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Vampe di San Giuseppe: individuati e denunciati i facinorosi del 19 marzo

La Polizia di Stato sgomina la rete degli artefici del caos nelle tradizionali celebrazioni palermitane

Un’operazione di precisione delle forze dell’ordine mette fine all’illegalità, individuando e deferendo alla giustizia i principali responsabili degli scontri e dei falò abusivi.

 

Palermo, 27 marzo 2024 – La città di Palermo si è nuovamente confrontata con la controversa tradizione delle “vampe di San Giuseppe”, una pratica che ogni anno, in occasione della festa del santo, vede numerosi quartieri popolari allestire grandi falò con accumuli di legno, mobili vecchi, e suppellettili. Nonostante il profondo radicamento culturale di questa usanza, essa solleva seri problemi legati alla sicurezza pubblica e privata, oltre a provocare significativi danni ambientali a causa delle dense e tossiche colonne di fumo generate dalle combustioni.

Quest’anno, le autorità locali, consapevoli dei pericoli associati a tali eventi, hanno adottato misure preventive senza precedenti. Già diverse settimane prima della festività di San Giuseppe, il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica aveva pianificato un’intensa attività di controllo, con lo scopo di individuare e neutralizzare per tempo gli accumuli di materiale infiammabile destinati ai falò. Quest’operazione ha visto un’ampia collaborazione tra le diverse forze dell’ordine: Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Municipale, Vigili del Fuoco e personale della RAP, che hanno lavorato insieme, coprendo strategicamente l’intero tessuto urbano palermitano, anche con il supporto di unità in abiti civili per una maggiore discrezione.

Nonostante l’intensificazione dei controlli e la presenza costante sul territorio, la vigilia di San Giuseppe ha purtroppo confermato la difficoltà di contenere del tutto il fenomeno. In particolare, nei quartieri della Kalsa, Ballarò, Albergheria, e in piazza Sant’Anna al Capo, si sono verificati episodi di tensione e confronto con le forze dell’ordine, culminati in scontri diretti. Alcuni gruppi di giovani, determinati a mantenere viva la tradizione a dispetto delle proibizioni, hanno reagito con violenza all’intervento delle autorità, lanciando sassi, bottiglie e utilizzando fuochi d’artificio e bombe carta contro gli agenti.

Nei giorni successivi agli scontri, una rigorosa attività investigativa ha portato all’identificazione di 25 individui coinvolti nei disordini, 18 dei quali, inclusi 14 minori, sono stati deferiti alle autorità giudiziarie per reati quali danneggiamento aggravato, getto pericoloso di cose, incendio e resistenza a pubblico ufficiale. Questa operazione di polizia ha svelato un’organizzazione quasi militare da parte degli indagati, evidenziando una premeditazione e una determinazione nell’affrontare le forze dell’ordine che ha allarmato le autorità.

I danni materiali risultanti dagli scontri includono il ferimento di agenti delle forze dell’ordine e la distruzione di veicoli e attrezzature. Le autorità hanno annunciato che seguiranno azioni legali per il risarcimento dei danni e sono previsti ulteriori provvedimenti per prevenire il ripetersi di simili episodi, evidenziando un impegno costante nella lotta alla violenza urbana e nella promozione di una cultura della legalità e del rispetto reciproco

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