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Siccità in agricoltura, la CIA Sicilia Orientale: «Situazione critica, serve una gestione razionale dell’acqua»

Servono interventi strutturali e una visione strategica a lungo termine.

Le piogge invernali non sono bastate a risolvere il problema della siccità in Sicilia. La stagione irrigua 2025 si apre sotto il segno della prudenza. A sottolinearlo è Giosuè Catania, presidente della Confederazione degli agricoltori CIA Sicilia Orientale, che dopo il primo vero weekend di caldo di quest’anno invita a non abbassare la guardia: «Non è tempo di fare allarmismi, ma sarebbe un grave errore pensare che la crisi idrica sia superata. L’acqua va governata con parsimonia, altrimenti finisce o si disperde».

La situazione nelle campagne siciliane, sebbene non drammatica come lo scorso anno, resta delicata. I danni provocati dalla passata stagione irrigua pesano ancora, con perdite gravi per i comparti cerealicolo e zootecnico. La rete idrica, che oggi conta circa 900 chilometri di canali obsoleti, serve oltre 9 mila ettari di superficie agricola. Tuttavia, molte delle reti secondarie e terziarie risultano fuori uso o abbandonate, rendendo la distribuzione dell’acqua una vera e propria sfida.

Per ogni turno di irrigazione della durata di 21 giorni, sono necessari circa 16 milioni di metri cubi di acqua, con un fabbisogno giornaliero che si aggira attorno ai 700 mila metri cubi. In questo contesto, il ruolo delle infrastrutture esistenti risulta cruciale ma non sempre adeguato. La diga Pozzillo, uno degli invasi più importanti del bacino, può contenere non oltre 35 milioni di metri cubi d’acqua, una capacità ridotta che rischia di compromettere gli adacquamenti in alcune aree a rischio.

Interventi urgenti e strategia a lungo termine

Situazione diversa per il Biviere di Lentini, che attualmente è colmo con i suoi 100 milioni di metri cubi d’acqua. Tuttavia, i consueti problemi legati agli alti costi per il sollevamento e alla fragilità della rete distributiva limitano la possibilità di servire l’intero territorio. È quindi fondamentale, secondo Catania, che le strutture consortili e il personale impegnato nella gestione idrica facciano il massimo sforzo per garantire una distribuzione razionale ed equa, auspicando anche nell’aiuto della Provvidenza per qualche benefica pioggia estiva.

Il presidente della CIA Sicilia Orientale riconosce l’impegno dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura, che sta pianificando interventi per rendere più funzionali gli invasi e le condotte dopo anni di incuria. Tuttavia, avverte che le risorse attuali non basteranno per coprire tutte le esigenze, soprattutto nelle zone più fragili.

Secondo Catania, è ora necessario guardare oltre l’emergenza e puntare su una strategia a lungo termine. Servirebbe una governance unitaria delle risorse idriche, con una rete di invasi e condotte progettata secondo il principio dei vasi comunicanti. Il futuro invaso di Pietrarossa potrà rappresentare un elemento strategico in questa visione più ampia.

Infine, il presidente della CIA Sicilia Orientale sottolinea l’urgenza di un piano complessivo che affronti le criticità strutturali. Dopo decenni di ritardi, è indispensabile mettere in sicurezza e collaudare gli invasi, rifare le reti idriche principali, sistemare le traverse e garantire la manutenzione continua dei canali e degli affluenti. Solo così sarà possibile garantire acqua alle campagne siciliane in modo sostenibile e duraturo.

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