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Presentata la “Noi Che”, l’appello “La Palermo che vogliamo”

(di redazione) Si è tenuta ieri (21 maggio 2021) la conferenza stampa di presentazione dell’appello alla partecipazione attiva per la costruzione del programma della città per le prossime amministrative, promosso all’interno di uno spazio di confronto tra forze politiche progressiste e di sinistra, associazioni e singole cittadine e cittadini, denominato “Noi Che”. L’appello “La Palermo che vogliamo”, ha dichiarato Gaspare Semprevivo, nasce dalla volontà di definire un percorso condiviso, utile alla costruzione di una visione e di una pratica politica partecipate, per la crescita sociale e civile della nostra città. Con questo appello, ha proseguito Alberto Mangano, già sottoscritto da oltre 200 donne e uomini, giovani e meno giovani, operatori sociali, ambientalisti, professionisti e militanti politici, si vuole aprire uno spazio di discussione e di confronto, che chiamiamo “cantieri per il programma”, necessario come esercizio democratico ma anche come assunzione di responsabilità nei confronti della città da considerarsi come “bene comune”. Un laboratorio politico-culturale che ci permetterà di mettere in moto quel processo nuovo e partecipato per costruire un fronte largo e progressista, in vista del 2022. Tra i firmatari, Gianni Silvestrini, Direttore scientifico Kyoto Club, ha posto la centralità della transizione ecologica della nostra società grazie alle grandi potenzialità che si apriranno dal 2022 al 2026 con l’arrivo dei fondi del Piano nazionale ripresa e resilienza che consentiranno di intervenire non solo sui fronti della mobilità sostenibile e della riqualificazione urbana, ma anche nella creazione di nuove opportunità di lavoro. Naturalmente occorrerà una chiara e incisiva capacità di visione e di progettazione per riuscire ad intercettare e valorizzare i fondi europei.” Per Nino Rocca, operatore impegnato nel mondo del sociale , occorre non limitarsi soltanto a redigere un progetto su come vorremmo che cambi la città di Palermo ma cominciando ad operare già da oggi il cambiamento a partire dai problemi ancora non risolti, individuando alcuni dei nodi che bloccano la macchina amministrativa e scioglierli attraverso un procedimento partecipativo. In molti casi i soggetti responsabili della paralisi della stessa macchina sono i burocrati con cui occorre dialogare e trovare il modo per risolvere i vari problemi. In altri termini tra i soggetti del cambiamento devono esserci anche loro. Ha poi elencato alcuni di questi problemi non risolti : La residenza negata a causa della occupazione abusiva in virtù del decreto legge Lupi; i ritardi nei pagamenti alle associazioni accreditate a cui è stato affidato un servizio e ai proprietari che hanno dato in affitto l’appartamento ad una famiglia indigente; le Municipalizzate che sono quasi del tutto paralizzate e incidono sulla qualità dei servizi ai cittadini. Anche in questo caso occorre aprire un dialogo con gli amministratori e con persone esperte per capire come il sistema delle aziende pubbliche può migliorarsi. Aprire un dialogo con le altre forze sociali a partire dai senza casa, agli imprenditori per delineare operativamente dei percorsi che avviino nuove possibilità occupazionali. Le nuove forme di comunicazione, attraverso l’uso del big data e gli algoritmi, per orientare le scelte verso il Bene Comune. Alberto Giampino, direttore del CESVOP, ha dichiarato “ho firmato il documento “La Palermo che Vogliamo” perché guardando la città come è non possiamo che rammaricarci per la fiducia data a chi aveva promesso di sapere cosa e come fare. Credo che la storia di un impegno laico e cattolico non possa che chiedere un cambio di passo; almeno nel rispetto delle persone che ho avuto la fortuna di avere quali maestri come: Padre Pino Puglisi o anche semplicemente in una piccola parrocchia di quartiere S. Teresa del Bambino Gesù. Ma potrei dire di donne Uniche e Indimenticabili come Sarina Ingrassia, Bice Mortillaro Salatiello o Alessandra Siragusa, per non parlare dell’oggi in cui Mariangela Di Gangi, Aida Portolano, Antonietta Fazio e tanti altri ed altre quotidianamente permettono a questa città di essere ancora dignitosa e prendersi cura dei più fragili, più piccoli e bisognosi. Ma un ultimo motivo da padre di una ragazza di 14 anni ed un ragazzo di 17 fatemelo dire. La città che Vogliamo può esserci solo se oltre a fare veri percorsi partecipati si approverà il Regolamento per i Beni Comuni e si investiranno seriamente i fondi per il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) e per il Piano Ambientale ed Energetico comunale. Con un ruolo della società civile, proprio come richiedono le leggi più innovative e la sentenza N.131 della Corte costituzionale, nella co-programmazione della spesa e nella co-progettazione delle attività, per spendere bene le risorse ma rimanendo sentinella delle cittadine e dei cittadini a prescindere di chi sarà eletto nel 2022”. Emanuele Villa, impegnato nella formazione politica. ”Ho aderito all’appello “La Palermo che vogliamo” perché organizzare un percorso partecipativo per la costruzione del Programma del nuovo governo della città si può fare, anzi l’abbiamo già sperimentato con i Cantieri del Programma partecipato per Rita Borsellino Presidente per le elezioni regionali del 2006. Ma direi di più: si deve fare per dare voce alla città, per mobilitare energie, intelligenze, territori. Ma bisogna evitare il rischio di “parlarci tra noi”. Bisogna allargare i confini, uscire dai recinti e rivolgerci a quel popolo che non sappiamo neanche se sia di sinistra ma è fato di gente perbene, di persone serie, di soggetti che vogliono cambiare questa città. E’ necessario però saper ascoltare e presentarsi con una grande dose di umiltà. E prioritariamente, prima ancora di rivolgersi ai partiti e alle tradizionali forze sociali, occorre incontrare quelle realtà di cambiamento che sono tante e che si sono sviluppate in questi anni nelle periferie, nel centro storico, nel resto della città, impegnate nell’inclusione sociale, nella riqualificazione urbana, nel volontariato, nella tutela ambientale, nella creazione di nuovo lavoro. E questo percorso, infine, non può limitarsi al periodo elettorale, ma deve continuare nel tempo perché finalmente a Palermo si possa svolgere una vera e propria azione di monitoraggio civico, di controllo sull’operato dell’Amministrazione, insomma di cittadinanza attiva”. Alla conclusione della conferenza stampa è stata annunciata la indizione di una assemblea cittadina per avviare il processo dei “Cantieri per il programma”.

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