PASSANTE FERROVIARIO: LA METROPOLITANA CHE PALERMO NON SA DI AVERE

(di Roberto Di Maria - Eppur si muove)

Giovedì scorso, 3 giugno, durante un sopralluogo alla nuova stazione di Capaci, effettuato dall’ assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone, accompagnato dal sindaco Puccio e dall’assessore regionale al territorio ed Ambiente Toto Cordaro, ho avuto modo di osservare da vicino le complesse opere realizzate in corrispondenza di questa nuova infrastruttura di trasporto.

La nuova stazione si aggiunge alle altre 19 in esercizio dall’8 ottobre 2018 lungo i 35 km del passante ferroviario di Palermo. Altre tre sono tuttora in fase di costruzione all’interno della città di Palermo: Papireto, Lazio e De Gasperi.

La prima è legata ai lavori per il completamento della galleria sotto vicolo Bernava, appena consegnati, con ultimazione prevista per il 2024; Lazio in corrispondenza dell’incrocio tra questa importante arteria urbana e Viale delle Alpi, è in avanzata fase di progettazione come la successiva, De Gasperi situata al termine della via omonima.

Un’altra stazione è prevista in corrispondenza del nuovo centro ospedale ospedaliero Ri.Med di Carini e ne è stata preannunciata la progettazione proprio in questi giorni.

Queste opere vanno a completare un complesso sistema infrastrutturale ferroviario che serve sia la città di Palermo che il suo hinterland nord-occidentale con un asse a doppio binario comprensivo di 23 stazioni. I lavori, iniziati nel lontano 2008, sono stati anche l’occasione per importanti interventi di riqualificazione urbana, essendo stati eliminati qualcosa come 22 passaggi a livello e liberate aree molto estese dove il binario, adesso in galleria, correva in superficie. A Capaci, ad esempio, è stata realizzata una nuova strada, la via Primo Carnera, lunga oltre 800 metri che comprende quasi 200 nuovi posti auto e graziose aree verdi.

Il Passante ferroviario, il cui costo al termine dei lavori supererà 1.200 milioni di euro, può definirsi, senza alcun dubbio, l’opera più complessa mai realizzata nell’area metropolitana di Palermo.

In un mio studio pubblicato sulla rivista del Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani “La Tecnica professionale” di marzo 2020, ho accertato che questa infrastruttura potrà diventare l’asse fondamentale della mobilità nell’intera area metropolitana, con una potenzialità di oltre 85.000 passeggeri trasportati ogni giorno.

Una potenzialità che, purtroppo, non è stata colta appieno dalle istituzioni locali: basti pensare che i treni in servizio su questa linea sono soltanto due ogni ora, per un servizio che avrebbe l’ambizione di diventare “metropolitano”.

Troppo pochi: uno dei due treni, peraltro, è un “regionale veloce” e non ferma in tutte le stazioni, lasciando servite soltanto da un treno l’ora stazioni come Tommaso Natale ed Isola delle Femmine.

Ciò avviene perché, purtroppo, la programmazione dell’infrastruttura non è stata affiancata da un’altrettanto adeguata programmazione del servizio: capita spesso in Italia, dove si pensa a realizzare le opere pubbliche ma non a gestirle.

Il servizio ferroviario, qui come in tutta la rete ferroviaria siciliana, dipende da un “contratto di servizio” stipulato tra la Regione e Trenitalia: tutto il traffico regionale ferroviario deve rientrare entro un certo numero di km-treno, remunerati con risorse che, evidentemente, non bastano. Oltre ai collegamenti tra le varie città, occorre considerare i servizi metropolitani che riguardano non soltanto il passante di Palermo, ma anche quello di Catania e la metro-ferrovia di Messina, dove i treni disponibili sono ancora di meno.

Mettere più treni sul passante di Palermo significherebbe toglierli da qualche altra parte, creando problemi che è facile immaginare: insomma, per le dimensioni della rete e la domanda presente nella nostra regione, la coperta è troppo corta. Si pensi che, ad esempio, su territorio di estensione pressoché assimilabile, la Lombardia spende ogni anno per il trasporto ferroviario quattro volte più della Sicilia.

Ho spesso lamentato questa scarsa disponibilità di risorse per un sistema di trasporto dall’altissima sostenibilità che, per di più, trova un gradimento sempre crescente fra gli utenti: basti pensare che sullo stesso passante palermitano si sono registrati, nel primo anno di esercizio, oltre un milione di viaggiatori.

L’assessore Falcone, che indubbiamente si è impegnato molto per il potenziamento del trasporto ferroviario, seguendo di persona quasi ogni singolo cantiere siciliano, ha dichiarato che farà il possibile per incrementare le risorse messe in campo.

Dobbiamo sperare che ci riesca, perché ciò consentirebbe di sfruttare adeguatamente opere come il Passante, che potrebbe offrire ai palermitani fino ad un treno ogni 5 minuti, laddove oggi occorre aspettarne 30. Il servizio, in tal modo, diventerebbe veramente “metropolitano” e fornirebbe ai cittadini un ottimo motivo per abbandonare l’automobile e convertirsi al mezzo pubblico.

Dando anche un senso ad opere pubbliche il cui parziale utilizzo, come abbiamo visto, finisce per vanificare la spesa di ingenti somme ed i disagi subiti durante la loro costruzione.

 

ROBERTO DI MARIA

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