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Forze Armate: il ministro Crosetto vuole reclutare 10 mila Riservisti in caso di guerra.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha annunciato che è in arrivo una proposta di legge per creare una riserva militare nazionale, da impiegare in casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali.  Lo scorso novembre aveva già citato il modello di Israele, che ha richiamato 350mila soldati dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, e il modello della Svizzera, che riesce a mobilitare il doppio dei militari italiani. Oggi, “la riserva più facile da attivare è quella delle forze di polizia, uomini e donne che sono già formati ad attività di sicurezza. Ha senso? Non lo so. Ma una riserva andrebbe pensata. Ed è una sfida più parlamentare che di ministero”, aveva annunciato alle Commissione Esteri e Difesa, anticipando di un intervento legislativo in questa direzione. Promessa mantenuta.

Il ministero della Difesa ha fatto sapere che sta lavorando su una legge che riguarda l’introduzione di una riserva ausiliaria dello Stato, quindi delle Forze armate, composta da non oltre diecimila unità, come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal precedente governo. Una bozza del testo ancora non c’è, si tratta ancora di un progetto in fase embrionale. Nelle Forze Armate “noi non abbiamo un problema di numero, ma per esempio costruire una riserva nazionale, come in Svizzera e in Israele, è un mio obiettivo, anche se da attivare, ovviamente, in casi gravissimi”, ha rilasciato il ministro in un’intervista al Corriere della Sera, in cui ha confermato la presentazione di una proposta di legge su questo tema “nelle prossime settimane“.

La riserva, una volta reclutata, formata e periodicamente addestrata, sarà composta su base volontaria da ex militari, militari in congedo e personale civile con determinate specifiche. Sono ancora allo studio condizioni di utilizzo, risorse necessarie, regole d’ingaggio, ma sembra certo che lo speciale contingente non verrebbe impiegato nei casi di necessità durante eventuali conflitti e crisi internazionali, non impiegati sul fronte dei teatri operativi ma per il supporto logistico e la cooperazione. Possibile anche l’impiego in caso di calamità naturali. È una delle riforme necessarie all’Italia”, ha sottolineato.

Sul ritorno alla leva obbligatoria di cui si discute in Germania e Gran Bretagna, il titolare della Difesa ha detto: “Tutti stanno cambiando tutto, ma qui in Italia a me dicono che voglio togliere denaro agli asili o alle scuole. Molti fingono di non voler capire che senza la difesa non c’è né libera istruzione né libero commercio né democrazia”.

Fabio Gigante

 

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