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Salis e la casa altrui: quando l’ideologia diventa legittimazione al furto

L’eurodeputata dei Verdi suggerisce di occupare le case sfitte e tassare i proprietari: il paradosso della sinistra che attacca chi rispetta le regole

Europarlamento alla rovescia: Salis promuove l’occupazione delle case “sfitte” e più tasse per chi le possiede

L’eurodeputata sostenuta dalla sinistra vuole colpire la proprietà privata e legittimare l’illegalità in nome di una visione ideologica

Ilaria Salis, eurodeputata eletta con il supporto dei Verdi e della sinistra radicale, nelle sue dichiarazioni pubbliche e interventi mediatici continua a suggerire che le case “sfitte” andrebbero tassate pesantemente e addirittura occupate da chi ne ha bisogno. Una visione che alimenta l’illegalità e che scardina i principi fondamentali della proprietà privata e della legalità.

Per la Salis, chi possiede immobili non utilizzati dovrebbe essere penalizzato fiscalmente e moralmente. Una logica che rovescia il concetto di diritto, trasformandolo in strumento di colpevolizzazione per chi ha costruito qualcosa con sacrificio e fatica.

Quando l’ideologia sostituisce il buonsenso

Fortunatamente, Salis non è al governo. Ma il fatto che certe idee vengano promosse nelle sedi istituzionali europee fa riflettere. È la prova evidente di come una parte della sinistra, scollegata dalla realtà quotidiana, preferisca colpire il merito e la legittimità per inseguire modelli ideologici obsoleti e pericolosi.

Proporre di aumentare le tasse sui proprietari di case – magari anziani, piccoli risparmiatori o famiglie – significa colpire la base economica della società. E farlo in nome di un presunto “diritto alla casa” fondato sull’esproprio o sull’occupazione, rappresenta un pericoloso salto nel vuoto democratico.

Il paradosso sociale della sinistra ideologica

Se davvero dovessimo seguire il modello di giustizia sociale proposto da Ilaria Salis, allora varrebbe tutto. Secondo la sua logica, chi non ha una casa dovrebbe poterne avere una anche occupandola, a discapito di chi ne è legittimo proprietario. È il concetto distorto che il bisogno giustifica la violazione della legge.

Ma se questo principio si estendesse a ogni ambito della vita, allora chi non ha un conto in banca – o ha pochi risparmi – dovrebbe potersi sentire legittimato a entrare nel conto corrente altrui e “prelevare” ciò che ritiene gli manchi, in nome di una parità economica imposta. Oppure chi non riesce a pagare le tasse potrebbe tranquillamente astenersi dal farlo, perché c’è già qualcuno che ne paga troppe. Così, spinti da questa ideologia, si potrebbe giustificare anche chi ruba una vacanza, una macchina, un gioiello, perché “qualcun altro se lo può permettere”.

Questa non è equità: è una deriva pericolosa che annulla ogni senso di responsabilità individuale e ogni rispetto per le regole comuni. È un rovesciamento culturale dove il confine tra diritto e sopruso viene spazzato via in nome di un’ideologia che premia il disordine e la prevaricazione.

Una sinistra che premia l’illegalità

Promuovere l’occupazione delle case come soluzione abitativa non è solo un messaggio pericoloso, ma profondamente ingiusto verso chi rispetta le regole. La narrazione della Salis normalizza l’idea che la violazione delle leggi sia una forma di riscatto sociale. Un messaggio gravissimo, specie se lanciato da chi siede nelle istituzioni europee.

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