PD, Sala e Milano: il silenzio che costa credibilità
Garantismo a orologeria e frasi di rito: così la linea d’attesa lascia la città senza risposte.

PD e caso Sala: la strategia del silenzio che logora la politica
Dossier milanese e indagini sull’urbanistica: il partito prende tempo, parla per formule e rinuncia alla chiarezza.
Milano 12 agosto 2025 — la città di Sala è sotto i riflettori giudiziari. Invece di guidare il confronto pubblico, il Partito Democratico sceglie l’attesa: una comunicazione misurata al millimetro, nessuna assunzione di responsabilità politica, zero parole chiare alla città.
Il copione: attendere che l’onda passi
Quando la tempesta tocca i vertici, scatta lo schema dell’attesa prudente: si invoca il garantismo, si promettono “verifiche”, si lascia evaporare il dibattito. È un pattern del silenzio che disorienta l’elettorato e alimenta sfiducia. La politica non è solo gestione dei dossier: è anche trasparenza e parola pubblica.
Schlein, regina del “mutismo rosso”
Su questa scena Elly Schlein è impeccabile nel ruolo: messaggi calibrati, nessuna presa di posizione netta sul merito, profilo basso per non incrinare equilibri interni. Mutismo rosso, lo si chiami così: non semplice cautela, ma scelta politica di non esporsi. Risultato? La base resta senza una linea, la città senza una lettura e l’opposizione con un assist.
Lo schema europeo: parole rare, responsabilità assenti
Il copione non è solo milanese. Anche altrove, di fronte a scosse che toccano figure apicali, prevale la tattica del silenzio operativo: dichiarazioni rare, nessuna iniziativa politica forte, zero autocritica. Protegge nell’immediato, ma alla lunga consuma credibilità e leadership.
La politica ha un dovere semplice: dire come stanno le cose e cosa si intende fare. Il silenzio comunica, eccome. E oggi dice questo: non vogliamo problemi. Ma i problemi, senza parola e responsabilità, diventano più grandi.
La Milano di oggi vive una doppia emergenza: da un lato una microcriminalità sempre più visibile, arrogante e impunita, dall’altro una gestione urbanistica finita nel mirino della magistratura con un’inchiesta che scuote il cuore dell’amministrazione. Due facce della stessa medaglia: la percezione diffusa che le regole valgano solo per i deboli, mentre ai piani alti – siano essi le strade del centro o i palazzi del potere – tutto sia negoziabile. A forza di chiudere un occhio sul degrado e l’altro sulle stanze dove si decide il destino della città, Milano rischia di scoprire che la vera emergenza non è un’inchiesta o una rapina, ma la convinzione che tutto sia possibile… perché nessuno paga mai davvero.
Milano è una città che si vive o che si percepisce? Per il PD è solo un problema di narrazione, per chi ci abita è la realtà di ogni giorno.







