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Sting, la voce che ha trasformato i sogni in musica – di Salvo Nugnes

Si chiama Gordon Matthew Thomas Sumner, ma il mondo lo conosce come Sting. Nato il 2 ottobre 1951 a Wallsend, cittadina operaia del nord dell’Inghilterra, è cresciuto guardando le navi passare davanti a casa, immaginando viaggi lontani e un futuro diverso da quello segnato dalla vita di fabbrica.

Da giovane intraprende la strada dell’insegnamento, ma il richiamo delle note è più forte: corde e pentagrammi diventano il suo destino. Nel 1977 fonda i Police insieme a Stewart Copeland e Andy Summers. È l’inizio di un’avventura straordinaria: nel giro di pochi anni la band passa dai club più piccoli alle arene affollate di ogni continente. Brani come Roxanne, Message in a Bottle ed Every Breath You Take consacrano i Police nella leggenda del rock.

La voce di Sting, alta e inconfondibile, capace di essere graffiante e malinconica allo stesso tempo, diventa uno dei marchi sonori di un’epoca.

Ma nel 1984 decide di mettersi alla prova da solista. È una scelta coraggiosa, che gli permette di esplorare il jazz, la world music e sonorità nuove. Nascono così canzoni come Fragile, Englishman in New York, Fields of Gold, che ancora oggi toccano corde profonde nell’anima di milioni di ascoltatori.

Il suo percorso non è mai stato guidato dalle mode, ma da una ricerca interiore: «Non cerco il successo fine a sé stesso, cerco l’essenza» ha dichiarato più volte. I numeri parlano chiaro – oltre 100 milioni di dischi venduti, 17 Grammy, un Golden Globe, un Emmy e l’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame – ma ciò che resta davvero è la sua capacità di dare voce a sentimenti universali: amore, pace, fragilità, spiritualità.

Oggi, dopo decenni di carriera, Sting continua a salire sui palchi di tutto il mondo con la stessa intensità di sempre. Per lui la musica non è solo spettacolo, ma un atto di fede: «La musica, per me, è sempre stata una preghiera» confessa.

E forse è proprio questo il segreto di un artista capace di trasformare i sogni di un ragazzo di Wallsend in melodie immortali, che continueranno a risuonare nel cuore di intere generazioni.

Articolo del giornalista e curatore d’arte, Salvo Nugnes

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