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Palermo, Policlinico: ordinanze di custodia cautelare e altre misure per concorsi truccati

ESEGUITE DAI NAS 2 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE ED 11 MISURE DI OBBLIGO DI PRESENTAZIONE ALLA POLIZIA GIUDIZIARIA ED INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI.

 

Palermo, Policlinico: ordinanze di custodia cautelare e altre misure per concorsi truccati

Nel giugno del 2019 un medico del Policlinico Universitario “Paolo Giaccone” di Palermo presentava una denuncia nella quale segnalava dei comportamenti illeciti posti in essere dal Direttore di un Dipartimento del citato ospedale, in particolare che avesse influenzato un concorso universitario per la nomina di un professore ordinario.

A seguito della suddetta denuncia veniva avviata una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo e condotta da questo N.a.s., dalla quale emergevano una serie di condotte nel settore dei concorsi, verosimilmente mirate a condizionare ed alterare il naturale esito della procedura selettiva per la copertura di posti di Professore Universitario e/o Ricercatori favorendo, a prescindere dagli effettivi meriti e nell’ambito di un “patto dell’alternanza” con un altro indagato, i candidati legati ad uno o all’altro complice, grazie anche alla collusione di altri membri delle commissioni, spesso designati fra soggetti a loro vicini.

Dalle investigazioni, sviluppate anche con l’ausilio di attività tecniche, emergeva che questo obiettivo veniva perseguito con diverse metodologie, sia influendo sulle modalità di fissazione dei criteri di valutazione dei candidati e dei loro titoli, sia carpendo, con la collaborazione di membri delle commissioni, minute dei punteggi provvisori attribuiti dai commissari ai candidati e raccogliendo informazioni destinate a rimanere segrete, anche allo scopo di far redigere nuove graduatorie provvisorie o inserire, nei verbali di riunione delle commissioni, criteri di selezione più favorevoli ai candidati di loro gradimento, fino a ricorrere all’invio di lettere, di cui veniva raccomandata l’immediata distruzione dopo la lettura, nelle quali venivano segnalati i candidati di gradimento.

Nel corso della medesima indagine emergevano gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che l’anziano Dirigente, grazie alla sua posizione e ricorrendo alla collaborazione di altri medici, fra cui la figlia, nonostante non fosse stato presente, veniva ufficialmente inserito in equipe chirurgiche nei registri informatici del Policlinico di Palermo, attestando falsamente la sua partecipazione ad interventi chirurgici, compiuti in realtà da altri medici. Inoltre, essendo autorizzato a svolgere attività libero professionale in regime di cd. intra-moenia interna, risulterebbe:
– essersi appropriato di somme di denaro comprese tra i 100 e i 200 euro, che costituivano i compensi pagati da 68 pazienti per visite eseguite tra luglio 2019 ed ottobre 2020, senza riversare all’Azienda Sanitaria la percentuale ad essa spettante:
– aver omesso di comunicare all’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo lo svolgimento nel periodo di nove mesi della sua attività libero-professionale, comprendente, tra le altre, le citate visite a pagamento effettuate ai pazienti, inducendo così in errore il datore di lavoro sul rispetto del vincolo di esclusività e procurandosi un ingiusto profitto.

Inoltre il suddetto indagato, utilizzando la sua rete di relazioni, avrebbe usato la sua influenza su
alcuni sanitari compiacenti, per far rilasciare ai suoi due figli, entrambi medici, delle false
attestazioni di malattia, sia allo scopo di giustificare, mediante l’esibizione della falsa certificazione
medica al datore di lavoro pubblico, nella fattispecie strutture ospedaliere, l’assenza dal servizio ma
soprattutto, per ottenere un referto che attestasse falsamente delle lesioni subite dalla figlia e da
questa allegato successivamente ad una querela contro l’ex coniuge, che conduceva
all’instaurazione di un procedimento penale a carico di quest’ultimo, anche per il reato di lesioni
personali aggravate.

Palermo, Policlinico: ordinanze di custodia cautelare e altre misure per concorsi truccati

A conclusione della citata attività di indagine, questa mattina i militari del Nucleo
Antisofisticazione e Sanità di Palermo, con la collaborazione dei N.a.s. di Catania, Napoli e Roma
ed il supporto del personale del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, hanno eseguito un
provvedimento emesso dal G.i.p. del Tribunale di Palermo in accoglimento delle richieste della
Procura della Repubblica di Palermo, consistente in una ordinanza di:
– custodia cautelare con contestuale sottoposizione agli arresti domiciliari, in Palermo, nei
confronti dell’ex professore universitario e direttore del Dipartimento di Chirurgia dell’Azienda
Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo, attualmente in quiescenza e
della figlia, chirurgo plastico in servizio presso l’Azienda Ospedaliera Civico – Di Cristina –
Benfratelli di Palermo, in relazione ai fatti esposti ed all’episodio legato alla falsa certificazione
che sarebbe stata usata per incolpare un innocente;

Palermo, Policlinico: ordinanze di custodia cautelare e altre misure per concorsi truccati

– interdizione dai pubblici uffici della durata di mesi 12 e sottoposizione all’obbligo di
presentazione alla polizia giudiziaria nei confronti di altri 11 indagati, di cui 5 sono soggetti
in servizio presso il medesimo Dipartimento di Chirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria
Policlinico “P. Giaccone” di Palermo (un ex professore ordinario, un professore ordinario, un
professore associato, un ricercatore, un infermiere); un altro è un professore ordinario e Direttore
del Dipartimento delle Discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche dell’Università di
Palermo; un altro è il figlio dell’ex professore universitario e direttore del Dipartimento di
Chirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “P. Giaccone” di Palermo, che
all’epoca dei fatti prestava servizio presso il Policlinico di Messina e in atto è invece dipendente
del Policlinico di Palermo; 4 sono professori ordinari di Chirurgia in servizio presso le
Università di Roma (Campus Bio-Medico), Napoli (Vanvitelli) e Messina, i quali hanno
ricoperto le funzioni di Presidenti e Membri di commissioni nell’ambito di diversi concorsi
universitari.

Numerosi i reati contestati dall’Autorità Giudiziaria, a vario titolo, ai suddetti soggetti, ai quali si
aggiungono altre 10 persone indagate in stato di libertà, quali: corruzione, peculato, turbata
libertà di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso
ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio.

Nel contesto della vicenda si evidenziava, seppur per condotte autonome, anche un infermiere del
medesimo Policlinico, il quale con modalità fraudolente avrebbe attestato falsamente la sua
presenza in servizio presso la sede lavorativa nonché, in una occasione, avrebbe prelevato dei
medicinali dalla farmacia di un reparto della struttura sanitaria, per cederli ad una terza persona.

Si ribadisce che, i destinatari delle citate misure sono, allo stato, indiziati in merito ai reati
contestati e che la loro posizione sarà definitiva solo dopo l’emissione di una eventuale
sentenza passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di
innocenza.

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