Palermo continua a fare i conti con un’ondata di violenza che preoccupa cittadini e addetti al turismo. In questo contesto, a rompere lo schema è Edy Tamajo, assessore regionale alle Attività produttive, che in un’intervista rilasciata a Balarm contesta l’idea che bastino «più agenti» per garantire sicurezza in città.
Secondo Tamajo, la repressione – pur necessaria – non è sufficiente.
Al contrario, serve “un segnale forte”, spiega, fondato su unità tra istituzioni (Comune, Regione, Stato e forze dell’ordine), su una cabina di regia interistituzionale e su un deciso investimento nella vivibilità dei quartieri.
A tal proposito, l’assessore risponde indirettamente al sindaco Roberto Lagalla, che ha recentemente affermato in un’altra intervista a Balarm che «non esiste un caso Palermo». Tamajo lo definisce «persona seria», ma mette in guardia: quando una città attira turismo e cultura, è fondamentale reggere anche alla critica e ai problemi reali.
Nel frattempo, a preoccupare sono i segnali raccolti dagli operatori del turismo e della ristorazione: cresce il timore che episodi isolati possano danneggiare la reputazione cittadina, anche in assenza di dati ufficiali. Tamajo sottolinea la necessità di agire tempestivamente, per evitare un danno reputazionale strutturale.
Pertanto, il cuore del suo ragionamento è questo: le radici del disagio sociale
Aggravato da pandemia e crisi, vanno comprese e contrastate con politiche di inclusione. Tamajo invoca non solo l’aumento della presenza delle forze dell’ordine (ringraziando il ministro Piantedosi per gli impegni annunciati), ma anche una rete di educatori, centri aggregativi e opportunità per i giovani.
L’assessore conclude: la Regione, su impulso del presidente Schifani, intende fare sistema per sostenere il tessuto produttivo di Palermo tramite iniziative culturali e sociali, con un’attenzione crescente alla partecipazione dei giovani.
Alla fine dei conti, l’intervento di Tamajo rappresenta un punto di svolta nel dibattito sulla sicurezza urbana a Palermo: una critica costruttiva che va oltre l’idea tradizionale della repressione, puntando su strategie di integrazione, coesione sociale e prevenzione. Il consiglio regionale si dichiara pronto a collaborare con tutti gli attori istituzionali e civici per un piano concreto di contrasto alla violenza, nato su misura per le peculiarità della città.
Le parole di Tamajo non sono solo una critica, ma un invito a ripensare il modo in cui si affrontano le emergenze urbane: non con interventi tampone, ma con progetti strutturali capaci di restituire ai cittadini fiducia, sicurezza e senso di appartenenza. La sfida è aperta, e Palermo non può permettersi di restare immobile.
Fonte: intervista a Edy Tamajo realizzata da Balarm su Palermo violenta – Edy Tamajo fuori dal coro: “Non basta avere più agenti, ecco cosa fare” (Balarm.it)

