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Permessi retribuiti per animali: il Parlamento riconosce un legame familiare

Naturalmente serve buon senso: l’obiettivo è conciliare il lavoro con la cura responsabile e affettuosa dei nostri animali.

Arriva in Parlamento una proposta di legge che potrebbe cambiare in modo significativo il rapporto tra lavoro e affettività familiare. La norma prevede permessi retribuiti per i lavoratori che devono prendersi cura del proprio cane o gatto malato, o affrontarne la perdita. Un riconoscimento che mira a colmare un vuoto giuridico, trasformando in diritto ciò che finora era affidato solo alla sensibilità dei datori di lavoro e all’interpretazione dei giudici.

La proposta, oggi all’esame della Camera dei deputati, prevede fino a tre giorni di permesso retribuito in caso di morte dell’animale familiare e otto ore annuali per visite o cure veterinarie urgenti, a condizione che vi sia una certificazione veterinaria e che nessun altro in famiglia possa occuparsene.

Un principio che affonda le sue radici in una sentenza della Corte di Cassazione del 2018 (n. 15076), la quale aveva già riconosciuto il diritto di assentarsi dal lavoro per assistere un animale malato, includendo questa esigenza tra i “gravi motivi personali e familiari”.

Un tema di civiltà e coerenza con la realtà sociale che viviamo”. Rosati sottolinea come “milioni di famiglie italiane condividano la propria vita con uno o più animali, riconosciuti come esseri senzienti dall’articolo 13 del Trattato di Lisbona e dall’articolo 9 della Costituzione” – Piera Rosati, presidente nazionale di Lndc Animal Protection

Naturalmente, come sempre in queste situazioni, serve buon senso: l’obiettivo è conciliare il lavoro con la cura responsabile e affettuosa dei nostri animali.

Trascurare un animale in stato di bisogno configura un vero e proprio reato di abbandono. Proprio su questo principio si basa tutta la materia: se non curare un animale malato è un illecito, non concedere al lavoratore la possibilità di prendersene cura rischia di creare una contraddizione legale. Dare permessi retribuiti per assistere o salutare il proprio compagno a quattro zampe non è quindi solo un gesto di civiltà, ma anche un modo per tutelare il rispetto della legge e il benessere degli animali.

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