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SINALP e Rete Zeromolestie: “Palermo soffocata dal degrado e dal buonismo politico. Basta silenzi e giustificazioni”

Il sindacato denuncia l’inerzia delle istituzioni e accusa la “cultura del perdono a tutti i costi” di aver distrutto il senso di responsabilità

“Da tempo, come Confederazione Sindacale SINALP e Rete Zeromolestie SINALP, denunciamo il degrado sempre più profondo che sta soffocando Palermo.” Si apre così la dura nota del sindacato guidato da Andrea Monteleone, segretario del SINALP Sicilia, che torna a denunciare pubblicamente una situazione ormai, a suo dire, “fuori controllo”.

Il sindacato afferma di aver scritto più volte al Prefetto, al Sindaco e al Presidente della Regione Siciliana per chiedere interventi concreti volti a restituire “dignità e sicurezza a una grande e storica città, oggi ferita nella dignità dell’intero popolo siciliano”. Tuttavia, sottolinea Monteleone, ogni richiesta “si è infranta contro il muro del silenzio e del buonismo politico”, una cultura che, secondo il SINALP, preferisce giustificare tutto in nome di una tolleranza malintesa, invece di affrontare con fermezza disordine e violenza.

“Una città soffocata dalla paura e dall’illegalità”

Per il sindacato, Palermo è diventataterreno fertile per l’illegalità diffusa, l’abusivismo, la delinquenza giovanile e la paura quotidiana dei cittadini onesti”. Sempre più persone dichiarano di avere timore a muoversi in città, soprattutto dopo episodi di violenza come l’omicidio di Paolo Taormina, il 21enne ucciso mentre cercava di difendere un coetaneo da un pestaggio. Secondo il SINALP, questa tragedia rappresenta l’ennesimo segnale di una “società alla deriva”, frutto di decenni di politiche permissive che hanno smarrito il senso della responsabilità individuale, sostituendolo con la giustificazione collettiva.

L’organizzazione sindacale afferma come “una cultura nata da principi nobili come inclusione, compassione e tutela dei più deboli si sia trasformata in un boomerang sociale, morale e istituzionale”. Chi commette reati, spiegano, viene troppo spesso descritto come vittima del sistema o delle condizioni sociali, distruggendo così il principio fondamentale della convivenza civile.

“Il perdono a tutti i costi ha creato impunità”

Il documento accusa anche la cosiddetta “cultura del perdono a tutti i costi”, che avrebbe portato a un sistema giudiziario percepito come debole. Secondo il SINALP, le pene vengono spesso ridotte, sospese o sostituite con misure alternative, alimentando la convinzione che “il rischio sia minimo e le conseguenze quasi nulle”. Il risultato, spiega Monteleone, è una società dove i criminali si sentono legittimati a ripetere le proprie azioni e i cittadini onesti si percepiscono abbandonati. Una “percezione di impunità” che, secondo il sindacato, rappresenta uno dei principali motori del degrado urbano e della violenza diffusa.“È una cultura che finisce per assolvere i carnefici e dimenticare le vittime”, si legge nel comunicato.

Natascia Pisana: “Basta premi e sconti per chi delinque”

Sulla stessa linea interviene Natascia Pisana, responsabile della Rete Zeromolestie SINALP, che ribadisce come il problema non risieda nelle leggi ma nella loro applicazione.
“Non servono nuove norme né pene più severe, ma l’esatta e rigorosa applicazione di quelle già esistenti”. La responasbile denuncia “gli sconti, le misure alternative e i premi di un sistema che rimette in libertà, in meno di 24 ore, chi le forze dell’ordine, stanche e umiliate, hanno appena arrestato”. Una situazione che, secondo la dirigente, avrebbe minato la fiducia nello Stato e reso invisibili le vittime.

Emblematico, aggiunge, è il caso del video diffuso su TikTok dal presunto omicida di Taormina, in cui il giovane cita la frase: “Tu mi arresti e per cosa?”. Per Pisana, “quella battuta, presa da una fiction su Cosa nostra, è la dimostrazione del fallimento delle politiche buoniste e del disarmo morale di intere generazioni”.

“Servono responsabilità e un cambio di rotta”

“Palermo non può più essere vittima di una politica che ha confuso compassione con debolezza, solidarietà con permissivismo, diritti con impunità. Occorre una presa di coscienza collettiva che restituisca valore alle regole, all’autorità dello Stato e alla vita umana”.

Nella conclusione del comunicato, Monteleone e Pisana auspicano che il sacrificio di Paolo Taormina non resti vano e che diventi l’emblema del riscatto dello Stato di Diritto, a tutela di tutte le altre vittime della violenza del branco.

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