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Street Art a Palermo:  tra Arte e “rivoluzione” urbana.

(di Isabella Cacciatore) Street Art a Palermo:  tra Arte e “rivoluzione” urbana.

La prima “storia di quartiere” che vi racconto contiene in sè i concetti di libertà d’espressione, dipensieri controcorrente, d’arte funzionale e passione civile

E’ rivolta alle voci fuori dal coro e a coloro che non lo sono per niente, a chi sente l’impulso di dire qualcosa di socialmente utile attraverso un murale,  a chi vuole mettere in discussione le idee globali o trovare conferme rivoluzionarie.

La Street art sembra essere proprio questo: un’espressione artistica anticonformista e libera, che si manifesta specialmente in spazi pubblici come muri, palazzi o mezzi abbandonati.

Molto spesso criticata ed incompresa, oggi viene a volte definita come una nuova forma d’arte contemporanea, osservata con maggiore attenzione grazie ad opere molto discusse, di autori come Banksy.

Proprio in occasione della mostra di Banksy a Palermo, alcuni dei piu’ conosciuti Street-artist palermitani lo hanno omaggiato attraverso loro graffiti.

Non mi sono lasciata sfuggire l’occasione di parlare con Mr. Cens, uno di loro, che mi ha chiarito qualche dubbio e curiosità, oltre a raccontarmi il rapporto tra la street-art  e Palermo…lanciando anche  qualche provocazione!

Cos’è per voi la street-art?

Cens. “Secondo me la street art è un potentissimo mezzo di comunicazione, ma credo sia necessario fare una distinzione netta tra l’arte di strada autorizzata e quella illegale. Per carità, la street art autorizzata e finanziata da istituzioni ed enti locali ha fatto sì che artisti valenti potessero ricevere il riconoscimento che meritavano, ma spesso e volentieri l’estetica prevale sul messaggio. Chi lavora illegalmente, invece, per il semplice fatto di aver dipinto un muro senza autorizzazione, sta perpetuando un’azione politica in cui mette in discussione la realtà basata sul consenso e le regole che vietano di compiere una determinata azione.”

Come e perché vi siete avvicinati all’arte di strada?

  1. C. “Difficile dirlo. E’ una cosa che fa parte di me da quando ero un ragazzino. Non saprei dire quindi con esattezza come e perché.”

Come individuate i luoghi da dipingere e quali sono quelli piu’ adatti?

  1. C. “Personalmente è una questione di valore aggiunto. Cerco sempre di contestualizzare ciò che faccio nell’ambiente in cui lo faccio.”

All’estero è considerata un’opportunità per rivalutare  l’ambiente urbano. Quanto siamo distanti da questa concezione qui a Palermo?

  1. C. “Palermo negli ultimi anni si è aperta molto all’utilizzo della street art per la rivalutazione urbana, ha dato spazio ad artisti come Basik o Rosk e Loste di realizzare opere murarie di grandi dimensioni, che era difficile anche solo immaginare qui a Palermo qualche anno fa. Quello in cui pecca forse è nell’affibbiare alla Street art solo questo ruolo di riqualificazione estetica, rischiando di confinarla a semplice mezzo decorativo.”

Tutti possono cimentarsi in quest’arte?

  1. C. “Basta avere due mani.”

E a chi imbratta sculture storiche di Palermo come il leone di Piazza Pretoria?

  1. C. “Se l’imbrattamento è fine a se stesso lascia stare. Se invece vuoi tirare un secchio di vernice alla statua di Montanelli a Milano non pensarci due volte.”

La mera provocazione sulla statua di Montanelli a Milano evidenzia l’importanza del messaggio sociale che caratterizza quest’arte.

Le capacità valoriali ed estetiche della Street-art, se valorizzate nel giusto contesto, sono in grado di caratterizzare anche una città particolare come Palermo (prendiamo ad esempio il Murale di Falcone e Borsellino che sovrasta la Cala).

I ragazzi sembrano trovare una propria dimensione linguista nei murales e graffiti … e forse, lasciando più spazio alla loro espressività, potremmo dare un’ulteriore strumento alla formazione di una nuova e più consapevole società civile.

 

isabella cacciatore
Isabella Cacciatore

 

Isabella Cacciatore, 36 anni, madre, compagna e lavoratrice. Nata al nord Italia, cresciuta ed innamorata di Palermo, decide di rimanere per scelta nella “città delle contraddizioni” così come la definiva L. Sciacia. Da sempre facente parte dell’Associazionismo ed impegnata in attività territoriali, attraverso la sua rubrica darà voce alle “STORIE DI QUARTIERE” : rubrica dedicata ai quartieri della nostra bella Palermo, alle storie di vita, di luoghi, di passato e futuro; di ciò che ci riguarda ma di cui rifiutiamo il coinvolgimento, di ciò che non conosciamo, di problemi, speranze e buoni esempi. Storie nostre.

Isabella Cacciatore
Cura la rubrica “Storie di quartiere”

 

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