Sette arresti a Palermo per spaccate e danneggiamenti: blitz della Polizia di Stato
Eseguite ordinanze cautelari per furti, tentata estorsione e danneggiamenti, confermando l’impegno contro la criminalità nel quartiere Borgo Nuovo

In data odierna, la Polizia di Stato, tramite la Squadra Mobile di Palermo, ha eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. di Termini Imerese, su delega della Procura della Repubblica locale. L’ordinanza applica la misura della custodia in carcere per sei persone e degli arresti domiciliari con controllo elettronico per altre due, tutte coinvolte in numerosi episodi di furto aggravato, ricettazione, tentata estorsione e danneggiamento avvenuti tra febbraio e marzo 2025 nella provincia di Palermo.
I destinatari delle misure cautelari sono: N.N. (23 anni), S.M. (23 anni), D.F.A. (20 anni), L.V.D. (20 anni), M.L. (18 anni), tutti in carcere, mentre C.A. (22 anni) e B.G. (55 anni) sono agli arresti domiciliari con controllo elettronico. Al momento, solo uno dei soggetti sottoposti alla custodia cautelare in carcere è ancora ricercato.
Indagini accurate nel quartiere Borgo Nuovo
Le indagini, condotte dalla 5^ Sezione Investigativa della Squadra Mobile – specializzata in “Reati contro il Patrimonio” – e coordinate costantemente dalla Procura di Termini Imerese, hanno ricostruito un quadro indiziario grave a carico degli indagati, tutti appartenenti al contesto criminale del quartiere palermitano Borgo Nuovo. Sono stati collegati a diversi reati contro il patrimonio, commessi con particolare violenza e metodicità.
Le attività investigative hanno utilizzato monitoraggi tecnici, riscontri dattiloscopici, analisi di immagini di videosorveglianza e perquisizioni con sequestri. È emerso che gli arrestati hanno compiuto numerosi furti in esercizi commerciali, sia nel capoluogo che nella provincia, usando il metodo della cosiddetta “spaccata”. Questa tecnica consiste nell’utilizzare veicoli rubati per sfondare le vetrine e accedere ai locali da depredare.
Tentata estorsione con il metodo del “cavallo di ritorno”
Le indagini hanno anche evidenziato un grave quadro indiziario contro N.N., ritenuto responsabile, in concorso con un’altra persona, di un episodio di tentata estorsione. Il reato riguarda il furto di un veicolo seguito dalla richiesta di denaro al proprietario per restituirlo, pratica nota come “cavallo di ritorno”.
La Questura di Palermo precisa che la responsabilità penale degli indagati sarà definita solo dopo eventuali sentenze definitive, nel pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza.