, quando le ruspe cancellarono in poche ore uno dei capolavori liberty di Ernesto Basile, l’area di Villa Deliella riceve finalmente il riconoscimento che merita. La Soprintendenza per i beni culturali e ambientali di Palermo ha avviato il procedimento per dichiarare il sito di “interesse culturale particolarmente importante”, trasformando il vuoto lasciato dalla speculazione edilizia in un vincolo permanente contro l’oblio.
Un simbolo identitario per la città
La soprintendente Selima Giuliano ha firmato l’atto che dà il via al procedimento previsto dal Codice dei beni culturali e del paesaggio. L’area compresa tra piazza Francesco Crispi, via Alfonso Borrelli, via Giorgio Castriota e via delle Croci costituisce uno spazio della memoria storica collettiva dove permangono ancora segni distintivi della villa. Ma c’è di più: il provvedimento riconosce il valore testimoniale e civico di significato eccezionale in quanto luogo identitario nel quale la comunità palermitana, condividendo la memoria della distruzione perpetrata, riconosce se stessa e preserva il ricordo di quei giorni dall’oblio.
L’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato non usa mezzi termini: “Questa area nel cuore di Palermo testimonia lo sfregio perpetrato ai danni di questa città in un’epoca di speculazione edilizia che ha cancellato in un decennio gran parte del suo patrimonio storico-architettonico”. Secondo Scarpinato, il vuoto lasciato dalla demolizione è diventato negli anni un documento storico, un simbolo della ferita culturale inflitta alla città e un monito civile per le nuove generazioni sull’importanza dei valori culturali da preservare. “In tal senso, l’area della Villa Deliella è un bene che appartiene alla città e merita di esprimere appieno il suo valore testimoniale dei contenuti fondativi della comunità civile”
La storia di una distruzione annunciata
La vicenda di Villa Deliella rappresenta uno dei capitoli più oscuri del “sacco di Palermo”. L’architetto Ernesto Basile progettò l’edificio tra il 1905 e il 1906, il costruttore Salvatore Rutelli lo realizzò e i lavori si conclusero nel 1909. La villa venne dichiarata di importante interesse con decreto ministeriale del 27 luglio 1954, ma il vincolo fu revocato nel 1957 perché il fabbricato non possedeva ancora i cinquant’anni di vetustà previsti dalla legge. Un nuovo decreto impose il vincolo il 25 febbraio 1959, ma anche questo fu revocato con provvedimenti del 12 giugno e del 18 novembre 1959, poiché il cinquantennio si sarebbe compiuto solo alla fine dell’anno.
Le ruspe però arrivarono prima. Il 28 novembre 1959, approfittando di una licenza concessa dall’assessorato ai Lavori pubblici del Comune, la Villa venne demolita quasi interamente in una sola notte. Oggi dell’opera di Basile restano il piano seminterrato, alcuni brani della cancellata perimetrale con due piloni angolari, la casa del custode e le alberature originarie del giardino.
Adesso quel vuoto, quella ferita mai rimarginata nel tessuto urbano di Palermo, diventa patrimonio protetto. Non per celebrare la bellezza perduta, ma per custodire la memoria di ciò che non deve più accadere.







