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Sanità in Sicilia. Tra innovazione e sviluppo: intervista a Giovanni Albano, Presidente della Fondazione Giglio di Cefalù.

La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs e la Fondazione Giglio di Cefalù hanno costituito un partenariato per qualificare ulteriormente l’offerta sanitaria dell’ospedale siciliano e ampliare la gamma delle prestazioni per lo “sviluppo di un centro di eccellenza nell’ambito della ricerca e dell’alta formazione a prevalente orientamento oncologico”.

Il progetto è regolato da una convenzione della durata di dieci anni.  Nel piano presentato dalla Fondazione Gemelli è previsto, nei dieci anni, il trattamento in regime di ricovero di 15.805 pazienti: dai 729 del primo anno ai 2.068 del decimo anno.

Il Presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Dott. Giovanni Albano, ha risposto ad alcune domande per approfondire meglio quest’importante azione a livello regionale, occasione per il territorio siciliano.

Come nasce l’idea della partnership tra la Fondazione Giglio di Cefalù ed il Gemelli di Roma?  E perché ha un valore così importante in ambito sanitario?

Non è stata solo un’idea ma  soprattutto il frutto di atti amministrativi e legislativi condotti dal governo Musumeci e dall’ assessore Razza, i quali hanno richiesto l’ingresso di un partner che potesse qualificare e ampliare ancor di più l’offerta sanitaria d’eccellenza di questa struttura.

Oggi, in realtà, il partenariato con la Fondazione Gemelli di Roma ha tra gli obiettivi primari la diminuzione dei “drg di fuga”. Molti cittadini siciliani, sono costretti a recarsi in altre strutture, al di fuori della Sicilia, per poter ricevere cure adeguate. Vogliamo fare la nostra parte per evitare che i pazienti debbano affrontare questi sacrifici economici ed organizzativi, ma non solo.

Quali attività vi proponete di sviluppare insieme?

Le attività sono prevalentemente indirizzate sulla chirurgia oncologica e ginecologica, sull’endometriosi, sulla chirurgia del pancreas, sulla chirurgia del fegato, chirurgia bariatrica ed endochirurghica. Ecco perché stiamo cercando di essere punti di riferimento per tutti i siciliani per :

  •  patologie grave obesità
  •  diagnosi e trattamento tumori della tiroide
  •  chirurgia ginecologica
  •  trattamento dell’endometriosi
  •  chirurgia robotica
  •  trattamento delle neoplasie mammarie
  •  diagnostica di forme tumorali dell’apparato digerente
  •  Anatomia Patologica e Diagnostica Molecolare

L’Istituto Giglio è molto presente in ambito mediatico anche per la sua scelta di sviluppo tecnologico. Quanto è importante in ambito sanitario puntare su un’alta tecnologia?

L’alta tecnologia. al giorno d’ oggi, è un’opportunità.  Innanzitutto per chi opera in ambito sanitario e soprattutto per i pazienti, perché si riescono a dare cure adeguate. Diventa anche un elemento attrattivo per tutte le persone che hanno bisogno di cure.

Facciamo un esempio. In ambito urologico,  la laparoscopia e la robotica sono elementi necessari. In tutto il mondo le urologie competitive, in grado di dare buone cure a pazienti affetti da prostatite, necessitano di queste tecnologie e noi ci siamo adeguati a questa esigenza dotandocene.

Nel prossimo futuro quali sono le attività mediatiche che stanno mettendo in capo?

La Fondazione Giglio di Cefalù è molto presente. Ci sono state delle indagini che hanno certificato che siamo tra le aziende sanitarie più presenti sulle varie piattaforme social come Instagram e Facebook.

Abbiamo un ufficio di comunicazione coordinato da un giornalista molto qualificato. Continuiamo sempre, però, a lavorare per migliorarci. La comunicazione è fondamentale in questo progetto ambizioso quale il partenariato con la Fondazione Gemelli di Roma, poiché non vogliamo rivolgerci solo all’utenza siciliana ma a tutto il sud e del bacino del Mediterraneo.

Infatti, a tal proposito, abbiamo da pochi giorni concluso un accordo con una società di Milano, esperta in Digital Social, che ci aiuterà e ci supporterà a diffondere le informazioni utili attraverso le varie piattaforme, per raggiungere più facilmente l’utenza desiderata ed il relativo target di riferimento.

Come state affrontando questa l’emergenza Covid?  

E’ stato un impegno organizzativo gravosissimo per tutta la struttura. Non abbiamo avuto reparti Covid ma siamo stati coinvolti nel contenimento organizzativo per impedire il contagio. Abbiamo cercato di dare risposte sanitarie ai tanti pazienti dell’area metropolitana che non trovavano disponibilità in altri ospedali perché, quest’ultimi, impegnati in prima linea nelle cure di pazienti colpiti Covid.

Quindi abbiamo aumentato la nostra offerta sanitaria aprendo gli ambulatori il sabato e la domenica. Abbiamo fatto volentieri e con grande senso di responsabilità la nostra parte, continuando a garantire l’offerta sanitaria rivolta a pazienti con patologie differenti dal Covid ma non per questo trascurabili.

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