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Sport e scuola. In Sicilia un progetto dedicato ai docenti di sostegno e delle scuole primarie e infanzia: “Natural moving”

“Sport e scuola” è un binomio di cui il rapporto è da sempre molto discusso.

In molti paesi europei, per non citare gli U.S.A., l’attività motoria è parte integrante della formazione dell’individuo sin dall’istruzione primaria. Sono anche molte le competizioni ormai famose tra Università in vari sport.

In Italia però, sembriamo esser sempre un passo indietro. In Sicilia anche due. L’attività motoria nelle scuole primarie è irrisoria e spesso sostituita da altre attività. L’ora di sport diviene il momento ricreativo o superfluo nelle scuole medie e superiori. Anche i docenti a volte non hanno le competenze adeguate, e le strutture dedicate (quali palestre o aule) sono fatiscenti o non esistenti.

Sempre in Sicilia però, c’è chi non solo crede nell’importanza formativa e migliorativa dello sport sin da piccoli, ma fa di più: agisce.

Ecco perché oggi parliamo di “Natural moving” con il Prof. Giovanni Caramazza, Coordinatore di Educazione Motoria, Fisica e Sportiva USR Sicilia. Il progetto in questione è molto importante per diverse motivazioni: la competenza, l’inclusione sociale ed il miglioramento fisico e psichico degli studenti.

Ad oggi, qual è la situazione dello sport all’interno delle scuole?

La Legge 88 del 1958 (voluta da Aldo Moro che viene considerato il padre dell’educazione Fisica) ha disciplinato in forma organica tutta l’Educazione Fisica, con il riconoscimento della materia come obbligatoria e prevedendo nel pomeriggio le esercitazioni complementari di avviamento alla pratica sportiva (6 ore settimanali oltre le 2 curriculari).

Nel 1978 la Carta internazionale per l’Educazione Fisica e lo Sport, adottata dall’Unesco, assegnava un ruolo fondamentale alla presenza ed all’importanza dell’attività motoria e dello sport nella scuola, al fine di equilibrare e rafforzare i legami tra l’educazione fisica e le altre componenti dell’educazione.

Viene pertanto evidenziata la necessità di assicurare le lezioni di educazione fisica su base giornaliera intese come una parte obbligatoria dell’istruzione primaria e secondaria. Nonostante le suddette indicazioni, nel 2009 in Italia, per mezzo di una circolare il Ministero ha ridotto drasticamente le 6 ore complementari di educazione fisica pomeridiane a circa 20 ore l’anno.

Nel 2014 l’Unesco, attraverso un’indagine rileva il gap tra le politiche dell’educazione fisica per la scuola e la loro effettiva attuazione evidenziando l’inadeguatezza dell’attribuzione oraria nel curricolo, della formazione degli insegnanti (in particolar modo nella scuola primaria), delle infrastrutture, delle attrezzature sportive, delle risorse economiche e la presenza di barriere che non favoriscono l’inclusione degli alunni con disabilità.

In Italia, nonostante le Indicazioni nazionali per il curricolo riconoscano il ruolo fondamentale dell’educazione fisica, la Legge 107 del 2015 (buona scuola) abolisce la figura dei Coordinatori Provinciali per Educazione Fisica e Sportiva.

La situazione attuale è ben lontana dalle raccomandazioni dell’UNESCO. L’Italia è una delle pochissime nazioni dell’Unione Europea che, pur avendo indicato l’educazione fisica come materia obbligatoria, nelle scuole primarie, non prevede l’insegnamento della stessa da parte di laureati in scienze motorie e consente la completa flessibilità di orario. Peccato che questo si traduca molto spesso nel non poter quantificare le ore (né soprattutto la qualità delle stesse).

La scarsa assegnazione oraria all’Educazione Fisica nel curricolo di studio spesso si unisce alla visione della disciplina, da parte di molti docenti, come momento prevalentemente ricreativo piuttosto che formativo, rilevandone la scarsa considerazione nella scuola primaria.

Una ulteriore criticità è la mancanza di un approccio sistemico alla promozione della salute e del benessere nella comunità scolastica e la inadeguata preparazione e conseguente resistenza da parte degli insegnanti a valorizzare l’educazione fisica e l’attività motoria come strumento di promozione di sani stili di vita.

In Francia le ore annue di educazione fisica nelle scuole primarie sono più di 100 l’anno, in Germania circa 80 e nei Paesi scandinavi si arriva a 70, mentre in Italia durante il quinquennio delle primarie si arriva ad accumulare un gap di circa 350/400 ore. E non va molto meglio nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, dove in Italia si fanno 66 ore di educazione fisica l’anno, contro le oltre 100 di Francia, Austria, Polonia e Germania.

“Natural moving” è un progetto formativo che ha acquisito molte adesioni. Di che si tratta e che obiettivi si prefigge?

Da sempre ho pensato ad un progetto di formazione in ambito motorio per i docenti di sostegno in modo da offrire ai disabili maggiori opportunità dal punto di vista motorio. Allo scoppio della pandemia da COVID-19 ho pensato di modificare il progetto curvandolo sull’attività in ambiente naturale e rivolgendolo anche agli insegnanti curricolari delle scuole dell’infanzia e primarie in quanto, da innumerevoli ricerche, è emerso che l’attività in ambiente naturale è associata ad una diminuzione del rischio d’insorgenza di patologie asmatiche e respiratorie nei bambini ,quindi può essere un valido aiuto nella difesa contro il virus SARS-CoV2.

Sempre dalle ricerche è emerso che l’attività motoria, specie se è praticata in ambiente naturale:

  • Ha effetti benefici sulla salute mentale, sull’umore e sull’autostima;
  • Riduce la fatica percepita, l’aggressività, la tristezza, lo stress e gli stati d’ansia;
  • Aumenta le capacità attentive e la sensazione di tranquillità in quanto abbassa la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca;
  • Aumenta le ore di sonno, stimola l’apprendimento, migliora il lavoro tra pari e la collaborazione riducendo i comportamenti antisociali e devianti nei contesti scolastici, facilità lo sviluppo di leadership, di abilità di problem-solving, ha effetti positivi oltre che sulle capacità motorie anche su quelle linguistiche.

Alla luce di quanto detto, ho ideato il progetto sperimentale “Natural moving” che è un percorso formativo di metodologia e didattica delle attività motorie e sportive in ambiente naturale, per docenti curriculari e di sostegno della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Gli obiettivi generali del progetto sono l’acquisizione da parte dei docenti della scuola dell’infanzia e primaria di conoscenze e competenze didattiche al fine di:

  • Fornire chiavi di lettura sistemiche dell’ambiente e stimolare la capacità di percepirlo come un’organizzazione complessa dove tutti gli elementi sono inevitabilmente legati tra loro;
  • Suscitare spirito d’osservazione e capacità di ricerca all’aperto;
  • Stimolare un comportamento responsabile e rispettoso nei confronti dell’ambiente;
  • Promuovere l’attività fisica a contatto con la natura;
  • Sperimentare l’apprendimento scolastico attraverso il movimento;
  • Fornire metodologie didattiche e strumenti di valutazione per lo sviluppo delle abilità motorie.

In poche parole l’obiettivo è quello di riuscire ad attuare una scuola all’aperto che faciliti l’apprendimento nel far acquisire sane e durature abitudini di vita, praticare attività motoria, tutelare la salute come pieno benessere fisico, psichico e sociale, educare al tempo libero e al rispetto dell’ambiente naturale.

Ringrazio l’Assessore Lagalla che ha creduto nel progetto e lo ha finanziato, il Direttore Generale dell’USR Suraniti che lo ha presentato, nonché le persone e gli organismi che lo hanno portato avanti e cioè le quattro Università degli Studi della Sicilia (Palermo, Catania, Messina ed Enna) il Dipartimento di Scienze Psicologiche, Pedagogiche del Movimento Fisico e della Formazione dell’Università degli Studi di Palermo, i membri del Comitato Tecnico Scientifico (Prof.ri Palma, Bellafiore, Galassi e Castelli),il CISM (Comitato Italiano Scienze Motorie), i Referenti Territoriali di Educazione Fisica e Sportiva dell’USR Sicilia e la Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Giovanni Falcone” di Palermo Prof.ssa Daniela Lo Verde.

L’attività di formazione sarà organizzata in 5 ore di seminario, 30 ore di lezioni frontali, 30 ore di attività laboratoriale e 6 ore di convegno finale.

Come vorresti che fosse il ruolo dello sport nel mondo dell’istruzione, in futuro?

Per il futuro mi auguro che l’Educazione Fisica, Motoria e Sportiva venga inserita per un’ora al giorno in tutti gli ordini di scuola a partire dalla scuola dell’infanzia da docenti Laureati in Scienze Motorie (con un percorso universitario con maggiori crediti formativi in ambito pedagogico e psicologico).

Ciò consentirebbe il rispetto di quanto previsto sia dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e primaria, sia  riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento degli insegnamenti per la scuola secondaria e cioè che < il ruolo dell’Educazione fisica è fondamentale per il miglioramento della salute e del benessere, per la prevenzione e la sicurezza, per l’acquisizione di sani stili di vita ed aggiungo ad un migliore apprendimento delle varie discipline, attraverso la “didattica in movimento”>.

Tutto ciò porterebbe non solo ad una generazione di persone in buona salute (con un enorme risparmio in spese sanitarie) ma anche più felici. Per le scuole secondarie di I e II grado oltre ad un’ora al giorno di educazione fisica curricolare, ripristinerei le 6 ore settimanali di gruppo sportivo e promuoverei esperienze volte a promuovere l’interdisciplinarietà con le altre materie.

Consentirei, inoltre, alle scuole di partecipare sia alle attività promozionali che ai campionati, affiliando, come da sempre avviene negli altri paesi europei, il Centro Sportivo Scolastico alle Federazioni Sportive Nazionali ed agli Enti di Promozione Sportiva.

I bambini e le famiglie dovrebbero avere la possibilità di scegliere e praticare a scuola diversi sport gratuitamente, con corsi tenuti dai docenti di educazione fisica, in tal modo si darebbe a tutti l’opportunità di fare sport il pomeriggio per tutto l’anno, sperimentando diverse discipline sportive, a costo zero.

Infine, sarebbe opportuno costruire una rete tra Istituzioni Scolastiche, coordinate dall’USR, per la condivisione di proposte e di azioni per promuovere la formazione permanente degli insegnanti, anche in collaborazione con l’Assessorato Regionale dell’Istruzione e della Formazione, con gli Enti Locali, le ASP, il FORAGS, le Federazioni Sportive, il terzo settore e le associazioni sportive e di promozione sociale e culturale. Ciò consentirebbe, una maggiore ottimizzazione delle risorse umane, strutturali e finanziarie, a sostegno dell’educazione motoria, fisica e sportiva.

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