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Rissa tra stranieri in via Maqueda, turisti in fuga: Palermo sotto assedio

Residenti e imprenditori denunciano: il centro storico ostaggio di violenza e spaccio.

Palermo, nuova rissa in via Maqueda: coltelli e vetri contro, turisti nel panico

Violenza in pieno centro storico: residenti e circoscrizione denunciano da tempo la mancanza di controlli

26 agosto 2025 — Ennesimo episodio di violenza in pieno centro a Palermo. Oggi, poco dopo le 13, all’altezza del vicolo Santa Rosalia in via Maqueda, una decina di cittadini di origine tunisina si sono affrontati con coltelli e cocci di bottiglia. La scena, rapida e brutale, ha terrorizzato i turisti presenti, molti dei quali sono fuggiti in preda al panico.

Il fatto

Sangue e urla hanno segnato il tratto pedonale della via, tra i più frequentati dai visitatori. Alcuni dei protagonisti hanno riportato ferite gravi alle mani e alle braccia. «I turisti sono scappati, avevano le facce sconvolte, terrorizzate» – raccontavano alcuni testimoni al Giornale di Sicilia. Alla vista dei carabinieri è seguito un fuggi fuggi generale. Secondo le stesse fonti, alcuni degli aggressori sono volti noti legati allo spaccio di droga nella zona.

Immigrazione e criminalità

Non si tratta di un episodio isolato. Le risse, i traffici e gli episodi di violenza che coinvolgono gruppi di stranieri sono ormai cronaca quotidiana in molte città italiane. A Palermo, come a Milano o Torino, la criminalità straniera è sempre più visibile: piccoli clan che si contendono piazze di spaccio, controlli di strade e attività illecite. È il frutto di un’immigrazione spesso senza regole e senza prospettive, che porta molti a scivolare nell’illegalità.

La retorica dei dati non basta a nascondere la realtà: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dichiarato recentemente che a Palermo i reati sarebbero diminuiti del 14%. Ma questa cifra, pur rilevante sul piano statistico, non può diventare un tranquillante per le istituzioni e per la comunità. La percezione reale dei cittadini racconta altro: insicurezza crescente, zone franche, e un centro storico che troppo spesso diventa terreno di scontro tra bande.

Le denunce dei residenti e degli imprenditori

Il quartiere non è nuovo a episodi simili. «Tra via Case Nuove e Arco di Cutò è un percorso maledetto – dichiarava al Giornale di Sicilia Antonio Nicolao, vice presidente della prima circoscrizione –. Morti, feriti da accoltellamenti, risse, spaccio, bivacco e molestie alle donne sono la consuetudine. Lo abbiamo detto con gli esposti, attraverso la stampa e lo continuiamo a dire da oltre due anni».

A preoccupare non sono solo i residenti. Anche diversi imprenditori della zona, titolari di locali e attività commerciali, hanno denunciato più volte il danno d’immagine per il centro storico. Episodi del genere allontanano i visitatori e creano un clima di paura, vanificando gli sforzi di chi investe per rendere la città più accogliente e sicura.

Il nodo sicurezza

Il 6 agosto scorso, in prefettura, il ministro dell’Interno e il sindaco avevano ribadito che Palermo non è tra le città più insicure, citando una diminuzione dei reati. Una posizione che, secondo Nicolao, si traduce in una sostanziale inerzia: «Mi pare che queste dichiarazioni siano le motivazioni per non aumentare con immediatezza la presenza delle forze dell’ordine in strada, anche se alcuni sindacati di polizia ribadiscono la diminuzione negli ultimi anni di 15 pattuglie a fronte delle 25 e di 200 agenti».

Il contrasto tra statistiche e vita reale resta evidente. Palermo continua a vivere tra turismo e degrado, tra promozione culturale e criminalità diffusa. La città, crocevia del Mediterraneo, non può permettersi che il suo cuore storico diventi ogni giorno palcoscenico di violenza.

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