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SINALP SICILIA CONTINUA L’AGGRESSIONE MEDIATICA DEI FORESTALI SICILIANI

Anche questa volta, in un momento drammatico per la stessa esistenza del sistema sociale ed economico che da sempre ha retto la nostra Nazione, salta fuori il solito luogo comune della voracità economica delle strutture pubbliche della Sicilia e della pretesa dei siciliani di essere sovvenzionati senza ricambiare alcun che.

Assistiamo all’ennesimo attacco, ormai trito e ritrito, sulle TV nazionali dei lavoratori forestali siciliani.

Un bel “pippone” morale su spreco di denaro pubblico rubato al laborioso e meticoloso nord che si trova costretto a trainare la “carretta Italia” anche per noi siciliani.

Poi la cosa ancor più grave è che l’attacco parte da un giornalista siciliano che si presta, ci auguriamo in buona fede e magari ingannato, a questo gioco al massacro contro la nostra Terra.

L’articolo continua imperterrito a ripercorrere una serie sterminata di luoghi comuni, certamente voluti dal sistema giornalistico nordcentrico e dai poteri forti che li accompagnano, per delegittimare qualsiasi richiesta, qualsiasi condizione e posizione messa in atto dalla Sicilia verso il Governo Nazionale.

Il Segretario Regionale Sinalp Sicilia, Dr. Andrea Monteleone, assieme al Segretario Nazionale del comparto forestali Sinalp, Matteo Cannella, per l’ennesima volta sono stati costretti a precisare nella conferenza stampa immediatamente istituita tutti gli errori ed i luoghi comuni espressi nell’articolo contro gli operai forestali.

Rimaniamo esterrefatti nel constatare che ancora si continua ad offendere la dignità di uomini ed operatori forestali che da circa 30 anni operano in un settore delicatissimo come la salvaguardia degli ambienti boschivi siciliani e la la loro biodiversità da precari senza alcuna prospettiva per un futuro tranquillo. Lavoratori che vengono chiamati al lavoro per 78, 101 e 151 giorni l’anno da 30 anni. Lavoratori che oggi hanno una media anagrafica di 53 anni e che nell’ultima campagna antincendio dell’estate 2020, uno di loro, Paolo Todaro di ben 67 anni è stato mandato a spegnere uno spaventoso incendio in pieno agosto e pur di adempiere al proprio dovere è morto da precario.

Buttare badilate di fango su questi precari che danno anche la vita pur di adempiere al loro dovere non è moralmente accettabile.

Invitiamo i media nazionali a concentrarsi invece sui perchè della mancata stabilizzazione di un intero comparto di operai dopo il danno subiscono anche la beffa di essere considerati sostanzialmente dei parassiti.

La Sicilia ha un numero di operai forestali, se quantificati in lavoratori a tempo pieno e non part time come invece sono, in appena 6.000 lavoratori, tanto quanto, e spesso anche di meno, delle altre grandi regioni dell’Italia, Alpi comprese.

Inoltre con l’ulteriore differenza, rispetto al resto dell’Italia, che il Demanio, in Sicilia non è dello Stato ma dei Siciliani, e questo significa notevoli incombenze, obblighi e costi in più a carico della Regione Siciliana e non dello Stato Italiano.

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