Palermo, cavalla stramazza a terra: Freedom LZ simbolo di sfruttamento e silenzi
Trainava una carrozza con 40 gradi: IHP denuncia per maltrattamenti e chiede il sequestro dell’animale

Freedom LZ, cavalla collassata a Palermo: l’Italia civile si ribelli a questa vergogna
Un animale di 4 anni crolla in pieno centro sotto il sole torrido, il vetturino fugge: IHP presenta denuncia per maltrattamenti e chiede il sequestro
PALERMO 24 giugno 2025 – Un altro crollo. Non solo quello di una cavalla sull’asfalto rovente, ma di un’intera città che continua a chiudere gli occhi di fronte allo sfruttamento animale travestito da “folklore” per turisti. Succede il 10 giugno, a pochi passi dai monumenti del centro storico: una cavalla, Freedom LZ, collassa mentre trascina una carrozza tra auto, clacson e 40 gradi all’ombra. Una scena ripresa con i cellulari e diventata virale, perché certe immagini fanno più rumore del silenzio delle istituzioni.
La cavalla si accascia, il vetturino scappa
Non è una favola, non è tradizione: è sfruttamento e inciviltà. Dopo il crollo, il vetturino – anziché soccorrere l’animale – la costringe a rialzarsi e fugge via. Il giorno dopo viene individuato dalle autorità grazie all’assessore Fabrizio Ferrandelli e alla Polizia Municipale. Lo trovano nuovamente in strada, sulla stessa carrozza, trainata dalla stessa cavalla. Eppure – come se non bastasse – non possiede neppure l’autorizzazione al traino e non è in grado di spiegare chi sia il reale proprietario dell’animale. Uno scenario da far rabbrividire chiunque abbia un briciolo di coscienza.
IHP denuncia e chiede il sequestro
Scende in campo l’Italian Horse Protection, la prima associazione nazionale per la tutela degli equidi. Ha presentato una denuncia circostanziata per maltrattamento alla Procura della Repubblica di Palermo, chiedendo anche il sequestro giudiziario della cavalla.
«Appena saputo il nome, Freedom LZ, abbiamo fatto una ricerca nei database delle corse ippiche, scoprendo con sconcerto che si tratta di una cavalla di soli 4 anni, impiegata in corse di trotto negli ippodromi di mezza Italia fino a fine maggio, ovvero pochi giorni prima dell’incidente in città – dichiara il presidente di IHP, Sonny Richichi –. Dagli scarni risultati ottenuti dalla cavalla nelle 30 corse disputate (squalificata in buona parte di esse perché non teneva l’andatura al trotto) si evince che fosse uno “scarto di pista”, una cavalla cioè non performante e quindi da “riciclare” da qualche altra parte».
«L’ennesima dimostrazione – spiega Richichi – del fatto che i cavalli usati nell’ippica, che viene finanziata con decine di milioni di euro di fondi pubblici, una volta usciti dal circuito possono prendere le strade più buie senza alcun controllo e senza alcuna tutela. E non si pensi a un caso isolato: sono centinaia, ogni anno, i cavalli dismessi di cui non si sa più nulla».
Un sistema indegno e omertoso
Dietro il crollo di quella cavalla c’è tutto: degrado, mancanza di regole, complicità silenziose. La denuncia di IHP è chiara: “Prendere una cavalla, peraltro ancora troppo giovane (fino ai 5 anni di età i cavalli non completano lo sviluppo muscolo-scheletrico), abituata a stare in un ippodromo, allenata per correre in pista, e metterla improvvisamente a tirare una pesante carrozza nel caos e nel traffico del centro di Palermo con temperature da allerta meteo, significa essere consapevoli del rischio a cui viene esposta. In altre parole, chi ha fatto questo era perfettamente consapevole di sottoporre l’animale a fatiche insostenibili”.
Non basta più indignarsi su Facebook. Serve una reazione vera, istituzionale, politica. Serve una legge che vieti, senza appello, l’utilizzo degli equidi nei centri urbani per fini turistici. E serve subito.
Una città che si vuole civile non può più tollerare tutto questo
Palermo non può continuare a fingere che certe cose siano “tradizione”. Chi sfrutta un animale fino allo sfinimento non merita di avere licenze, né spazi pubblici, né la tolleranza della comunità. La cavalla Freedom LZ è solo la punta di un iceberg fatto di silenzi, omissioni e complicità. Finché non si romperà questo patto di omertà tra finto folclore e disumanità, altri animali cadranno sull’asfalto. E l’odore di sudore e sofferenza continuerà a impregnare le strade del centro.
È ora di dire basta. A gran voce. E con la forza della legge, quella nuova della Brambilla.
Cosa cambia concretamente (da attuare a partire dal 1° luglio 2025)
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Potenziamento del contrasto ai maltrattamenti: pene più severe e strumenti legali per intervenire non solo contro l’uomo ma per difendere direttamente l’animale.
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Tutele preventive: divieto di catena e monitoraggio contro la crudeltà, con controllo su spettacoli e traffici illeciti.
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Ruolo attivo delle associazioni: facoltà di custodire e affiancare gli animali sequestrati, evitando l’abbattimento.
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Linee guida e formazione: anche con l’attribuzione di funzioni agli ufficiali veterinari e la creazione di comitati etici (benché questi alcuni aspetti non facciano parte del testo base approvato)
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La legge Brambilla segna una svolta storica per l’Italia: tutela diretta e concreta degli animali, pene deterrenti, nuovi strumenti e responsabilità diffuse. Il vero banco di prova sarà ora l’attuazione e l’integrazione di queste norme nella realtà quotidiana delle nostre città, campagne e istituzioni.