Starmer schiaffeggia la sinistra: blocca i migranti e smaschera l’ipocrisia del PD, della Schlein e dei buonisti muti
La sinistra inglese scopre la realtà sull’immigrazione illegale, mentre quella italiana resta prigioniera del silenzio e dell’ipocrisia.

Quando la sinistra chiude i porti (in Inghilterra): Starmer rompe il tabù
L’editoriale del direttore, Francesco Panasci
Il laburista britannico vuole bloccare l’immigrazione illegale. E la sinistra italiana? Zitta, imbarazzata, muta
Keir Starmer, Primo Ministro inglese e leader del Labour Party, non è certo un conservatore. Eppure, sulla questione immigrazione illegale, ha scelto la linea dura. Altro che “porti aperti”: il suo governo vuole spezzare la catena dei trafficanti di esseri umani, fermare gli sbarchi incontrollati e mettere un freno alle gang criminali che lucrano sulla disperazione. Il tutto con un piglio che in Italia sarebbe etichettato come “fascista”. Ma lui è di sinistra. E allora? Tutti zitti.
Una sinistra con gli attributi (ma solo fuori dall’Italia)
Starmer ha parlato chiaro: stop agli sbarchi, lotta ai trafficanti, strumenti antiterrorismo per annientare le gang, rafforzamento dei confini e un Border Security Command che coordini intelligence e polizia. E ancora: un summit internazionale con oltre 40 paesi per bloccare i flussi illegali. Non parole: azioni. Altro che i fiumi di retorica a cui ci ha abituati certa sinistra nostrana.
Il coraggio (tardivo) della verità: la sinistra inglese ammette il fallimento del “buonismo”
In Inghilterra, il governo di sinistra ha avuto almeno il merito di ammetterlo: le violenze, le aggressioni, le gang giovanili, i crimini di strada, le rapine, che hanno raggiunto livelli impressionanti in molte città europee, sono causati in gran parte dall’immigrazione clandestina. Lo hanno detto i ministri, lo hanno riportato i media britannici: molti dei gruppi criminali arrestati sono composti da stranieri irregolari, spesso recidivi, provenienti da contesti culturali non integrati, in alcuni casi con legami con reti radicalizzate o criminali. Un’ondata che ha travolto l’Europa con la complicità delle stesse sinistre che oggi fanno finta di non vedere. Un’ondata incentivata da chi, per anni, ha spalancato le porte senza controllo, in nome di un “progressismo” cieco e ideologico.
Il silenzio assordante del PD, della Schlein, della Boldrini e dei “buonisti di professione”
Dove sono ora Laura Boldrini, i Verdi, i protettori di Soumahoro, i fautori del “diritto a migrare” e del “nessuno è illegale”? Semplice: in silenzio. Perché quando è la sinistra a chiudere i flussi, non fa notizia. E se a prendere provvedimenti radicali è un uomo progressista come Starmer, la narrazione si blocca. Imbarazzante? No, peggio: rivelatore.
Il cortocircuito della sinistra italiana
La verità è semplice: Keir Starmer ha avuto il coraggio di fare ciò che la sinistra italiana non ha mai nemmeno osato pensare. E il risultato è un cortocircuito ideologico: perché se a bloccare l’immigrazione illegale è un laburista, che fine fanno tutte le accuse che la sinistra lancia contro chi propone le stesse misure in Italia?
Se Giorgia Meloni o Matteo Salvini dicessero le stesse cose, sarebbe “fascismo”. Se lo fa Starmer, allora è “governo responsabile”. Due pesi, due misure. Ma oggi, il re è nudo, e la sinistra italiana lo sa. Per questo non parla.
Intanto in Italia: il referendum della sinistra tra autogol e calcolo elettorale
Mentre in Inghilterra la sinistra prende atto della realtà e agisce con fermezza, in Italia i progressisti si arroccano dietro il referendum promosso da Landini, infilandoci dentro l’abrogazione del Jobs Act — ironia della sorte, una riforma firmata proprio dalla sinistra — insieme ad altri quattro quesiti costruiti con sapiente strategia. Ma il vero nodo è il quinto punto: la concessione semplificata della cittadinanza agli stranieri. Una proposta che molti osservatori considerano una mossa per ampliare il bacino elettorale futuro, puntando su una nuova platea di voti. Il tutto rivestito dal solito lessico della giustizia sociale. Mentre altrove si chiudono i flussi illegali, da noi si tenta di legittimarli. E chi dovrebbe guidare l’opposizione, sembra più preoccupato di recuperare consensi perduti che di affrontare i problemi reali del Paese.
Questo articolo è un editoriale a firma di Francesco Panasci, direttore ed editorialista de IlModeratore.it. Esprime una libera opinione nell’ambito del dibattito pubblico, nel pieno rispetto del diritto di critica garantito dalla Costituzione italiana.







