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Scatta il piano sicurezza: tre “zone rosse”, più agenti e 2,7 milioni per la videosorveglianza

Vertice al Viminale tra Schifani, Lagalla e Piantedosi: rafforzamento immediato delle forze dell’ordine e nuove misure per riprendersi una città che non vuole più vivere nella paura

Più uomini, più controlli, più occhi elettronici puntati sulla città. Il vertice di oggi al Viminale tra il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Renato Schifani e il sindaco Roberto Lagalla segna un punto di svolta nella gestione della sicurezza a Palermo. L’obiettivo, dicono, è chiaro: rafforzare l’ordine pubblico in modo immediato e strutturale, senza aspettare i tempi lunghi della burocrazia.

Alla riunione ha partecipato anche il capo della Polizia Vittorio Pisani, che ha messo nero su bianco l’impegno del Viminale a potenziare da subito la presenza delle forze dell’ordine in città. Un piano che anticipa quanto deciso dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e che promette un aumento progressivo di agenti nei prossimi tre mesi.

Telecamere e controlli a tappeto

Nel pacchetto di misure c’è un investimento da 2,7 milioni di euro per la videosorveglianza: una rete di occhi digitali che coprirà sempre più zone sensibili, mentre sul terreno si moltiplicheranno i posti di blocco, le perquisizioni e le operazioni interforze.

Tra le novità anche il raddoppio del numero di vigili urbani in arrivo e la possibilità di affiancare vigilanza privata alla polizia municipale nei quartieri meno caldi. Una mossa che suona un po’ come un “tamponamento d’urgenza” nell’attesa di forze fresche.

Palermo a colori (rossi): le nuove aree sotto lente

Da oggi il centro storico avrà tre aree a sorveglianza speciale: Vucciria, Teatro Massimo e Maqueda-Stazione. Tre “zone rosse” dove scatteranno controlli più serrati e dove chi è già noto alle forze dell’ordine potrà essere allontanato in tempo reale.

Il presidente Schifani ha annunciato che la Regione metterà mano al portafoglio per integrare i progetti di sicurezza con fondi propri, puntando anche su tecnologie digitali avanzate. Tradotto: più telecamere, più software, più Stato visibile.

Le dichiarazioni

Ringrazio il ministro Piantedosi per la sua immediata disponibilità a riceverci dopo la mia telefonata. Mi ero recato al Viminale insieme al sindaco Lagalla per fare il punto sulla sicurezza a Palermo e oggi possiamo registrare risultati concreti. L’incontro ha confermato la volontà comune di rafforzare la sinergia tra governo nazionale, Regione Siciliana e amministrazione comunale per garantire più sicurezza, più legalità e maggiore serenità ai cittadini di Palermo. Un plauso va alle forze dell’ordine per la maxi operazione allo Zen di stamane, un segnale forte della presenza dello Stato nei quartieri più difficili” – Renato Schifani

L’incontro di oggi segna un passaggio fondamentale per il rafforzamento delle politiche di sicurezza a Palermo. Ringrazio il ministro per l’attenzione e per l’impegno immediato che porterà a un incremento delle forze dell’ordine e a nuovi investimenti nella videosorveglianza, pari a 2,7 milioni di euro. Esprimo inoltre gratitudine al presidente Schifani per la disponibilità a integrare con risorse regionali le misure di sicurezza e le tecnologie di controllo. A questo si aggiunge la possibilità – da noi proposta e accolta – di raddoppiare il numero degli agenti municipali in fase di reclutamento. Inoltre, si avvia un percorso per valutare l’uso integrato di vigilanza privata in aree a rischio più contenuto, a supporto della polizia locale. Palermo vive una fase di crescita ma ha bisogno di maggiore ordine e legalità: l’amministrazione comunale continuerà a lavorare con determinazione per garantire ai cittadini sicurezza e fiducia nello Stato. Infine, rivolgo il mio sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per la massiccia operazione di controllo interforze allo Zen” – Roberto Lagalla

Una città che vuole sentirsi di nuovo tranquilla

La stretta sulla sicurezza arriva in un momento delicato per Palermo, tra episodi di violenza, proteste dei residenti e quartieri che chiedono più presenza dello Stato. Le nuove misure non bastano da sole, ma il segnale politico è chiaro: Palermo non vuole più rassegnarsi alla paura. E, per una volta, dal Viminale non sono arrivate solo parole.

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