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“Elisa” sta bene. Nessun crollo ma percorso emozionale

Continuano le polemiche per l’opera di Sassolino ai quattro Canti

E’ stata inaugurata  ai Quattro Canti l’opera di Arcangelo Sassolino, intitolata dallo stesso artista “Elisa”, voluta dalla Fondazione Falcone e dal Comune in occasione del trentennale delle stragi.

Per giorni la maestranze hanno lavorato in piazza Vigliena, lo storico quadrivio che divide la città in quattro mandamenti, incuriosendo i palermitani e i tanti turisti. Si tratta di una  installazione  composta da una pedana esagonale in cemento dalla quale emerge il braccio meccanico di un escavatore che questa mattina è stato messo in funzione.

Il braccio avrebbe iniziato lentamente a danneggiare il basolato emettendo degli strani suoni, per poi cadere e rovinare il piano di cemento armato posto alla base; nessuno incidente né malfunzionamento,  spiegano gli organizzatori, ma semplicemente  una “performance” programmata, un “percorso emozionale” dell’opera.

La Fondazione Falcone, presentando l’opera, l’ha così descritta: “Nel salotto della più fragile grande bellezza dell’architettura storica della città, la brutalità del cemento, seppur temporaneo, e l’ottusità della macchina demolitrice, che mangia tutto, anche il suo stesso altare di presunzione. Opera dissacrante, spastica, accusatoria verso quella palude culturale che fa urlare contro l’arte contemporanea nei luoghi storici e premia gli indifferenti, ai moderati che negli anni hanno taciuto sull’abusivismo speculativo di Cosa nostra e del Sacco di Palermo”.

L’opera già nei giorni scorsi è stata fortemente criticata  dal popolo web che l’ha definita una “cagata pazzesca”; sull’argomento è intervenuto l’Assessore alle Culture Mario Zito che ha precisato che “si tratta di un’opera assolutamente provvisoria, nulla di definitivo”  chiarendone il significato ed il collegamento alle celebrazioni in memoria del trentennale delle stragi di Falcone e Borsellino.

“Elisa” è testimonianza di una operazione culturale che ha raggiunto l’obiettivo prefissato. “Un’immagine meccanica della contemporaneità che non vuole competere come scultura ma come concetto” ha dichiarato Vittorio Sgarbi alla vigilia dell’inaugurazione.

L’opera di Arcangelo Sassolino vuole evocare i tanti saccheggi architettonici e urbanistici che la mafia ha compiuto in tutta Italia, in particolare a Palermo .

L’opera  vuole inoltre essere un’accusa nei confronti di chi grida contro l’arte contemporanea nei luoghi storici, ed è proprio a piazza Vigliena in  uno dei luoghi  più belli e significativi della città di Palermo, che l’aggressività del cemento e  l’ottusità della macchina demolitrice, che mangia tutto,  entrano a forza con la loro stridente presenza.

Caterina Guercio

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