Palermo nei colori dei mercati: Tommaso Chiappa racconta Vucciria Ballarò e Capo al Grand Hotel Borsa
Una mostra che attraversa storia, identità e multiculturalismo nei mercati della città, ai cinquant’anni della “Vucciria” di Guttuso

Palermo si racconta attraverso i suoi mercati storici, veri cuori pulsanti della città, in una mostra pittorica che è anche riflessione sociale e omaggio alle radici culturali.
Domenica 11 maggio 2025, alle ore 11.00, presso il Grand Hotel Borsa di via dei Cartari 18, sarà inaugurata “Vucciria/Ballarò/Capo”, installazione site-specific del pittore palermitano Tommaso Chiappa, visitabile fino al 28 settembre, tutti i giorni dalle 10 alle 17.
L’artista ha voluto indagare la realtà contemporanea dei tre mercati più emblematici di Palermo — Vucciria, Ballarò e Capo — creando un trittico che ne racconta le anime contrastanti: la bellezza e la decadenza, il folklore e la trasformazione, la memoria e il futuro. L’occasione coincide con i cinquant’anni della realizzazione della celebre opera di Renato Guttuso, “La Vucciria”, dipinta nel 1974, alla quale Chiappa rende omaggio offrendo una rilettura contemporanea del concetto di mercato come specchio della società.
“La mia è una riflessione su ciò che i mercati sono diventati oggi – racconta Chiappa – luoghi in cui il tessuto sociale si è trasformato, dove convivono storie, volti e culture differenti. Nei miei quadri ho cercato di catturare tutto questo, dalla frutta stesa sui banchi ai sorrisi dei venditori, dalla confusione dei suoni agli odori che si mescolano tra le vie”.
Nato e cresciuto a Palermo, Chiappa ha vissuto personalmente l’atmosfera dei mercati: “Mio nonno lavorava al Capo. Io ci torno spesso per ritrovare un senso di appartenenza. Oggi i mercati sono diventati anche crocevia multiculturali, ed è proprio questa nuova identità che voglio raccontare”.
L’intera installazione nasce esclusivamente per il Grand Hotel Borsa, e le opere sono state realizzate nell’ultimo anno. Durante la fase creativa, l’artista ha frequentato quotidianamente i mercati, pranzando nei luoghi, realizzando schizzi dal vero e scattando fotografie: un lavoro immersivo che si traduce in una pittura attenta e densa di umanità, tra colori vibranti, tende che si aprono al cielo e sguardi che raccontano vite.
Il progetto si inserisce in un percorso artistico che non vuole solo rappresentare, ma anche interrogare il pubblico, ponendo al centro il concetto di identità urbana, resistenza culturale e convivenza.