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Report dei Comuni Italiani destinatari di beni mobili confiscati

Rimandati il 62% dei Comuni Italiani destinatari di beni mobili confiscati. Il Comune di Palermo tra i Capoluoghi  di Regione oltre la sufficienza.

 

“Rimandati” è il primo Report nazionale sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali, presentato da Libera e promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino; un primo appuntamento di una serie di iniziative in occasione dell’anniversario dei venticinque anni dall’approvazione della Legge 109/96.

Il Report di Libera, frutto di un lavoro di monitoraggio che ha avuto inizio nel mese di maggio 2020 e conclusosi il 31 ottobre 2020, vuole focalizzare l’attenzione sulla insufficiente trasparenza e mancata pubblicazione dei dati dei comuni italiani in merito ai dati sui beni confiscati che insistono nei loro territori in quanto sono proprio i comuni ad avere la responsabilità maggiore di promuovere il riutilizzo dei patrimoni confiscati. Il primo dato ricavato dal lavoro di monitoraggio effettuato è quello più immediato che risponde alla semplice domanda: quanti comuni italiani destinatari di beni immobili confiscati pubblicano l’elenco sul loro sito internet, così come previsto dalla legge?

Su 1076 comuni monitorati da Libera, destinatari di beni immobili confiscati,670 non pubblicano l’elenco sul loro sito internet. Ciò significa che ben il 62% dei comuni è totalmente inadempiente sul livello di trasparenza della ‘filiera” della confisca dei beni mafiosi; inoltre di questi, la maggior parte lo fa in maniera parziale e non pienamente rispondente alle indicazioni normative. Il primato negativo in termini assoluti spetta ai comuni del Sud Italia compreso le isole con ben 392 comuni che non pubblicano elenco, segue il Nord Italia con 213 comuni e il Centro con 65 comuni che non pubblicano dati. A livello regionale tra i più “virtuosi”, di quelli che raggiungono o superano il 50% dei comuni che pubblicano l’elenco, si registra la Basilicata con il 67% dei comuni che pubblicano l’elenco, Marche con il 60%, Emilia Romagna e Liguria con il 50% dei comuni e Lazio che con il 49% si avvicina di molto. Tra le regioni meno trasparenti: Umbria dove solo il 14% dei comuni pubblicano elenco, Trentino Alto Adige (25%), Abruzzo (26%), Sardegna (27%) Toscana e Veneto (31%), Lombardia (32%) Campania (34%).

Su 406 Comuni, che hanno pubblicato un elenco di beni, è stato costruito un ranking mediato nazionale: su una scala da 0 a 100 dove la media è pari ad 49.11 punti.

Per mettere in luce le potenzialità dei dati raccolti e le azioni di cittadinanza attiva è stato realizzato sempre da Libera un focus su alcuni capoluoghi di regione: Ottime le performance di Milano (90.43), Genova (80.87), Roma (80.87) e Napoli (76.52). Oltre la sufficienza Reggio Calabria (65.22) e Palermo (61.72). Solo Bologna (42.61) e Firenze (46.96) non riescono a superare la media del 49.11 del ranking nazionale.

Il Comune di Palermo, da sempre sensibile alla problematica, come si evince dai dati, ha superato l’esame con un punteggio oltre la sufficienza. Sul sito istituzionale del Comune è infatti possibile consultare l’elenco dei siti affidati, gli enti gestori e le finalità. Inoltre l’affidamento avviene sempre tramite procedure di evidenza pubblica. L’ultimo Avviso pubblicato, di concessione immobili confiscati alla criminalità organizzata, risale al 3 Aprile 2020.  Il 22 Marzo 2021 è la scadenza fissata per le Associazioni ammesse per accedere alla seconda fase: quella di presentazione dei progetti aventi ad oggetto le seguenti priorità tematiche: Sociale, Culturale, Educativo e Ludico Ricreativo, Verde Creativo, Servizi di Protezione Civile.

Caterina Guercio

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