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RUBRICA DELL’AVVOCATO DEL MARTEDI’_ MESSAGGI DI WHATSAPP: MEZZI PROBATORI UTILIZZATI IN GIUDIZIO

Nell’era della digitalizzazione e della tecnologia all’avanguardia ove il comune denominatore della nostra Società sono i social media, quali le piattaforme messaggistiche/video di Whatsapp, E-mail, i vari social Facebook, Instagram, TikToK, ecc…, oggi come oggi, assumono un notevole rilievo giuridico – valore probatorio – nei processi.

Che valore giuridico assumono le “chat” nel processo civile?

Le norme del codice civile di cui all’art. 2712 c.c. recita: “…ogni rappresentazione meccanica di fatti e cose forma piena prova di fatti e delle cose rappresentate se colui contro il quale sono state prodotte non ne disconosce la conformità…” e all’art. 2719 c.c. “le copie fotografiche di scritture hanno la stessa efficacia delle autentiche, se la loro conformità con l’originale è attestata da pubblico ufficiale compete ovvero non è espressamente disconosciuta”.

Dunque, la ratio legis delle norme permette, di evidenziare come la rappresentazione informatica di atti, fatti o altri dati aventi rilevanza giuridica per la riproduzione di fatti, possibile per mezzo delle nuove tecnologie derivanti dal progresso tecnico-scientifico, possano avere efficacia probatoria. Per cui i messaggi di Whatsapp e le E-mail hanno natura di documenti informatici e sono acquisibili all’interno di un processo, poiché rappresentano copia digitale avente valore probatorio.

La Corte di Cassazione con la sentenza n. 49016/2017 ha stabilito che: “i messaggi di Whatsapp hanno valore di prova purché vi siano supporti informatici, gli smartphone o il pc, nei quali sono presenti le conversazioni, altrimenti non assumeranno valore probatorio”.

Secondo la Corte, le chat Whatsapp e/o le Email di posta ordinaria, per avere valore legale è necessario che debbano seguire delle determinate regole e modalità dettate dalla giurisprudenza.

Come produrre le chat nel giudizio?

La giurisprudenza identifica diverse modalità di acquisizione delle piattaforme messaggistiche al fine di essere presentate come prove nel giudizio:

  • Testimonianza: soggetti terzi che hanno letto il contenuto dei messaggi potranno esporre le loro deposizioni sul contenuto digitale;
  • Lo screenshot del display del dispositivo informatico;
  • Consulenza tecnica di parte e/o d’uffico;
  • Acquisizione dello smartphone e/o pc al processo;
  • Autenticità dei messaggi vocali delle chat;
  • Fornire una copia conforme ed autentica dei messaggi ad uso legale da depositare in giudizio;

A tal proposito è importante segnalare una pronuncia del Tribunale di Parma con sentenza n. 237/2019 ove ha riconosciuto il ruolo dell’emoticon nell’interpretazione della chat di Whatsapp, i quali potrebbero aiutare a comprendere il significato del messaggio nonché l’emoticon caratterizza e focalizza l’intenzione dell’autore del messaggio.

Nel caso di specie, esaminato dal Tribunale di Parma, si affrontava il tema della diffamazione del datore di lavoro in chat e in particolare, il dipendente era licenziato per alcuni commenti negativi verso il datore di lavoro contenuti nella chat di whatsapp, tali commenti erano intervallati da varie emoticon che rendevano la conversazione spiritosa riducendola ad una valenza diffamatoria. Per cui il giudice al fine di valutare tali conversazioni ha preso in esame le emoticon al fine di comprendere meglio il tono e l’intenzione dell’autore del contesto scritto. Il giudice con un’analisi approfondita delle emoji – per mezzo di una consulenza tecnica – ha permesso di dare un’ampia interpretazione ritenendola del tutto infamante.

Le numerose sentenze ove viene riconosciuto il valore legale delle chat di Whatsapp hanno permesso di ritenere in giurisprudenza che, le piattaforme messaggistiche di Whatsapp hanno valore probatorio è possono entrare nel processo e costituire prove dei diritti lesi. Per cui i messaggi whatsapp possono essere una prova utile a testimoniare il contenuto di quanto riportato da coloro i quali si ritengono essere vittime/danneggiati.

Attenzione a quello che scrive nelle piattaforme messaggistiche e alle emoji che si usano per descrivere un proprio stato d’animo in qualsiasi conversazione.

La materia in oggetto necessita di ulteriori approfondimenti per la quale bisogna esaminarli in relazione al singolo caso concreto. Per maggiori informazioni e/o pareri in merito alla questione consultate il sito www.avvocatoquartararo.eu

 

 

Francesca Paola Quartararo

Avvocato Francesca Paola Quartararo

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