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Arèa di Giovanni Lo Verso ospita le 7 fate

La mostra, curata da Gianna Panicola, è stata prorogata fino al prossimo 19 agosto.

Come attirare l’attenzione. Come catturare lo sguardo e “guidarlo” alla scoperta, o meglio ancora, alla ri_scoperta di quella cultura del bello, se non portando le opere al di fuori degli spazi tradizionali per raggiungere un pubblico sempre più ampio.

Arèa è uno spazio multidisciplinare ed un prezioso contenitore di nuove idee creative, fortemente voluto dalla lungimiranza di Giovanni Lo Verso, artista e mecenate che ha riconvertito una ex fabbrica di scarpe situata nella famosa piazza Rivoluzione del cuore di Palermo.

Lo Verso, dal 2003 sostiene lo sviluppo della vocazione finalizzata a diffondere le vere potenzialità espressive della città, ideando, progettando e organizzando eventi ed esposizioni artistiche, occupandosi anche di allestimenti, grafica e promozione. La condivisione all’interno di questo spazio è uno dei punti cardine di essa: molti artisti legati al mondo delle arti visive sono già attivi e, interagendo con l’esterno tramite ricerche su svariati temi atti a rispondere alla richiesta comunicativa e culturale della città, propongono un punto di vista diverso e laterale rispetto alla semplice fruizione, offrendo un’opportunità concreta ed un approccio diretto e pratico tramite svariati laboratori. Appuntamenti che escono dai musei per entrare in questo spazio condiviso, reinterpretandolo, e contrastando l’intellettualismo di un messaggio per pochi con l’esempio di arte appunto, anzi arti, per tutti grazie a interventi che come “sorprese” attirano esperti e appassionati, ma pure semplici curiosi.

Ultimo appuntamento prima della fine dell’estate, è la mostra dal titolo 7 fate, nata da un’idea di Daniela Balsamo e Linda Randazzo, che si concluderà il prossimo 19 agosto.

Alla curatrice, Gianna Panicola abbiamo chiesto:

Cosa significa portare l’arte contemporanea fuori dagli spazi canonici museali?

Significa uscire dai confini che limitano e risvegliare la creatività che assume sempre forme e linguaggi differenti. Suscitare curiosità e attenzione nei confronti dell’arte stessa e del suo rapporto con i luoghi. Noi siamo in continuo movimento e l’arte insieme a noi, deve attraversare, incontrare ed espandersi.

Fermare lo stimolo del rapporto con il territorio in questa pausa Covid, quanto ha determinato nella produzione artistica?

Lo stimolo non si è fermato, durante i periodi di chiusura per l’emergenza pandemica, il rapporto con il territorio ha subito una un’interruzione “fisica” che per alcuni si è rivelata produttiva. Da questo allontanamento fisico sono nate idee che si sono concretizzate in importanti riflessioni sul periodo storico che stiamo vivendo, sulle persone, sui luoghi. Vi è un’esigenza di ridefinire le relazioni e gli strumenti atti a promuoverle.

Perché il pubblico spesso non frequenta gli spazi espositivi dopo le inaugurazioni?

L’inaugurazione è un evento e funziona come forza attrattiva per molti, anche se non è sempre così. Il pubblico frequenta meno le gallerie private, perché considerate luoghi privilegiati ai pochi, rispetto alle istituzioni museali, soprattutto quando promuovono progetti di artisti storicizzati. Importanti sono gli incontri, le visite guidate da proporre dopo l’evento inaugurale, come occasioni di approfondimento.

Come nasce questo progetto espositivo?

“7 fate” nasce in Piazza della Rivoluzione a Palermo, da Arèa di Giovanni Lo Verso, in un pomeriggio di giugno, insieme a Daniela Balsamo e Linda Randazzo. Questo progetto nasce dall’idea di unire insieme donne pittrici, che vivono la pittura come esperienza di vita, ricerca continua, costante e anche da un bisogno di tornare a vivere l’arte con gli incontri che ci sono mancati tanto.
Le 7 pittrici protagoniste di questo incanto sono:
Daniela Balsamo
Stefania Cordone
Mirela Morreale
Cetty Previtera
Linda Randazzo
Lilian Russo
Samantha Torrisi

Cosa accomuna il lavoro delle singole artiste?

La dimensione umana e naturale, un amore per la natura e per gli esseri viventi, i quali hanno bisogno di aiuto, di cure, oggi più che mai. Le 7 fate sono l’espressione dell’esperienza del profondo, del fluire libero e ininterrotto e della pittura come necessità.

 

Ludovico Gippetto

Presentazione di Teresa Di Fresco Se sia un poeta, non so e non posso affermarlo ma che sia un sognatore, sì. Lo dimostrano le imprese in cui, con spirito avventuroso, si tuffa incurante di qualsivoglia difficoltà e che, avendo dato tutto se stesso e coinvolgendo amici e conoscenti, riesce a portare a termine. E con successo. Ludovico Gippetto, insomma, a volte veste i panni di Don Chisciotte per affrontare ora fantomatici mulini a vento che assumono di volta in volta le sembianze di opere d'arte trafugate, ora della maieutica di platoniana memoria. Queste divagazioni aprono uno scenario su un personaggio, Ludovico Gippetto appunto che, nella città di Palermo, in molti conoscono e insieme a lui i suoi progetti, i suoi successi ma anche le sue aspettative. Raccontiamolo meglio: Studia Architettura, dopo avere conseguito l'abilitazione alla professione, preferisce dedicarsi alla creazione e realizzazione di eventi culturali. Non disdegna la ricerca, anzi la “caccia” - come lui preferisce definirla – di opere d'arte trafugate in Sicilia. Per questa attività lavora in collaborazione con il Comando dell’Arma dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma organizzando convegni internazionali su temi della sicurezza, trafugamenti di opere d’arte e loro illecita commercializzazione. A questo scopo fonda - e ne è presidente – il Centro Internazionale Multimediale d’Arte Contemporanea Extroart e la Fondazione Wanted Palermo. E' inoltre ideatore e responsabile del programma di tutela e prevenzione del patrimonio culturale denominato “WANTED …presi per il verso giusto”, finalizzato appunto al contrasto della commercializzazione illecita di opere d’arte ed è protagonista di importanti ritrovamenti e restituzioni di opere trafugate nel territorio nazionale. È anche giornalista pubblicista ed autore di numerose pubblicazioni e monografie d’arte. E' stato Assistente alla Cattedra di Storia e Tecnica dell’Editoria, presso l’Istituto Superiore di Giornalismo dell’Università di Palermo dal 1994 al 1997; Cerimoniere del Dipartimento cerimoniale del G.C.T.O. in occasione della Universiade Sicilia ‘97; Consulente del Sindaco di Corleone per la riqualificazione del patrimonio culturale, storico e artistico per il 2007 e il 2008; ha curato e prodotto, nel 1995, la monumentale opera scultorea in pietra arenaria siciliana, dell’artista Medhat Shafik dal titolo “Il Muro del Silenzio” ed “I percorsi dell’acqua”, in occasione della XLVI^ Biennale di Venezia – Padiglione Egitto premiato con il “Leone D’Oro”; Collaboratore parlamentare del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, per le attività culturali dal 1998 al 2001. Da oltre tre lustri ha creato, insieme a Tommaso Romano, la “Rassegna Internazionale del Melologo ExtroVersi che quest'anno – con il tema “La parola che unisce” ha raggiunto il traguardo della quindicesima edizione. Ma un'ulteriore avventura lo attende: la manifestazione che nelle precedenti edizioni è stata ospitata in sedi prestigiose ed istituzionali, ottemperando alle disposizioni impartite dai decreti ministeriali e regionali, in merito alle misure di contenimento dell’emergenza per il COVID19, non uscirà da casa ma calcherà il palco virtuale della piattaforma Facebook. Tra poeti, musicisti e attori, professionisti e semplici “amici della porta accanto”, come Gippetto li chiama, saranno più di 100 i partecipanti che condivideranno con lui quest'altra, straordinaria avventura. Ma poiché il suo spirito filantropico non si esaurisce mai, ogni “puntata” di questa straordinaria e innovativa avventura, sarà dedicata a coloro che in questo brutto momento segnato dal Covid19, si stanno prodigando senza se e senza ma per aiutare tutti coloro che necessitano di assistenza, cure e ...di una parola che scalda il cuore. Insomma, se possiamo prendere a prestito “I have a dream” (Io ho un sogno), frase che il 28 agosto 1963, davanti al Lincoln Memorial di Washington, al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, Martin Luther King pronunciava, con altri intenti e aspirazioni di altra natura, possiamo affermare che non ci stupiamo se Ludovico Gippetto ci riserverà altre sorprese perché, come ho già detto, lui è un sognatore.

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