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Crisi nel centrodestra siciliano: Turano sotto molteplici accuse

In Sicilia l'asse Meloni-Salvini in frantumi

Turano è la causa della crisi nel centrodestra siciliano?

 

Crisi nel centrodestra siciliano: Turano sotto molteplici accuse e l’asse Meloni-Salvini in frantumi

Palermo, 10 giugno 2023 – La coalizione di centrodestra in Sicilia sta affrontando una serie di problemi interni che mettono in ginocchio sia l’asse Meloni-Salvini che il settore della Formazione. A pochi giorni dai ballottaggi, l’assessore regionale della lega in Sicilia, Mimmo Turano, è sotto il fuoco delle critiche da parte degli Enti e dei membri di Fratelli d’Italia. Schifani infastidito, tace.

La sconfitta subita dieci giorni fa dal centrodestra a Trapani è attribuita all’assessore Turano, che avrebbe avuto un ruolo determinante. Il candidato di Fratelli d’Italia, Maurizio Miceli, è stato battuto al primo turno da Giacomo Tranchida, un tesserato del Partito Democratico. Accanto a Tranchida, una lista riconducibile a Turano ha ottenuto il 9% dei consensi, senza il simbolo della Lega. Di conseguenza, Fratelli d’Italia ha chiesto la rimozione di Turano dalla giunta regionale.

La richiesta di FdI ha scatenato tensioni all’interno del partito, coinvolgendo anche figure chiave come la deputata Carolina Varchi, legata a Giorgia Meloni, il senatore Salvo Pogliese e il capogruppo all’Assemblea regionale siciliana, Giorgio Assenza. La situazione è arrivata a un punto tale che l’attesa per una risoluzione è diventata frenetica.

Tuttavia, le recenti visite di Salvini in Sicilia dettate da altri problemi, hanno rallentato i tempi per la decisione di Schifani. Inizialmente sembrava che Schifani fosse convinto della necessità di apportare modifiche alla squadra di governo, ma Turano, come uno dei nuovi esponenti della Lega nell’isola, gode dell’appoggio di Luca Sammartino, attuale vicepresidente della Regione e catalizzatore di voti, soprattutto nella provincia di Catania. Nessuno dei due, Schifani né Salvini, può permettersi di perdere un elemento così prezioso per un capriccio patriota. Così la situazione rimane in stallo.

Le tensioni non si limitano solo a questioni interne, ma si riflettono anche sulle Amministrative.

A Siracusa, un pezzo di Forza Italia sosterrà al ballottaggio il candidato Francesco Italia, sindaco uscente, in opposizione all’azzurro Ferdinando Messina. Ad Acireale, il candidato “prescelto” da Schifani, l’ex sindaco Roberto Barbagallo, è osteggiato dai partiti alleati del governatore a Palermo, inclusi Fratelli d’Italia, Lega e la nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.

Recentemente, è esplosa una controversia intorno al candidato Barbagallo a causa dei suoi legami con esponenti del clan mafioso Ercolano-Santapaola, noto nella provincia di Catania. Questi legami sono stati portati alla luce da un’informativa del commissariato di Polizia di Acireale e dalla Squadra Mobile. Barbagallo è stato anche condannato in primo grado per richieste illecite a un vigile urbano. La sua posizione è attualmente sotto esame da parte della commissione parlamentare antimafia e del Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che sono stati informati da Angelo Bonelli dei Verdi.

Si tratta di un caos difficile da risolvere, il quale potrebbe avere conseguenze anche dopo un eventuale successo elettorale, come la contestazione di “infiltrazioni mafiose”. Schifani, sollecitato dall’ex Iena Ismaele La Vardera, ora deputato dell’opposizione all’Assemblea regionale siciliana, a ritirare il sostegno a Barbagallo, non ha ancora preso una posizione in merito. Ha già abbastanza problemi da affrontare all’interno del suo stesso partito: Forza Italia a Catania è già divisa in due fazioni che si contendono più spazio nella giunta di Enzo Trantino. L’elezione dell’avvocato e figlio d’arte, che proviene da una famiglia politicamente impegnata nel Msi e in Alleanza Nazionale, sembrava promettere un maggiore slancio all’azione del centrodestra, ma finora si è rivelata solo l’inizio della fine.

A complicare ulteriormente la situazione c’è pure la guerra nella “Formazione”  gestita dallo stesso Turano. L’assessore si trova nel bel mezzo di problemi su problemi dove sembrerebbe non avere più il controllo.

Gli enti della formazione professionale si sono sollevati contro di lui dopo che, durante una seduta all’Assemblea regionale, ha attribuito loro la responsabilità dei ritardi negli stipendi, che sono rimasti bloccati per 8 mesi.

Questa sua dichiarazione ha riacceso la miccia delle polemiche.

 

È scattata una nuova tempesta in uno dei settori più influenti dal punto di vista elettorale.

Joseph Zambito, presidente dell’associazione Anfop che rappresenta circa cinquanta sigle, ha risposto alle parole dell’assessore affermando che invece di fare dichiarazioni del genere, Turano dovrebbe sollecitare i suoi uffici a inviare le diffide necessarie se ritiene che ci siano enti in ritardo nelle rendicontazioni. Zambito sostiene che in molti casi è l’amministrazione stessa che dovrebbe convalidare le spese degli enti, ma non lo fa. Per lui, le parole dell’assessore sono solo fumo negli occhi.

La situazione in Sicilia per il centrodestra è molto delicata. Le tensioni interne, le divisioni e le controversie stanno minando l’unità della coalizione in vista dei prossimi ballottaggi. Mentre l’asse Meloni-Salvini sembra sbriciolarsi, Schifani si trova a fronteggiare molteplici sfide all’interno del suo stesso partito. Inoltre, la controversia legata alla candidatura di Barbagallo e i problemi nel settore della Formazione Professionale stanno ulteriormente complicando la situazione. Tutto ciò potrebbe avere conseguenze significative sia per l’esito delle elezioni che per l’immagine complessiva del centrodestra in Sicilia.

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