Il caso Cerno-Ruotolo: il confronto su Rete 4 e il paradosso della libertà di espressione nella sinistra italiana
La sera del 27 gennaio 2025, durante la trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, si è consumato un acceso confronto tra Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, e Sandro Ruotolo, giornalista ed eurodeputato. Il dibattito, condotto da Nicola Porro, ha acceso i riflettori su un tema centrale nel panorama politico italiano: la gestione del dissenso e il doppio standard nella difesa della democrazia da parte della sinistra.
Lo scontro in diretta: Ruotolo contro Cerno
L’argomento principale della puntata era il fenomeno Trump-Musk, due figure che hanno diviso l’opinione pubblica globale. Durante la discussione, Ruotolo ha denunciato la presenza di segnali autoritari, citando episodi come l’uso del saluto romano e la politica dei rimpatri forzati dei migranti irregolari, da lui definiti “deportazioni”.
Cerno, in risposta, ha sottolineato l’ipocrisia della sinistra, che si proclama paladina della democrazia e della libertà di espressione, ma che nei fatti non accetta il confronto con chi ha idee diverse. Il dibattito si è acceso quando Ruotolo ha interrotto più volte Cerno, impedendogli di esprimere il proprio punto di vista. Cerno ha quindi denunciato un atteggiamento di intolleranza ideologica, per cui chi non aderisce alla narrazione progressista viene delegittimato o messo a tacere.
Tommaso Cerno: da direttore de “L’Espresso” a “Il Tempo”
Questo scontro mediatico assume un significato ancora più profondo se si considera il percorso di Tommaso Cerno. Giornalista serio e autorevole, Cerno ha avuto una carriera di alto livello, arrivando a dirigere testate storiche come L’Espresso, voce storica della sinistra italiana. Nel 2018 è stato eletto senatore del PD, ma ben presto ha iniziato a criticare le contraddizioni interne al partito.
Nel 2021, deluso dalla linea politica del PD, ha lasciato il partito, lamentandone la deriva ideologica e il distacco dai reali problemi del paese. Questo lo ha portato alla direzione de Il Tempo, giornale storicamente vicino al centrodestra, sancendo un cambio radicale nel suo posizionamento politico e culturale.
Il paradosso della sinistra e la libertà di espressione
Lo scontro su Rete 4 tra Cerno e Ruotolo è emblematico del paradosso della tolleranza, concetto teorizzato dal filosofo Karl Popper. Secondo questa teoria, una società aperta deve essere intollerante verso l’intolleranza per preservarsi. Ma chi decide cosa è intollerabile?
Il caso Trump-Musk è esemplare: Trump è stato bandito da Twitter fino a quando Elon Musk non ha acquisito la piattaforma e ripristinato il suo account, dichiarando di voler ristabilire la libertà di espressione. Questo ha scatenato critiche da parte della sinistra, che ha accusato Musk di favorire l’estremismo. La domanda allora è: se la libertà di espressione è un valore assoluto, perché temere il confronto di idee?
Il declino della sinistra nel mondo e l’ascesa delle destre
Se in tutto il mondo la sinistra continua a perdere terreno e il centrodestra cresce, un motivo ci sarà. I cittadini dei vari paesi sono ormai stanchi della visione ideologica con i paraocchi della sinistra, che sembra incapace di comprendere – o non vuole accettare – che il mondo sta cambiando. Le idee progressiste imposte per decenni non trovano più consenso, e la prova è il crescente successo delle forze politiche conservatrici in Europa e negli Stati Uniti.
Uno dei temi più divisivi è quello dell’immigrazione. Esponenti della sinistra, come Ruotolo, hanno più volte dichiarato che “non esiste la clandestinità”, una posizione che di fatto smentisce le stesse leggi nazionali sui flussi migratori. Ma se la clandestinità non esiste, allora le regole degli Stati non hanno più alcun valore? La maggior parte dei cittadini non condivide questa visione e chiede piuttosto un’immigrazione regolata, che garantisca sicurezza e sostenibilità.
La democrazia è a geometria variabile?
L’episodio di Quarta Repubblica e il percorso di Tommaso Cerno pongono un interrogativo fondamentale: la libertà di parola è davvero garantita per tutti o è diventata un concetto selettivo?
Se la democrazia è il valore più alto, allora chi la difende dovrebbe garantire che tutte le voci possano esprimersi liberamente, senza censure ideologiche. Finché il dissenso verrà trattato come una minaccia e non come una risorsa, il rischio sarà quello di una democrazia a senso unico, dove la libertà è concessa solo a chi si conforma al pensiero dominante.
In questo contesto, la figura di Tommaso Cerno emerge come una voce autorevole nel denunciare un problema reale: la sinistra italiana, nel nome della democrazia, rischia di diventare essa stessa il più grande ostacolo al libero confronto delle idee.
La sinistra e il verde che uccide
Altro punto di scontro è il Green Deal, promosso dalle sinistre con la retorica del salvataggio del pianeta. Ma a quale prezzo? Il green imposto sta distruggendo intere economie, soprattutto nei paesi produttori come l’Italia, penalizzando le coltivazioni agricole, imponendo diete basate su insetti e obbligando i cittadini a ristrutturare le loro case con costi insostenibili. La transizione ecologica non può avvenire a lacrime e sangue, senza un piano realistico che tuteli i lavoratori e le imprese.
California in Fiamme: Il Fallimento delle Politiche Green e le Accuse di Trump
Un esempio emblematico delle conseguenze di una gestione ideologica delle risorse naturali è rappresentato dai devastanti incendi che hanno colpito la California nel gennaio 2025. Questi roghi hanno distrutto vaste aree dello stato, causando la morte di numerose persone e la distruzione di oltre 16.000 edifici. Di fronte a questa tragedia, si è aperta una guerra di accuse tra Donald Trump e il governatore democratico Gavin Newsom.
Trump ha puntato il dito contro Newsom, accusandolo di aver trascurato la gestione delle risorse idriche a causa di politiche ambientali eccessivamente rigide. In particolare, il tycoon ha denunciato il fatto che, per proteggere specie come lo sperlano del delta, la sinistra californiana avrebbe limitato la disponibilità d’acqua per le operazioni di soccorso, lasciando i vigili del fuoco senza risorse sufficienti per combattere le fiamme.
Dal canto suo, Newsom ha replicato affermando che i serbatoi locali erano pieni e che la mancanza d’acqua non era dovuta alle politiche ambientali, bensì a una domanda senza precedenti durante l’emergenza. Tuttavia, il caso ha riacceso il dibattito sull’efficacia delle politiche green promosse dalla sinistra e sulla loro reale sostenibilità di fronte a eventi catastrofici.
Questo episodio evidenzia come l’adozione di misure ambientali senza una valutazione pragmatica delle esigenze umane possa portare a conseguenze drammatiche. La rigidità ideologica delle sinistre in tema di ambiente, anziché proteggere il territorio, rischia di compromettere la sicurezza dei cittadini. Ancora una volta, il dogmatismo progressista si scontra con la realtà dei fatti, spingendo sempre più elettori a cercare soluzioni alternative nelle forze di centrodestra.
Fonte: The Guardian |
Fonte: Wall Street Journal
Questo modello ideologico imposto non piace più alla gente, e il problema è che la sinistra sembra essere l’unica a non averlo capito. La politica deve adeguarsi ai cambiamenti sociali ed economici, ma i progressisti continuano a insistere su un’agenda che la maggioranza dei cittadini rifiuta. È proprio questa miopia a spingere sempre più elettori verso il centrodestra, che si pone come alternativa concreta e pragmatica alla crisi di un sistema ormai in declino.