LavoroPrimo PianoSicilia

Part time SAS, i sindacati chiedono il full time: “Serve rispetto e un salario dignitoso”

Cobas Codir, Confintesa e Fisascat Cisl sollecitano il governo regionale a trasformare i contratti part time in full time già dalla prossima legge di stabilità

I sindacati Cobas Codir, Confintesa e Fisascat Cisl tornano a chiedere con forza la trasformazione dei contratti part time in full time per il personale attualmente in servizio presso la SAS – Servizi Ausiliari Sicilia, che comprende anche i lavoratori ex PIP ed ex Keller.

“Continua il nostro incondizionato impegno affinché il Governo della Regione individui, già a partire dalla prossima legge di stabilità regionale, le risorse necessarie che possano permettere di trasformare l’attuale contratto part time in full time del personale attualmente in servizio presso SAS” –  dichiarano Michele D’Amico (Cobas Codir), Rosario Greco (Confintesa), Stefano Spitaleri e Giovanni Parrino (Fisascat Cisl).

I rappresentanti sindacali spiegano di aver chiesto una audizione all’II Commissione Legislativa dell’ARS per sensibilizzare il Governo regionale sul tema. “Durante i lavori dell’audizione abbiamo sostenuto che l’obiettivo di qualunque amministrazione pubblica non deve essere solo quello di porre fine al precariato, ma anche di garantire un contratto a tempo pieno e indeterminato che riconosca dignità lavorativa e un salario umanamente dignitoso. In questo momento, infatti, il personale part time di SAS percepisce un salario ben al di sotto della soglia di povertà, come dimostrato da una simulazione fatta sul sito dell’Istat”

I sindacalisti precisano inoltre che, per quanto riguarda il personale ex PIP, l’attuale contratto part time rappresenta “una misura provvisoria dettata da precisi paletti giuridici, fissati dall’accordo Stato–Regione Siciliana di cui alla delibera di Giunta n. 3 del 12 gennaio 2021. Quell’accordo, ricordano, non consentiva di superare il budget di spesa di 31 milioni di euro previsto per questi lavoratori dalla legge regionale 25 maggio 2022, n. 14.

“La rivisitazione dell’accordo Stato–Regione avvenuta nell’ottobre 2023 permette oggi alla Regione Siciliana di utilizzare maggiori risorse economiche, e questo consente di incrementare la provvista economica destinata ai lavoratori e di conseguenza il loro monte ore settimanale”.

Secondo i sindacati, l’attuale impiego part time dei lavoratori ex PIP ed ex Keller non risponde alle reali necessità operative degli enti presso cui il personale è dislocato, con ricadute sui servizi istituzionali offerti ai cittadini.

“Non basta apprendere che la Sicilia sia la regione che cresce più di qualunque altra quando i lavoratori che gravitano nell’orbita del finanziamento regionale e operano presso la SAS non arrivano neanche alla metà del mese. Serve un maggiore potere di acquisto, che genererebbe una crescita reale della ricchezza interna dell’isola, trasformando i numeri dell’economia in benessere concreto per le famiglie e in servizi migliori per la collettività” – concludono D’Amico, Greco, Spitaleri e Parrino –

La richiesta dei sindacati non è solo una rivendicazione economica, ma una fotografia di una Sicilia che cresce nei report, ma continua a trattenere migliaia di lavoratori in una condizione sospesa. Ora la Regione dovrà dimostrare se quella “crescita” può davvero tradursi in diritti, stabilità e dignità per chi manda avanti, ogni giorno, la macchina pubblica.

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio