Sicurezza e immigrazione: l’Europa prova a svegliarsi a Monaco
Alla Conferenza di Monaco, i leader europei discutono la gestione della sicurezza tra crisi migratoria e criminalità

Monaco al centro del dibattito sulla sicurezza: l’Europa si risveglia davanti a un problema sottovalutato per anni
14 febbraio 2025 – Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, i leader europei affrontano il tema della sicurezza interna, strettamente legato all’immigrazione irregolare e alla criminalità organizzata. Dopo anni di scelte discutibili e di un approccio frammentato, l’Europa si trova ora davanti a un’emergenza che non può più essere ignorata.
Un’Europa impreparata: la gestione superficiale dell’immigrazione
Per oltre un decennio, l’Unione Europea ha adottato politiche di compromesso che hanno gravato in modo particolare sui paesi di primo approdo, come Italia, Grecia e Spagna. Senza una chiara strategia comunitaria, questi paesi hanno dovuto affrontare un’emergenza continua, spesso lasciati soli nella gestione di flussi sempre più imponenti.
Durante il governo Renzi, ad esempio, l’Italia si trovò a gestire una delle fasi più critiche della crisi migratoria, con sbarchi incessanti e un sistema di accoglienza sotto forte pressione. Alcuni osservatori hanno collegato misure economiche, come il bonus degli 80 euro, a un tacito accordo con l’UE per accettare il peso dell’accoglienza senza un adeguato sostegno europeo.
Quartieri fuori controllo e criminalità organizzata
Nel frattempo, la situazione nelle città europee è degenerata. Intere aree urbane sono diventate territori difficili da controllare, con la criminalità organizzata che ha trovato terreno fertile per espandere le proprie attività illecite. In molte zone, le forze dell’ordine si trovano a operare in contesti di crescente insicurezza, alimentando la preoccupazione tra i cittadini.
Il risveglio tardivo dell’Europa
Con l’instabilità geopolitica in aumento e nuovi flussi migratori previsti nei prossimi mesi, l’Europa deve rivedere urgentemente le proprie politiche. La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco potrebbe rappresentare un punto di svolta, ma il rischio è che resti l’ennesima occasione mancata.
Negli ultimi mesi si è parlato di un rafforzamento delle frontiere e di accordi con i paesi di origine dei migranti, ma il problema è ben più complesso. È necessario un piano strutturale che coniughi sicurezza interna, controllo dell’immigrazione e strategie di integrazione efficaci.
L’Italia in prima linea: un cambiamento necessario
Tra i paesi più colpiti, l’Italia attende da anni una risposta chiara dall’Europa. Le richieste di maggiore supporto sono rimaste spesso inascoltate, mentre il peso dell’accoglienza ha generato tensioni interne e problemi di sicurezza. Il governo italiano si aspetta risposte concrete e non più decisioni imposte senza una reale condivisione della responsabilità.
Le sfide future: quale direzione prenderà l’Europa?
I leader riuniti a Monaco dovranno trovare un equilibrio tra la protezione dei cittadini e il rispetto dei diritti umani. Saranno necessarie misure di sicurezza più rigide, ma anche una visione di lungo periodo che affronti le cause profonde della crisi migratoria.
L’Europa ha ignorato il problema per troppo tempo. Monaco potrebbe segnare un punto di svolta o confermare l’incapacità dell’UE di affrontare una delle crisi più gravi della sua storia recente.
Il fallimento del buonismo progressista e l’errore dell’accoglienza indiscriminata
Per anni, le forze progressiste in Europa, e in particolare in Italia, hanno minimizzato il problema dell’immigrazione incontrollata, etichettando qualsiasi critica come razzismo o neofascismo. Politici come Laura Boldrini sono stati tra i principali promotori di una narrazione che vedeva l’arrivo di masse di migranti irregolari come una risorsa per il futuro, senza mai considerare i problemi legati alla sicurezza e all’integrazione. La stessa Boldrini dichiarava pubblicamente che i migranti erano “l’avanguardia“, ignorando il rischio che un’accoglienza indiscriminata e priva di regole avrebbe portato a situazioni ingestibili in molte città italiane ed europee. Chiunque osasse sollevare perplessità veniva accusato di fascismo, in un clima di censura ideologica che ha impedito un dibattito serio e costruttivo.
Oggi, con le nostre città sempre più insicure, con interi quartieri fuori controllo e con il peso sociale di un’integrazione fallita, è evidente che questo modello ha generato un danno sociale inestimabile e pressoché irrecuperabile. L’Europa, che per anni ha chiuso gli occhi davanti alle conseguenze di questa politica, sembra ora voler cambiare direzione, prendendo spunto proprio dalle misure adottate dall’attuale governo italiano di centrodestra. Se sarà davvero la volta buona per un cambio di passo, lo diranno i fatti. Di certo, gli errori del passato non potranno più essere ignorati.






