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Il Conzo politeamico (di Giovanni Pizzo)

Il Conzo politeamico (di Giovanni Pizzo)

 

“Gionni, mischino, un mischino è d’uopo, era un brav’uomo”. Questo sarà l’incipit del mio elogio funebre, che vorrei affidare ad Ernesto Maria Ponte. Potrei chiamare un mio eccellente amico, allievo di Albertazzi, messinese come Shakespeare, Annibale Pavone, ma esordirebbe con un “Giovanni era un uomo d’onore”, ed eviterei questa enfasi. Mi sono deciso di celebrare il mio rito funebre al Politeama, in fondo sono più cittadino di Kaouru. Nakajima mi ha convinto, e dopo il genetliaco giapponese, un bel “Conzo” in stile palermitano sarebbe la morte sua, ora ci vuole. Lascerò al Funeral director una somma di 1.100 euro, ho calcolato dopo un’attenta analisi dell’incasso reale del Teatro panormita, per il costo dell’affitto di una sola giornata. Per non gravare sui miei figli farò una licitazione privata a preziario regionale tra Nino U’ Ballerino e Franco U’ Vasteddaro, con debito sconto, visto che dovrei pagare, si spera, con congruo anticipo. Purtroppo lo stato delle mie finanze non mi consente di ingaggiare Galati catering o Natale Giunta, mi scuso con gli ospiti.

Ma sarà comunque un conzo tradizionale, con panelline e crocchette, arancinette e sfincionellini, paninetti di rascatura e frittola, qualche bicchierino di musso e di caddume, e gli immancabili anelletti al forno. Per evitare polemiche, e preservare la dignitosa aurea culturale del Teatro, sarà tutto finger food, e senza tavoli apparecchiati. Niente fiori dunque, ma opere di bene. Unica eccezione una bouvette nel Foyer per gazzose, spume, birra e coca cola, per assorbire tutto il fritto, obbligatorio in un conzo come si deve. Per rimembrare il defunto occorre stimolare i succhi gastrici, che possono riportare alla memoria ricordi di avvenimenti condivisi, esperienze vissute, magari pure qualche screzio, ed il fritto, ripetiamo, è la morte sua. Ovviamente sarà previsto un barman per prepare attenti Martini cocktail per mio compare Vincent Terrasi e mia commare Carmencita, ed una sangria per la Sivigliana Del Sordo. Ciccio Bozzi si deve accontentare della spuma, e per l’ingegner Pavone e il noto regista di Cologno Monzese, Bisceglia, due mezze bire. Pregherei l’amica Raffaella Tregua di un sobrissimo necrologio, la sua mise potrà essere meno sobria.

Chiederò appositamente alla consigliera Giulia Argiroffi di presentare un emendamento al Consiglio comunale per consentire, oltre a compleanni, convention aziendali, matrimoni, battesimi, cresime, anche funerali con Conzo. Non c’è occasione migliore per occupare la scena in maniera teatrale. In fondo la vita è un copione relativo, poi si deve andare a braccio, tra pause e battute ad effetto, ed il vero Teatro, si dice a Palermo, è a casa mia. Dal Politeama condoglianze a tutti.

PS: Non toccatevi, accettate scherzi e provocazioni, non fate gli hater ed i sapientini, la vita è breve e conviene sorridere.

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