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Il 17 febbraio 2021 la festa italiana dei nostri amici gatti

Neri, grigi, tigrati, riservati o coccoloni, con pedigree o senza blasone, i gatti sono comunque i nostri compagni di vita ed  il  17 febbraio è la giornata dedicata a tutti loro e ai circa 8 milioni di mici che vivono con le famiglie italiane.

Nel 1990 la giornalista Claudia Angeletti propose un referendum tra i lettori della rivista “Tuttogatto” per stabilire il giorno da dedicare al gatto. La proposta vincitrice fu quella della signora Oriella Del Col che propose appunto il  17 febbraio quale data per le celebrazioni, in quanto il mese di febbraio è quello del segno zodiacale dell’Acquario, che rappresenta gli spiriti liberi come i gatti; nella tradizione popolare questo mese, diverso dagli altri per numero di giorni, è anche considerato legato alle streghe e ai mici, animali spesso considerati magici.

In Giappone invece si festeggia Fuffy il 22 febbraio (tale celebrazione fu istituita già nel 1987, quindi tre anni prima rispetto alla festività italiana), in Russia il primo marzo e in America il 29 ottobre. Dal 2002 esiste anche  il World Cat Day, che ogni 8 agosto rende omaggio a tutti i gatti del globo con una giornata mondiale ad essi dedicata.

La storia dell’uomo e quella del gatto corrono parallele da sempre, dalle mummie di gatti degli egiziani, che li amavano fino a portarli nell’oltretomba, ai mosaici di Pompei, che testimoniano la loro importante presenza anche nella società romana.

Lo stesso profeta dell’Islam, Maometto, era un grande amante dei gatti. Una leggenda narra che avesse una gatta di nome Muezza alla quale era particolarmente legato. Era solito passare molto tempo con la sua gatta, che amava moltissimo. Un giorno, Muezza stava riposando su un lembo del mantello del profeta. Mentre il Profeta e la gatta erano in relax, una campana suonò per avvisare che era arrivata l’ora della preghiera. Maometto non voleva certo mancare, ma non se la sentiva di arrestare il sonno di Muezza. Dopo averci pensato un po’ decise di tagliare il pezzo di mantello sul quale la gatta si era accoccolata. Recise il lembo e si recò alla preghiera. Quando la preghiera terminò, Maometto tornò da Muezza, che nel frattempo si era svegliata. Lei si produsse in un inchino prolungato per ringraziarlo di averla lasciata riposare. Allora lui, colpito da tanta gratitudine, offrì una serie di doni alla sua gatta e a tutti i gatti che sarebbero arrivati dopo. Li dotò della capacità di sopravvivere alle cadute, anche da altezze significative, diede loro nove vite e riservò per loro un posto in Paradiso. In più, donando a Muezza un pezzo del suo mantello, intriso della magia del Profeta, egli conferì alla gatta e a tutti i suoi simili poteri straordinari.

Una bella leggenda, che si tramanda da secoli, da raccontare ai bambini nella settimana in cui si celebra la festa del gatto. Ma non sempre il rapporto con l’uomo è stato positivo: il Medio Evo è stato sicuramente il momento più grigio per il felino domestico, demonizzato e associato alla stregoneria. La riabilitazione arrivò col Rinascimento grazie alla sua indispensabile e utile presenza nelle campagne contro i topi, terribili portatori di malattie.

Ma quanti sono i pet in Italia? Secondo il rapporto Assalco-Zoomark 2020, si stima che nel 2019 erano presenti nel nostro Paese 60,27 milioni di animali d’affezione, confermando un rapporto 1 a 1 tra gli animali da compagnia e la popolazione residente in Italia. I pesci continuano a essere gli animali da compagnia maggiormente presenti in Italia: con una popolazione di 29,9 milioni di esemplari, a seguire, gli uccelli (12,9 milioni), i gatti (7,3 milioni), i cani (7 milioni) e, infine, i piccoli mammiferi e rettili con, rispettivamente, 1,8 e 1,4 milioni di esemplari.

E’ importante sottolineare che i dati sulla popolazione pet sono solo delle  stime. In Italia, infatti, non esiste ancora un’anagrafe nazionale degli animali d’affezione, né i pet sono inseriti nel censimento Istat. Fediaf, la Federazione europea delle industrie per gli alimenti per animali familiari, ha stimato la popolazione di pet presenti nelle case europee nel 2019 in circa 300 milioni di animali d’affezione. Quasi due terzi della popolazione pet è costituita da cani e gatti.

Gli animali domestici contribuiscano alla nostra gioia e al nostro benessere, soprattutto in periodi di stress come quelli che stiamo vivendo. Il rapporto con il pet è una dipendenza emotiva reciproca, spontanea, genuina, che aumenta la resilienza dei proprietari. Inoltre, importanti studi evidenziano come la salute mentale abbia tra gli elementi determinanti, per il ritorno alla normalità,  il contatto con la natura e il legame con gli animali.

E’ ormai da tempo che  gli psicoterapeuti hanno riconosciuto gli effetti benefici degli animali sui pazienti con problematiche psicologiche o mentali. È noto come anche i gatti vengano utilizzati nella cosiddetta pet therapy. I gatti stanno diventando sempre più popolari come co-terapisti. Grazie alla loro natura sensibile, infatti, i felini domestici possono rappresentare un vero toccasana per l’animo delle persone in difficoltà, soprattutto in questo periodo di mancanza di socializzazione causata dal Covid.

Non è un caso che sono 7,8 milioni le persone che al termine della prima  quarantena hanno acquistato un pet (o hanno intenzione di farlo), secondo quanto riporta un’indagine realizzata dall’osservatorio Coop2020.

Il confinamento e le misure di distanziamento dettati dalle norme anti-contagio, hanno creato dei “cluster chiusi e autoreferenziali”, una sorta di “bolla affettiva che si auto delimita”. Reduci dall’esperienza del lockdown, gli italiani prevedono di fare della casa il baricentro della loro vita anche oltre il termine della pandemia. Lo spazio domestico diventa il luogo in cui ci sente maggiormente a proprio agio, lontano dai rischi di una eccessiva esposizione pubblica, nonché protetti in un ambiente conosciuto e sicuro, anche dal punto di vista emotivo.

festa italiana gatti
Leo e Pallina

I gatti sono creature misteriose ed interessanti. Possiamo imparare molto da loro, possono sentire gli ultrasuoni e sono in grado di anticipare eventi che solo in seguito verranno percepiti dai nostri sensi. I gatti infatti esaminano l’ambiente circostante con i loro sensori: i baffi, che li avvertono della presenza di ostacoli, della variazione di campi magnetici e della pressione atmosferica.

Per un gatto non fa alcuna differenza che il suo umano sia malato, anziano o disabile: l’unica cosa che conta, per lui, è essere trattato bene. Un gatto non ha secondi fini: la sua dedizione è sempre sincera. Questa accettazione incondizionata è un balsamo per l’animo umano, specialmente di chi soffre o ha sofferto.

Abbiamo chiesto  ad alcuni appassionati di raccontarci la loro esperienza: Giuly Auccello, vive con l’aristocratico TeoI gatti sono imprescindibili compagni di vita, migliorano la nostra quotidianità tirando fuori il meglio di noi: il nostro istinto di protezione verso i più deboli,  per Teo sono la sua mamma umana. Non immagino una avita senza gatti. In questo periodo di lockdown è stato il mio inseparabile compagno di vita” . Lorena Marchetta “Il mio Pepe è il classico gatto europeo tigrato, ma come dico sempre è un gatto di razza stradale; adottandolo non pensavo che mi avrebbe cambiato la vita così tanto…lo presi perché fu amore a prima vista… sente e percepisce cose che noi non percepiamo! Io ero e sono un amante dei cani, ma con lui ho scoperto un altro mondo…affascinante…quello dei gatti e sono rimasta sorpresa: ti conquistano alla grande! Sarò di parte, ma è cosi… è Amore “. Elisabetta Ragusa “ho avuto 18 gatti trovatelli, è il gatto che ti sceglie, Palina e Leo  sono i mie attuali amici ; loro sono fedeli ed  hanno molta gratitudine, sentono il tu stato d’animo, ti  rilassano e ti danno allegria. Palina l’ho trovata dietro la porta ad ottobre 2020;ogni gatto ha il suo carattere; sono spirituali proteggono la casa; per Hemingway, che era un grande amante dei felini ,in particolar modo dei polidattili,  e che a loro ha spesso dedicato spazio nei suoi romanzi, “Prendere un gatto porta a prenderne un altro, inevitabilmente”. Impossibile non essere d’accordo.

Per l’occasione non potevamo non citare  Charles Bukowski poeta e gattaro sfegatato, che con la poesia “ i miei gatti “ riesce ad esprimere il loro essere “……. Quando mi sento giù, basta che guardi i miei gatti e il mio coraggio ritorna. Io studio queste creature. Loro sono i miei MAESTRI!

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