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Storie di sprechi e di sfregi in salsa italiana: l’Airbus Ex Renzi abbandonato a Fiumicino

Storie di sprechi e di sfregi in salsa italiana: l’Airbus Ex Renzi abbandonato a Fiumicino

Un altra storia di spreco e di sfregio si dipana attorno all’aeroporto di Fiumicino, dove l’ex “Air Force Renzi”, come ironicamente ribattezzato in Italia, giace abbandonato senza una destinazione.

L’aereo, un Airbus noleggiato durante il governo a guida Matteo Renzi e successivamente “pensionato” dai governi Lega e Cinque Stelle, si trova parcheggiato a Fiumicino, di fronte agli ex hangar Alitalia, in attesa di una “qualcosa” da fare, ma che non sembra arrivare. Il Corriere della Sera ha sollevato il caso, evidenziando l’assenza di una chiara direzione riguardo al futuro di questo velivolo.

L’Airbus A340-500 era stato originariamente commissionato con l’intento di fornire un mezzo di trasporto per i membri del governo italiano, in grado di coprire lunghe distanze senza effettuare scali. Tuttavia, poco dopo l’insediamento del governo giallo-verde, il contratto con Etihad Airways è stato annullato. La decisione, affermata dal ministro dei Trasporti di allora, Danilo Toninelli, è stata accolta come una riduzione degli sprechi di denaro pubblico e delle spese inutili.

Ma è proprio così?

 

Nonostante le parole di Conte nel 2018 che esaltavano tale scelta come “sacrosanta” e tutt’altro che simbolica, l’Airbus della discordia è rimasto lì per cinque anni, attraversando quattro governi, esposto alle intemperie e senza una chiara destinazione. La responsabilità riguardo all’eventuale smantellamento del velivolo rimane sconosciuta e nessuna risposta ufficiale è stata fornita fino ad ora.

Il Corriere della Sera ha tentato di ottenere informazioni da diverse parti coinvolte nella vicenda, ma senza successo.

Un dirigente di Etihad, che ha preferito mantenere l’anonimato, ha dichiarato che “è ancora un argomento delicato e nessuno desidera esporsi”.

Ma cosa prevedono i contratti di leasing sottoscritti nel 2016?

Senza entrare nei dettagli dei costi, si può affermare che l’addio all’Airbus si è rivelato costoso per l’Italia. Secondo documenti citati da Toninelli nel 2018, l’intera operazione avrebbe comportato una spesa di 150 milioni di euro in otto anni. La voce più rilevante era quella del leasing, che ammontava a ben 81 milioni di euro, seguita da 31 milioni per la manutenzione, 12 milioni per l’handling e 4 milioni per l’addestramento dei piloti. Dopo 88 voli istituzionali, il governo ha deciso nel 2018 di annullare gli accordi con Etihad e Alitalia, portando la questione in tribunale.

Nonostante l’importanza di trovare una soluzione per questo aereo abbandonato, sembra che il futuro dell’Airbus A340-500 rimanga ancora incerto e avvolto nel mistero.

L’articolo del Corriere della Sera ha sollevato interrogativi su chi debba assumersi la responsabilità della decisione finale riguardante il destino dell’aereo. Nel frattempo, l’Airbus rimane parcheggiato nell’aeroporto di Fiumicino, esposto agli agenti atmosferici e in attesa di una risoluzione.

La situazione attuale mette in luce una serie di questioni riguardanti la gestione delle risorse pubbliche e la responsabilità dei governi successivi nel trovare una soluzione per gli sprechi passati. Mentre il caso dell'”Air Force Renzi” rappresenta un esempio di cattiva gestione delle risorse finanziarie, solleva anche interrogativi sulle decisioni prese dai vari governi che si sono susseguiti negli ultimi anni.

Storie di sprechi e di sfregi in salsa italiana

 

L’attuale situazione economica, segnata dalle conseguenze della pandemia di COVID-19, rende ancora più urgente trovare una soluzione rapida ed efficiente per l’Airbus abbandonato. L’utilizzo delle risorse pubbliche in modo responsabile e razionale è un obiettivo fondamentale per garantire il benessere della società e la fiducia dei cittadini.

Si spera che questa vicenda venga affrontata con la massima serietà e che le autorità competenti si adoperino per trovare una soluzione appropriata, tenendo conto dell’interesse pubblico e del rispetto per i fondi destinati alle necessità della collettività.

Intanto, l’Airbus A340-500 rimane come un simbolo degli sprechi e delle decisioni discutibili che caratterizzano la gestione delle risorse pubbliche in Italia. È auspicabile che questa storia serva da monito per un uso più oculato delle risorse finanziarie e per una maggiore trasparenza nelle decisioni che coinvolgono il denaro dei contribuenti. Solo così si potrà andare verso una gestione più efficiente e responsabile delle risorse pubbliche e si potrà ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

E allora anche questa vicenda dell’Airbus abbandonato a Fiumicino rappresenta un altro chiaro spreco e sfregio italiano. L’assenza di una decisione definitiva sul suo destino e la mancanza di chiarezza riguardo alle responsabilità coinvolte sollevano interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche e sottolineano la necessità di una maggiore responsabilità e trasparenza nelle decisioni governative. È fondamentale imparare dagli errori del passato per evitare futuri sprechi di denaro pubblico e per ripristinare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Solo così l’Italia potrà progredire verso una gestione più oculata e responsabile delle risorse, salvaguardando gli interessi della collettività e evitando ulteriori sprechi e sfregi.

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