Palermo. Natale è l’albero dei “rifiuti”

Potremmo definirlo un  “periodo buio” per la nostra città e sarebbe pure facile oltre che banale.

Sindaco Orlando sorridente
Sindaco Orlando sorridente
Il periodo buio ,dunque, lo vive tutto il Paese, l’Europa, il mondo per le moltitudine di situazioni e problemi e per ultimo anche la pandemia da Covid-19.

 

Palermo è stata città della cultura, dell’integrazione, dell’accoglienza, dello sport, dei giovani e di quant’altro possa far parlare di se come città dei sogni.

A “tignetè” – avrebbe detto il buon Giorgio Li Bassi – i premi, i riconoscimenti, gli award incassati da Orlando, un tempo Re di Palermo,  in periodi bui come questo.

Ma si sa cos’è più forte di lui: l’apparire! Si al sindaco piace apparire pure quando probabilmente sarebbe meglio sparire.

 

Or dunque, torniamo a noi e alle “cose nostre” e cerchiamo di capire cosa sta accedendo a Palermo.

E’ accaduto che questa amministrazione con a capo Orlando negli ultimi anni si è spesa,  fino ad esaurire le proprie energie, per tantissime cose tutte fuorchè Palermo. Si è spesa fino all’orgasmo mediatico  verso un’accoglienza  e cose simili nel segno di un buonismo che nessuno voleva, nemmeno lo stesso Sindaco che lo promuoveva, ma lo doveva fare, per apparire.

Vi state chiedendo perché effettivamente nemmeno Orlando voleva i migranti?

Presto detto.

Si. Non li voleva nemmeno lui.  Lo dimostra il bando pubblicato nel 2019 dal titolo: “PALERMO LANCIA BANDO PER FAMIGLIE ACCOGLIENTI”, un gesto concreto di solidarietà nell’accogliere un rifugiato a casa propria, nell’ambito del progetto “L’accoglienza in famiglia come percorso di integrazione”, realizzato da Refugees Welcome Italia in partnership con il Comune di Palermo. Tra i requisiti per partecipare: avere una camera libera a casa; essere disponibili ad ospitare per almeno 6 mesi; abitare a Palermo; godere dei diritti civili e politici ed essere incensurati; avere un’età superiore ai 23 anni.

Un bando che ha certificato un flop sul “buonismo a perdere” dove solo famiglie 4 diedero disponibilità e tra queste non c’era nemmeno quella del primo cittadino che doveva, come dire,  dare l’esempio.

Una scommessa più che persa, ma che evidenziava come quella lobby dei “buoni ad ogni costo” era finta.

E’ tra i ricordi di buonisti ad ogni costo ci sono  pure  Faraone, Del Rio, Orfini e molti del PD che se da un lato si strappavano le vesti per osannare e promuovere  la capitana Rackete che  insieme ai 40 profughi  trasportava anche tre trafficanti di esseri umani, accusati di torture su decine di migranti in un campo di detenzione della Libia, dall’altra un palermitano come Faraone, Re dell’accoglienza, non certificava le sue qulità di uomo della  solidarietà rispondendo con la propria partecipazione al bando del Comune e quindi mettere a disposizione la propria ospitalità verso uno di questi migranti.

Ciò dimostrava, peraltro,  che il buonismo e la solidarietà di questi deputati e del sindaco di Palermo verso gli immigrati, non essere conforme con le modalità silenziose, se non indifferenti, verso i pescatori siciliani sequestrati in Libia. Probabilmente il loro “essere buoni” era a tempo e oggi risultava scaduto.

Un silenzio da parte di quelle stesse istituzioni che del buonismo  ne avevano costruito una vision  politica e che tuttavia, ad oggi a parte qualche lenzuolo steso nei balconi, nulla hanno concretamente promosso per liberare i nostri fratelli pesactori siciliani, italiani.

Ma andiamo avanti e passiamo ad altro: i rifiuti, la monnezza di Palermo.

Cosa ci stà dietro la raccolta dei rifiuti?

Il sindaco dice che c’è lo zampino della criminalità organizzata.

Probabilmente è così, ma noi crediamo che ci sia dell’altro perché il progetto del Comune sulla differenziata risultò essere fallimentare già dall’inizio. I palermitani che in un primo momento prestarono i loro balconi e le loro piccole case quale logistica per lo stoccaggio della monnezza e non avendo avuto quel riscontro tanto paventato dall’amministrazione comunale  su raccolta e quant’altro fosse utile per il buon funzionamento del sistema ambientale di Palermo, pian piano si sono rivoltati e così ogni cittadino ha tirato fuori la sua spregiudicatezza da palermitano mandando a “quel paese” sindaco, amministrazione e monnezza.

Parte quindi il fai da te, ovvero ogni angolo e buono per buttare rifiuti e ingombranti. Una vera guerra tra popolo da una parte e Orlando e RAP dall’altra.

La macchina comunale che fallisce sulla differenziate e sulla raccolta in genere e un dato preciso: “Palermo non arriva nemmeno al 20 per cento di raccolta differenziata, la peggiore d’Italia”. Dati sconfortanti, ma senza azioni concrete per risolvere il problema.

I grandi ingombranti quali materassi, penumatici  etc vengono inviati altrove e ancora una volta Bellolampo diventa teatro di diatribe tra Comune e Regione Siciliana con il rischio di inviare i rifiuti all’estero e la conseguente spesa che graverebbe ancora di più sulle tasche dei palermitani e siciliani.

Monnezza, degrado sociale e povertà, commercio e abusivismo sono altre calamità di questa opera dall’epilogo tragico dell’amministrazione di Palermo.

Scelte o meglio non scelte che hanno fatto di Palermo ultima nella classifica di qualità della vita 2019 pubblicata da Italia Oggi che ci vede al 99° posto su 107.

Una classifica basata su nove elementi: affari e lavoro, ambiente, sicurezza sociale, istruzione formazione capitale umano, reddito e ricchezza, reati e sicurezza, tempo libero. La nostra città è risultata deficitaria su sei dei novi punti, un vero è proprio disastro sociale per la quinta città d’Italia.

Allora  se vogliamo tirare le somme di questo 2020 basterà guardare l’albero di Natale al Politeama che da ex cipresso, baciato da uno scadente principe azzurro, divenne un tronco senza rami, senza vita e senza luce che simboleggia quel “rifiuto” dei palermitani all’ormai fù Re di Palermo.

Caro Sindaco prendiamo atto e coscienza della realtà su Palermo perchè come diceva il buon Totò “non è la somma che fa il totale”.

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