Sei nuove aree interne riconosciute in Sicilia: tre finanziate, tre in attesa di fondi

Schifani: “Un passaggio strategico per l’utilizzo dei fondi europei e il rilancio dei territori marginali”

Aree interne, via libera a sei nuove unioni di Comuni in Sicilia

La cabina di regia nazionale approva sei nuove aree: tre finanziate dallo Stato e tre con riconoscimento tecnico.

La Sicilia potrà contare su sei nuove aree interne, riconosciute dalla cabina di regia nazionale PNRR. Tre di queste beneficeranno di fondi Snai, le altre tre godranno del solo riconoscimento istituzionale.

Tre aree con finanziamento nazionale

Durante la riunione tenutasi a Palazzo Chigi, la cabina di regia nazionale ha approvato sei nuove aree interne siciliane che si aggiungono alle cinque già attive. Tre saranno finanziate nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne: Etna-Nebrodi-Alcantara, Corleone e Troina. L’annuncio arriva direttamente dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.

Oltre alle aree finanziate, sono stati riconosciuti positivamente, pur senza copertura Snai, anche i progetti dell’area di Mussomeli – Valle dei Sicani, Santa Teresa Riva – Valli Joniche e Palagonia – Calatino Sud Simeto. Un passaggio importante che consente comunque ai Comuni coinvolti di avviare percorsi di investimento e programmazione.


397 milioni dal FESR 2021-2027

«Le aree interne rappresentano parte integrante della strategia per la spesa dei fondi europei su base territoriale e apprezziamo il riconoscimento della cabina di regia Pnrr, che rafforza il riconoscimento già realizzato dagli uffici regionali con l’attribuzione di 397 milioni di risorse del Fesr 2021-2027» ha dichiarato Renato Schifani.

L’assessore Alessandro Dagnino, presente all’incontro per conto della Conferenza delle Regioni, ha sottolineato: «La Sicilia possiede alcune tra le aree interne più vaste dell’intera strategia nazionale. Si tratta di una sfida per garantire vitalità al territorio siciliano che i Comuni devono saper sfruttare. Consentirà, infatti, di realizzare un piano di investimenti che punta all’innovazione in materia di energia, rifiuti, infrastrutture, valorizzazione dei beni ambientali e culturali, gestione delle emergenze, quali, ad esempio, rischio sismico e dissesto idrogeologico, nonché alla creazione di servizi per la conciliazione vita-lavoro».

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