Palermo, ventunenne ucciso nel cuore della movida: fermato un giovane, avrebbe confessato ai carabinieri
Paolo Taormina, 21 anni, è stato colpito a morte davanti al locale di famiglia in via Spinuzza. Il sospettato è stato individuato poche ore dopo.
Palermo 12 ottobre 2025 – Una notte di violenza nel centro della città. Paolo Taormina, 21 anni, è stato ucciso davanti al locale di famiglia O’ Scrusciu, a pochi passi dal Teatro Massimo. Il giovane sarebbe intervenuto per cercare di placare una rissa nata in strada, ma pochi secondi dopo è stato colpito mortalmente. Secondo quanto trapelato, i carabinieri hanno fermato un ragazzo di 23 anni nel quartiere Cruillas: durante l’interrogatorio, avrebbe ammesso parzialmente le proprie responsabilità. Gli inquirenti stanno ora verificando la sua versione e l’esatta dinamica dei fatti.
Il dramma in via Spinuzza
La notte tra venerdì e sabato, via Spinuzza – nel cuore della movida dell’Olivella – è diventata teatro dell’ennesima tragedia. Testimoni raccontano di una lite tra alcuni giovani, degenerata in una rissa improvvisa. Paolo, che si trovava all’esterno del locale gestito dai genitori, sarebbe uscito per invitare il gruppo a smettere. Un gesto di buon senso che gli è costato la vita. Colpito davanti a decine di persone, si è accasciato a terra senza più rialzarsi. I soccorsi, arrivati poco dopo, non hanno potuto fare nulla.
Le indagini
I carabinieri del Comando provinciale di Palermo, coordinati dalla Procura, hanno ascoltato testimoni e acquisito i filmati delle telecamere della zona. L’autopsia dovrà chiarire la natura esatta delle ferite: non è ancora confermato se il colpo mortale sia stato inferto con un’arma da taglio o da fuoco. Gli investigatori stanno ricostruendo i minuti precedenti all’aggressione e valutando le possibili cause del gesto.
Il dolore della città
Paolo Taormina era conosciuto come un ragazzo educato, rispettoso e pieno di energia. «Come si fa a sparare in testa a un ragazzo? Mi hanno distrutto la vita», ha urlato disperata la madre, Fabiola Galioto. Sui social centinaia di messaggi ricordano Paolo come “un angelo buono” e “un dono prezioso”. Palermo si è svegliata ancora una volta con una ferita aperta: un giovane ucciso mentre cercava di impedire la violenza degli altri.
La movida che sfugge al controllo
Via Spinuzza, a pochi metri dal Teatro Massimo, è da tempo uno degli epicentri della movida cittadina. Ogni fine settimana centinaia di giovani affollano i locali, e spesso la notte si trasforma in scena di risse e aggressioni. Negli ultimi anni, le forze dell’ordine hanno intensificato i controlli, ma gli episodi di violenza continuano a ripetersi. Palermo, ancora una volta, paga il prezzo di un divertimento che sconfina nella barbarie.
Una scia di sangue che non si ferma
La tragedia di Paolo richiama alla memoria altri delitti che hanno scosso la città: da Rosolino “Lino” Celesia, ucciso nel 2023, a Aldo Naro, morto nel 2015 dopo un pestaggio in discoteca. Giovani che avevano tutta la vita davanti e che hanno trovato la morte per mano di una violenza sempre più priva di senso. Ogni volta, Palermo si interroga, ma la risposta tarda ad arrivare.
Le reazioni
“Palermo è ormai un Far West urbano”, ha scritto sui social Carlo Calenda. “Il governo deve intervenire, la Sicilia è una bomba a orologeria tra delinquenza e degrado”. Anche la segretaria della Uil Sicilia, Luisella Lionti, ha chiesto «più presenza delle forze dell’ordine e un piano urgente di sicurezza per i quartieri più esposti».
Un ragazzo morto per bene
Paolo Taormina non era un delinquente, né un provocatore. È morto perché ha avuto il coraggio di dire basta. È morto per un gesto di civiltà. E questa è la condanna più amara per Palermo: quando chi tenta di fermare una rissa finisce per essere ucciso, vuol dire che la società ha perso il senso stesso del limite.
di Francesco Panasci

