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Restaurato il baldacchino monumentale della basilica di Sant’Anna: un patrimonio restituito alla comunità

Un importante intervento finanziato dall’Assessorato regionale dei Beni culturali che restituisce alla comunità un prezioso bene artistico e culturale.

Si sono conclusi i lavori di restauro del baldacchino monumentale della basilica soluntina di Sant’Anna, a Santa Flavia, in provincia di Palermo. L’intervento, diviso in due fasi e finanziato dall’Assessorato regionale dei Beni culturali con un investimento di oltre 132 mila euro, è stato realizzato dalla ditta Comes di Catania, seguendo il progetto curato dalla Soprintendenza dei beni culturali di Palermo.

Il valore dell’intervento e le parole dell’assessore

L’assessore regionale Scarpinato ha sottolineato l’importanza dell’opera: «Restituiamo un bene prezioso alla comunità e contribuiamo a preservare la memoria storica e culturale del territorio». Grazie a questo restauro, un elemento di grande valore artistico e simbolico torna a splendere, rafforzando il legame tra il patrimonio culturale e la cittadinanza locale.

«Ogni volta che restituiamo un bene alla comunità – dice l’assessore ai Beni culturali e all’identità siciliana, Francesco Paolo Scarpinatocompiamo un gesto che preserva la memoria e l’identità di un luogo. Interventi come questo, non solo salvaguardano opere di valore dall’usura del tempo, ma custodiscono le nostre radici e trasmettono alle future generazioni la cultura e l’identità dei nostri territori».

I lavori di restauro

La prima parte dei lavori ha riguardato la conservazione strutturale del baldacchino. Attacchi di termiti e altri insetti xilofagi, infatti, avevano compromesso la stabilità della struttura, rendendo indispensabile il consolidamento statico dell’intera opera. Successivamente, si è proceduto alla riconfigurazione plastica delle parti mancanti e alla ricollocazione di elementi decorativi che si erano staccati dalla loro collocazione originaria. Per valorizzare il prezioso bene culturale, unico nel territorio, è stato redatto un secondo progetto che ha permesso il completamento del restauro estetico del baldacchino. Con questo intervento, attraverso la rimozione degli scialbi e la reintegrazione cromatica delle pitture e delle dorature, si è riportata alla luce la preziosa decorazione originaria caratterizzata da finti marmi e dorature.

La storia del baldacchino monumentale

L’imponente baldacchino realizzato alla fine del XVIII secolo, è opera della collaborazione tra il maestro lignario palermitano Domenico Di Stefano e il decoratore Antonio Pellegrino. L’opera, pur essendo realizzata in legno, emula con verosimiglianza, attraverso laccature e dorature, il marmo e il bronzo dorato. L’ideazione viene tradizionalmente ascritta all’architetto neoclassico Antonio Interguglielmi che sviluppò motivi decorativi tardobarocchi. Dal punto di vista architettonico-decorativo il manufatto, alla lontana, appare ispirarsi al grande baldacchino di Gian Lorenzo Bernini in San Pietro in Vaticano. Nel primo quarto del XX secolo un intervento aveva nascosto, sotto un consistente strato di cementite industriale, le laccature e le dorature che conferivano preziosità all’opera, forse per nascondere eventuali mancanze o per conferirgli una maggiore sobrietà.

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